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Alta Valmarecchia, se 5 milioni di investimenti si possono chiamare depotenziamento

di Redazione

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Polemiche nel Riminese per alcune dichiarazioni di politici che creerebbero allarmismi giudicati dall'Ausl "inutili e dannosi per la collettività".

RIMINI. Basterebbe citare l’importo degli investimenti effettuati per far comprendere subito il livello di attenzione e l’impegno assunto e poi garantito dall’Azienda Usl e dalla Regione nei confronti del territorio della Valmarecchia. Ma gli articoli pubblicati stamane, relativi all’Ospedale “Sacra Famiglia” di Novafeltria e alla vicina Rsa, impongono di dettagliare ulteriormente la situazione relativa ai servizi socio-sanitari nel territorio dell’Alta Valmarecchia, al fine di riportare un senso di realtà.

Da quando, nel 2010, il territorio dell’Alta Valmarecchia è entrato a far parte della provincia di Rimini, sempre in coerenza con l’Assessorato alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna, l’A.USL di Rimini prima e l’A.USL Romagna poi ha attivato interventi, dal punto di vista sia clinico che strutturale, senza precedenti pari a 5 milioni di euro.

 

Partendo dalla parte strutturale, si possono citare il completo rifacimento della facciata dell’Ospedale con riqualificazione dell’ingresso. E’ stata inoltre funzionalmente ristrutturata l’area dei servizi territoriali materno infantili creando un vero e proprio Consultorio. E’ stato ristrutturato e riattrezzato l’ambulatorio odontoiatrico. Ma il più rilevante è l’intervento di rifacimento del Punto di Primo Intervento, con la realizzazione di una camera calda per l’accesso protetto dei pazienti all’ospedale, prima assente, e il rinnovo completo dei locali e dei percorsi interni ed esterni, compresa un’adeguata dotazione di posti macchina. Si sta inoltre procedendo con continui lavori di mantenimento e di rimessa a norma e in sicurezza degli ambienti dell’intero ospedale. La decisione di limitazione del reparto di Chirurgia è stata dovuta ad indiscutibili motivazioni legate alla stabilità sismica di quella parte dell’edificio, che sarebbe stato incosciente far finta di non vedere.

 

Dal punto di vista clinico, solo per fare alcuni esempi si possono citare il potenziamento dell’area radiologica con l’acquisizione, oltre alla Tac donata, di apparecchiature di ultima generazione per raggi x con detettore mobile digitale, il tutto collegato con il sistema ris pacs e dunque la possibilità di leggere gli esami in remoto avendo, in tempo reale, eventuali seconde opinioni. Recentemente è stata anche ristabilita la presenza fissa del medico radiologo in sede fino alle 18:30 (dopodiché è ovviamente attivo il servizio di teleradiologia, analogamente ad altri ospedali). Anche gli spazi del servizio sono stati ampliati e migliorati. I mezzi di soccorso presenti sul territorio sono state integrati nel servizio 118 Romagnasoccorso e potenziati con un sistema di trasmissione dell’ecocardiogramma direttamente dal mezzo al reparto di Cardiologia – Utic dell’Ospedale di Rimini, accrescendo la tempestività e l’efficacia della cura dei pazienti cardiologici. Va inoltre segnalato che gli interventi dell’elisoccorso sul territorio dell’Alta Valmarecchia sono aumentati da poche unità a diverse decine l’anno. Dal punto di vista dei servizi territoriali, ha preso avvio, con l’accordo dei medici di medicina generale, una Casa della Salute i cui servizi, comunque oggetto di possibile ulteriore implementazione, sono adeguati ai bisogni della locale cittadinanza. L’inserimento dell’Unità Operativa di “Medicina” nel Dipartimento di Cure Primarie, peraltro comune a quanto fatto con altre analoghe unità operative, non implica alcun depotenziamento, bensì, come da linee guida regionali, va nella direzione di erogare prestazioni con un approccio integrato al paziente, come testimoniato ad esempio dal progetto di presa in carico dei pazienti portatori di cardiopatie croniche da parte della Casa della Salute con l’attivazione di una nuova professionista cardiologa presso l’Ospedale. E’ stato inoltre attivato il sistema di Teleassistenza e Telesoccorso per le persone anziane. Se questo è depotenziamento….

 

Spostandosi sulla rsa è appena il caso di ricordare che solo l’impegno costante, dell’Azienda (attraverso il Coordinatore Sociale e l’Unità Operativa “Attività Tecniche”) e della Regione, ha portato a riaprire l’iter per la ripresa dei lavori dopo una attesa ventennale.

 

Concludendo, basta ricordare quali erano le condizioni in cui versavano i servizi e le strutture sanitarie di Novafeltria e del relativo territorio fino al 2010, e guardare, con occhio onesto e obiettivo, la situazione attuale, per capire quanto è stato fatto con un impegno finanziario di grande rilievo. Nessuna “schizofrenia” dunque, al contrario, la Regione e l’Azienda continueranno, come più volte ribadito anche dalle stesse Autorità Regionali, ed in coerenza di intenti, a profondere il medesimo impegno per uno sviluppo armonico della sanità in Alta Valmarecchia.

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