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lettere al direttore

Daniela, Infermiera da 14 anni: "cara Anna mi dispiace di vederti così delusa..."

di Redazione

"Il tuo entusiasmo è da apprezzare e da condividere ma non dimenticare che l'esperienza e l'umiltà e il non giudizio sono l'essenza nella vita lavorativa (e non). Ti auguro un grandissimo futuro come infermiera, ricordati che se hai delle aspettative qui Italia rischi di trasformarti come quelle persone che hai criticato e giudicato nel web."

Buonasera,
per caso mi sono ritrovata a leggere il vissuto della studentessa Anna. Senza dubbio l'immagine che le si è presentata non è stata di certo quella che Florence Nightingale avrebbe voluto trasmettere. Mi chiamo Daniela e sono Infermiera da 14 anni.

Mi dispiace leggere da una futura collega una descrizione simile di colleghe attuali...

Cara Anna, mi permetto di dirti che la situazione italiana non è ovunque come tu hai potuto tastare.

La nostra è una Professione (permettetemi la maiuscola) a 360 gradi, ciò comporta preparazione intellettiva, pratica e anche una gran dose di "savoir faire".

Mi dispiace utilizzare della terminologia così semplice per descriverci. Noi siamo Infermieri. Dopo tanti anni di duro lavoro infermieristico non posso certo biasimare chi tra noi abbandona o semplicemente vive con più leggerezza la propria missione.

Sì perché essere Infermieri è anche una missione ma a lungo andare ci si dimentica il significato...

Ma non sempre perché si è aridi o privi di sentimento, forse più brutalmente perché dopo prolungata sofferenza si arriva ad un limite che non si pensava di raggiungere.

Soccorrere assistere aiutare... possiamo trovare un'interminabile lista di verbi che possono venirci attribuiti. Ti assicuro che ho lavorato e tuttora lavoro con infermieri che, nonostante i continui imprevisti gestionali (sic!), professano il loro credo lavorativo in maniera esemplare.

Avere a che fare quotidianamente con la malattia è logorante ma non bisogna dimenticarsi di altri aspetti altrettanti impegnativi: cosa ne dici delle richieste sempre più incalzanti dei famigliari che in continuo domandano, pretendono, esigono e non si riesce più a comprendere se è per sopravvivenza al proprio congiunto non in salute o per gestioni assicurative?

Sicuramente un vissuto come quelli che hai tastato tu, Anna, può far pensare a dello squallore ma posso dirti che dopo una vita dedicata al prossimo e a tante porte sbattute in faccia, il cinismo potrebbe essere una soluzione anche se non troppo giustificabile.

Il tuo entusiasmo è da apprezzare e da condividere ma non dimenticare che l'esperienza e l'umiltà e il non giudizio sono l'essenza nella vita lavorativa (e non). Ti auguro un grandissimo futuro come infermiera, ricordati che se hai delle aspettative qui Italia rischi di trasformarti come quelle persone che hai criticato e giudicato nel web.

Ma anche no.

Daniela, Infermiera da 14 anni

 

* * *

So che il messaggio non era rivolto al Direttore ma ad Anna, la Studentessa d'Infermieristica che ha rilasciato una intervista a Nurse24.it, parlando di alcune situazioni ambigue alle quali ha assistito da tirocinante. Non posso che condividere il tuo pensiero Daniela e invitarti a seguirci anche in futuro. Grazie.

Angelo Riky Del Vecchio, Direttore Nurse24.it

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