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Pubblico Impiego

Infermieri, aumento di stipendio mangiato dall'inflazione

di Redazione

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È vero che con l'ultimo rinnovo di contratto gli infermieri dipendenti pubblici hanno visto un aumento (esiguo) dello stipendio (che si piazza comunque agli ultimi posti della classifica Ocse), ma è altrettanto vero che questo aumento, di fatto, copre circa la metà dell'inflazione (la stima Istat dice che a dicembre è salita all’11,6%, registrando nel 2022 il dato più alto dal 1985). Va da sé che i dipendenti hanno visto diminuire il valore reale delle loro buste paga con un potere di acquisto sceso di oltre il 7%. E le dichiarazioni del ministro Zangrillo sull'impossibilità di spostare risorse per i rinnovi contrattuali relativi al triennio 2022-2024 non fa ben sperare gli infermieri, né le altre figure del comparto sanità.

Carovita, stretta dell'inflazione sullo stipendio degli infermieri

Le retribuzioni contrattuali medie annue dei dipendenti pubblici - tra il 2013 e settembre 2022 - sono cresciute del 6,7% a fronte di un aumento dei prezzi nello stesso periodo del 13,8%; mentre, nel privato (dirigenza esclusa) si è registrata una crescita dei salari dell’11,6%.

Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto sui rinnovi contrattuali nel pubblico impiego pubblicato dall'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran), che offre un’analisi dei contenuti economici dei nuovi contratti, indicando gli incrementi retributivi riconosciuti per ciascun comparto.

Il rapporto Aran registra incrementi superiori al 4% per tutti i comparti (con minime variazioni tra di essi), a fronte di una crescita dei prezzi dell’IPCA-NEI, nel triennio 2019-2021, del 2% e di un IPCA complessivo del 2,4%.

Gli infermieri italiani sono tra i meno pagati d'Europa. Dopo di noi solo Grecia ed Ungheria

Per avere il quadro complessivo degli incrementi retributivi, però, occorre considerare anche le ulteriori risorse con finalizzazione specifica o destinate a specifici gruppi professionali o settori dei vari comparti, stanziate nella legge di bilancio per il 2022 o in altri provvedimenti normativi.

Per quanto riguarda il comparto sanità, ad esempio, grazie all’indennità di specificità infermieristica, c’è stato un ulteriore 2,9% di incrementi.

Il problema però è che anche il valore reale delle buste paga degli infermieri (gli ultimi dati Ocse confermano che gli infermieri italiani sono tra i meno pagati d'Europa) è sceso a causa dell'inflazione: guardando solo al 2022, si registra una perdita di potere d’acquisto consistente per tutti i comparti a causa dell’inflazione annua acquisita a settembre al 7,1% (con la media annua che a fine anno è salita all’8,1%).

Zangrillo: non ci sono margini per adeguare i salari. Insorgono i sindacati

A preoccupare ancora di più sono le dichiarazioni del ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, che lo scorso 10 gennaio durante l'audizione in Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero, ha sostanzialmente dichiarato che non ci sono risorse per adeguare i salari dei dipendenti pubblici relativamente al rinnovo per il triennio 2022-2024.

Affermazioni definite molto preoccupanti da Domenico Proietti, Commissario Uil-Fpl, che incalza: La questione salariale è particolarmente grave. È necessario sostenere subito i salari dei lavoratori pubblici attraverso un taglio di cinque punti del cuneo fiscale. La Uil-Fpl, continua Proietti, chiede al Ministro di estendere la detassazione del premio di risultato di secondo livello e di ripristinare la modalità di erogazione del TFR dei lavoratori pubblici come per i privati. Due ingiustizie che i lavoratori pubblici subiscono da molti anni e che rappresenterebbero elementi importanti di discontinuità rispetto al recente passato.

Sulla stessa scia, ricordando al ministro Zangrillo che l'una tantum prevista in Legge di Bilancio non è l'indennità di vacanza contrattuale, Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil, che replica così alle affermazioni del ministro della Pa: con un’inflazione a due cifre è un’offesa per milioni di lavoratori dire che non ci sono margini per adeguare i salari dei dipendenti pubblici. Per assumere in sanità, negli enti locali e nel resto delle pubbliche amministrazioni centrali - chiosa la dirigente sindacale - servono tre cose: più risorse alle amministrazioni, cancellare il tetto e i limiti di spesa su assunzioni e salario accessorio, stipendi adeguati. Tre punti sui quali non abbiamo risposte dal governo, per questo la mobilitazione va avanti.

Rinnovi Ccnl, Aran: almeno 3 leggi di bilancio per stanziamento definitivo

Il Rapporto Aran, tra le altre cose, punta i riflettori anche sulle tempistiche dei rinnovi contrattuali, considerando difficile non vedere come sia sempre più urgente una riflessione complessiva sull’intero iter legislativo e procedurale. Questo perché si è ormai consolidata una prassi che rende necessarie almeno tre leggi di bilancio (se non quattro) per arrivare allo stanziamento definitivo - scrive l'Aran -. Tempi non brevi sono necessari anche per le fasi di verifica e controllo successive alla firma della Ipotesi di contratto. Il punto è che, di fatto, si parte con un ritardo strutturale già all’avvio dell’iter negoziale.

Si prenda il rinnovo del Ccnl Sanità relativo al triennio 2019-2021: l’Atto di indirizzo iniziale - continua il Rapporto - che ha di fatto aperto la possibilità per l’Aran di avviare la propria attività di negoziazione, è giunto nell’Aprile del 2021. Secondo una tempistica fisiologica questo avrebbe dovuto avvenire al più tardi entro il primo semestre 2019, ma così non è stato e si è giunti alla sigla definitiva del rinnovo quasi un anno dopo la chiusura del periodo di vigenza.

Questo ormai endemico slittamento temporale, spiega l'Aran, forzatamente si produrrà anche nel prossimo triennio 2022-2024, ad evidenziare una chiara specificità del settore pubblico, relativamente a procedure e pratiche che spesso si è creduto essere facilmente importabili dal settore privato.

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