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Testimonianze

Carolina, Infermiera: "sogno di vincere un concorso nel pubblico!"

di Angelo

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Oggi proponiamo l'intervista di una collega laureatasi nel 2014 a Tor Vergata e ancora alla ricerca di un lavoro stabile e di una speranza per il futuro.

Carolina Natangelo è una collega di 24 anni che lavora a Frattocchie, una piccola frazione del comune di Marino sull'Appia Antica, a 20 km da Roma. La sua è una storia come tante altre, con l'aggravante però di esser nata e di essersi formata come Infermiera in un territorio difficile, come quello di Frascati (Università "Tor Vergata").

Lei sogna di diventare esperta nell'assistenza ai pazienti in area critica e nell'emergenza. Nel frattempo lavora in una casa di riposo a tempo determinato, in attesa del rinnovo contrattuale e magari dell'assunzione a tempo indeterminato.

L'abbiamo ascoltata, parlando con lei della professione e della sua esperienza pregressa all'Università in qualità di studentessa in Infermieristica.

Carolina si è laureata nel novembre 2014 discutendo una tesi sulla Sindrome di Kwashorkor (malnutrizione proteica); nel 2016 ha conseguito un Master specifico presso il Policlinico militare "Celio" di Roma realizzando un lavoro finale sulla Sindrome di Marfan (patologia che colpisce il tessuto connettivo e che compromette le funzioni di molteplici organi e parti del corpo).

Con quale contratto stai lavorando attualmente?

Attualmente sto lavorando con un contratto a tempo determinato e per giunta part-time. Mi permette di sopravvivere.

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Carolina si è laureata nel 2012 a Tor Vergata: da allora cerca lavoro stabile come Infermiera e spera nella vincita di un Concorso!

Nella tua tesi di Laurea in Infermieristica hai trattato la sindrome di Kwashorkor (malnutrizione proteica), mentre in quella del Master la sindrome di Marfan. Credi che l'apporto degli Infermieri in questi due ambiti assistenziali sia opportunamente valutato e valorizzato?

Io credo che per qualsiasi sindrome o patologia, l'apporto infermieristico sia fondamentale. Spesso come professionisti siamo sottovalutati. Questo non va bene. Per quanto riguarda le sindromi che ho trattato nelle due tesi, si, credo che l'apporto degli infermieri sia tanto valutato quanto valorizzato. Ogni figura professionale ha compiti specifici diversi e, come in un puzzle, se manca un pezzo il lavoro non può considerarsi concluso. E' difficile, perchè comunque deve esserci la collaborazione con svariati professionisti, ma per la gestione di pazienti con queste sindromi, la figura infermieristica ha notevole importanza.

Com'è studiare al Sud e lavorare come Infermiera al Sud?

Non so se Sud per Roma sia indicato, o parlerei di Centro-Sud, ma sicuramente in confronto alla realtà che c'è nelle regioni più a Nord la situazione non è semplice. Vieni formato fin dall'inizio per quello che ci si aspetta di trovare nella realtà lavorativa, cosa che poi però, non è come sui libri! Per quanto mi riguarda, sono stata fortunata perchè subito dopo aver conseguito la laurea della triennale ho trovato questo lavoro. Ma so che non tutti hanno avuto questa fortuna. Conosco colleghi che si fanno turni da 10-12 ore per essere pagati pochissimo, quando sono pagati! L'unica possibilità è vincere un concorso e stiamo provando anche a fare questo...

Se potessi scegliere la strada professionale estera in quale Paese vorresti trasferirti e perché?

A dire la verità, ho iniziato a frequentare un corso di inglese. Perciò l'opportunità di lavorare all'estero non è del tutto esclusa! Mi piacerebbe provare in Inghilterra, o in Svizzera. Lì l'infermiere è visto diversamente. Ha una sua importanza. Mi rendo conto che anche le notizie che si sentono quasi quotidianamente in tv non ci aiutano, e questo mi dispiace, ma non siamo tutti uguali. C'è chi sceglie di essere un infermiere perché sente che quella è la scelta giusta per lui/lei! Qui purtroppo si fa di tutta l'erba un fascio, qui c'è ancora la concezione che l'infermiere deve eseguire gli ordini del medico, ma non è così! All'estero, l'infermiere è un infermiere!

Quando eri all'Università la struttura ti ha formata rispetto al mondo del lavoro?

Beh, si! Personalmente ho avuto l'onore di essere seguita da un professore molto competente, grazie a lui sapevo cosa aspettarmi una volta uscita dall'Univesità!
Penso di avere una formazione piuttosto completa. Certo, non ho la presunzione di affermare di sapere tutto, ho ancora da imparare e da scoprire tante cose, e non vedo l'ora di farlo, ma si, credo di essere formata per il mondo lavorativo!

L'Università ti ha fornito nozioni rispetto alla possibilità di diventare un Infermiere Libero Professionista?

Si, ci hanno fatto formazione sulle varie strade che un infermiere può percorrere dopo la laurea, tra cui quella di diventare un Infermiere Libero Professionista: l'iscrizione all'ENPAPI, le varie cooperative che offrono lavoro. Ma almeno per ora, vorrei risparmiarmi quest'altra spesa, anche se non è del tutto esclusa per un domani.

Dopo la laurea triennale stai continuando a formarti. Qual è il tuo sogno professionale nel cassetto?

Si, sto continuando a formarmi. Partecipo a convegni, eseguo i FAD e sto valutando anche l'idea di iscrivermi alla specialistica! Il mio sogno professionale nel cassetto? Riuscire a lavorare in un reparto di Area Critica e/o dell'Emergenza/Urgenza (pronto soccorso, terapia intensiva). Adoro la sensazione che si prova a far parte di un'equipe del genere, la sensazione che hai quando devi gestire situazioni critiche. Certo, ci sono lati positivi e negativi, ma credo come in ogni cosa. Se riuscissi ad arrivare a quello avrei reso realtà il mio sogno professionale chiuso nel cassetto!

Grazie Carolina e un grande in bocca al lupo per il futuro!

 

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