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Pensioni anticipate per 15 lavori usuranti, firmato il decreto

di Redazione

Pubblico Impiego

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Giuliano Poletti ha firmato il decreto che esenta 15 professioni gravose da adeguamento età pensionabile a speranza di vita. Lo ha reso noto il premier Paolo Gentiloni, per il quale il sistema pensionistico non va scardinato. Vanno protette le fasce più esposte della società. Compresi in queste 15 categorie, anche infermieri e ostetriche ospedalieri che fanno turni di notte.

Pensioni: No aumento età per 15 lavori gravosi, c'è la firma sul decreto

È arrivata la firma sul decreto attuativo che conferma l’accordo sui lavori gravosi del novembre scorso. Ovvero il nuovo decreto ministeriale che, nel quadro della cosiddetta fase due della riforma pensioni, evita di fatto per migliaia di lavoratori impegnati in quindici mansioni considerate gravose, l'adeguamento dell'età pensionabile che, in base all'adeguamento automatico dell'adeguamento all'aspettativa di vita previsto dalla tanto discussa legge Fornero, salirà a 67 anni a partire dal 2019 proprio per effetto dell'automatismo.

Resta dunque l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni a partire dal 2019 (5 mesi in più rispetto ad oggi). E restano le 15 categorie di lavoratori, tra cui gli infermieri che fanno turni notturni, che si salveranno e potranno continuare ad andare in pensione con lo sconto dei cinque mesi.

Solo per queste 15 categorie (operai dell’industria estrattiva, operai dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni, conciatori di pelli e pellicce, conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante, conduttori di mezzi pesanti e camion, personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni, addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza, insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido, facchini e addetti allo spostamento merci, personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia, operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti, operai agricoli, marittimi, pescatori e operai siderurgici di seconda fusione) l’uscita dal lavoro resterà possibile a 66 anni e sette mesi, come adesso. E non salirà a 67 anni, come sarà per tutti gli altri.

Il decreto ministeriale sulle 15 categorie di lavori gravosi consente di allargare la platea dell'Ape sociale e dei precoci per il 2018 e permette nel 2019 e 2020 il pensionamento senza il previsto adeguamento alla speranza di vita a circa 49.800 lavoratori, ha spiegato Stefano Patriarca, uno dei tecnici di Palazzo Chigi che ha lavorato al dossier.

Questi numeri, prosegue, vanno ad aggiungersi ai 69.400 lavoratori che potranno usufruire o dell'Ape sociale (che consente l'uscita dal mercato del lavoro anche con 4 anni di anticipo) o pensionarsi con 41 anni di contributi a qualsiasi età (i precoci). Nel complesso, quindi, tra il 2017 e il 2020 circa 119.200 persone potranno, se vorranno, anticipare l'uscita dal mercato del lavoro senza nessuna penalizzazione della pensione. Tutto ciò con un intervento finanziario a carico dello Stato coerente con le necessità di stabilizzazione finanziaria del bilancio pubblico, sottolinea Patriarca.

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