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Diventare o non diventare infermiere, questo è il problema

di Redazione

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Cinzia ha 19 anni e un sogno nel cassetto fin da quando era piccolina: diventare infermiera. Per questo sta già studiando per il test per le professioni sanitarie del prossimo anno, ma si sente divisa tra l’inseguire un sogno e fare i conti con la dura realtà della difficoltà di trovare un lavoro. Ha senso studiare tanto per poi ritrovarsi a piedi? E se poi non riuscisse a superare il test? Cinzia ci ha inviato questa lettera, che vogliamo pubblicare, perché come lei tanti ragazzi si trovano nella stessa situazione.

Diventare infermieri, tra passione e paure per il futuro

“Il mio sogno è quello di diventare infermiera. Tra le 13 professioni sanitarie del test so già che sceglierò infermieristica, perché credo che l’infermiere possa fare davvero la differenza stando molto vicino al paziente.

Fino a qualche anno fa tra i ragazzi della mia età si vociferava che Infermieristica fosse una delle poche facoltà che potevano ancora dare sbocchi lavorativi, ma ormai non è più così. So bene che la situazione attuale è molto critica. Sto cercando di tenermi aggiornata sulle varie vicissitudini, anche se faccio ancora un po’ fatica a capire certe cose.

Dopo la laurea è difficile trovare lavoro in Italia e molti sono costretti ad andare all’estero. Ho un’amica che sta già avviando delle pratiche per trasferirsi in Inghilterra.

Diventare infermieri non è una scelta facile da prendere per i maturandi di oggi

Io preferirei restare in Italia e continuare qui la mia vita, ma un trasferimento all’estero non lo escludo, perché io voglio davvero fare l’infermiera.

Mi piacerebbe lavorare a contatto con la gente, nel vero senso della parola, in particolare per tentare di aiutare le persone in difficoltà e nei momenti di bisogno. So quanto questo possa sollevare una persona dalla sofferenza, anche solo psicologica, di una malattia.

L’infermiere è quel professionista sanitario che cura e si prende cura di te. Lo so, perché si può dire che io sia cresciuta in questo ambiente: mio padre e mio zio sono infermieri e ho anche molti medici in famiglia.

Il mio sogno però deve scontrarsi con la dura realtà: il lavoro non c’è e quando c’è è legato a mille difficoltà. Lo vedo con i miei: i turni sono spesso massacranti, i pazienti sono sempre più impazienti.

Chi lavora in Pronto soccorso rischia di impazzire a lungo andare. Sento parlare tutti i giorni di frustrazioni lavorative e di uno stipendio da fame, se paragonato alle responsabilità. C’è addirittura gente che lavora con i voucher… io i voucher li ho presi per fare la barista nella stagione estiva, che non mi sembra proprio la stessa cosa.

Allora mi dico: ma come è possibile che si debba studiare tanto anche solo per passare il test, per poi ritrovarsi o senza lavoro o con uno pseudo-lavoro pagato a voucher?

Io ho già mille preoccupazioni per l’esame di maturità; ho un sacco di cose da studiare per quello, ma ho già iniziato a procurarmi qualche esercizio di allenamento al test d’ingresso. Rimango affascinata e cerco di leggere più cose positive possibili circa gli infermieri. Mi hanno commossa le parole del Papa, ad esempio. Insomma, cerco di farmi coraggio con le cose positive, perché un mio insegnante molto giustamente mi ha detto che noi giovani non dobbiamo perdere la scintilla tipica di chi spera sempre nel futuro. Però ho paura.

Cosa devo fare? Rinunciare al mio sogno? Oppure perseguirlo a tutti i costi nonostante le enormi difficoltà che incontrerò lungo il cammino? La passione per la professione è molto forte, ma ammetto che in alcuni momenti mi sento tanto scoraggiata".

Cinzia, studentessa

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