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Dossier

Il parto senza dolore, e' possibile grazie alla partoanalgesia

di Francesca Gianfrancesco

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Dopo aver aspettato tanto, circa 280 giorni o 40 settimane o 10 mesi lunari, arriva il grande momento. Il parto è un avventura davvero unica che racchiude in sé forse una gioia infinita e il compenso più desiderato dopo un lungo e faticoso cammino chiamato gravidanza.

Ma nella sua unicità c’è un fattore che accomuna tutte le partorienti: il dolore. Il dolore è un fattore fisiologico durante il travaglio ed è una scala in salita fino all’espulsione del feto. Cosi l’immensa emozione di dare alla luce un figlio è rotta da un grido di sofferenza. L’analgesia in travaglio è un modo per trasformare quella sofferenza in un esperienza vissuta pienamente e coscientemente senza essere disorientate e traumatizzate dall’eccessivo dolore. La paziente rimane sveglia, rilassata e cosciente per tutta la durata del travaglio e ciò le consente di apprezzare l'esperienza del parto nella sua completezza con una quasi totale assenza di dolore legato alle contrazioni; il dolore infatti si riduce del 70% circa.

 

L’analgesia epidurale o peridurale in travaglio non è una tecnica altamente diffusa sia per la mancanza all’interno degli ospedali di equipe dedicate (non tutti gli ospedali offrono tale servizio per difficoltà organizzative nella gestione) sia per motivi di ordine culturale o legati alla scarsità di informazioni veritiere sulla tecnica stessa.

 

Le domande più frequenti: Cosa mi faranno? Fa male? Quali rischi corre il mio bambino? È pericolosa? È vero che potrò rimanere paralizzata? L’analgesia epidurale in fase di travaglio viene effettuata con l’inserimento di un cateterino mediante puntura lombare, cioè con un apposito ago si raggiunge lo spazio epidurale e si posiziona il cateterino che permetterà di iniettare i farmaci (naropina e lidocaina) nel tessuto che riveste le fibre nervose che trasmettono il dolore del travaglio. Non interferisce con la normale dinamica del parto ma allevia dolore e stress migliorando la ventilazione materna con una conseguente migliore ossigenazione fetale. Il punto di inserimento verrà preventivamente anestetizzato con anestesia locale per cui l’inserimento dell’ago non comporterà dolore ma solo una sensazione di pressione.

 

La parto analgesia non comporta rischi aggiuntivi per il neonato e non fa correre il rischio di far nascere un bambino poco vivace o assonnato. L'uso della peridurale è legato ad un rallentamento del travaglio di parto trascurabile e in ogni caso non pregiudizievole per il feto. È una tecnica normalmente molto ben tollerata, le complicanze hanno una bassa incidenza e comprendono:

  • la necessità di ricorrere all’uso di farmaci stimolanti la contrattilità dell’utero (ossitocina)
  • lombalgia che generalmente si risolve in pochi giorni senza ricorrere a terapie specifiche
  • mal di testa, che può essere trattato con comuni analgesici o con la posizione distesa
  • complicanze maggiori come ematomi o parestesie sono descritte in un numero limitatissimo di casi.

 

L’allattamento al seno può avvenire sin da subito. In alcuni casi la parto analgesia è particolarmente indicata come nell’ipertensione, nella gestosi, in donne diabetiche, in alcune malattie cardiovascolari e in caso di pregresso distacco della retina, in persone ansiose. In altri casi è invece controindicata come in soggetti affetti da coagulopatie, in corso di terapie coagulanti, in caso di infezioni localizzate nella schiena o in patologie che coinvolgono il sistema nervoso.

 

Funziona sempre? Nel 90% dei casi. È importante ricordare che se si decide di ricorrere alla parto analgesia bisogna prima di tutto parlarne con il proprio ginecologo che vi indicherà il percorso da seguire con l’anestesista, che comprende una visita generale, la presa visione di alcuni esami ematici (soprattutto riguardante la coagulazione) e un eventuale corso pre-parto dove vi verrà illustrata la tecnica nei minimi dettagli.

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