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Evoluzione delle competenze infermieristiche: per l'ASI necessarie alcune modifiche al documento IPASVI

di Angelo

Competenze

A comunicare a Nurse24.it le proprie osservazioni è stata Paola Arcadi, presidente della già citata Accademia, che presi mouse e tablet ha scritto direttamente a Barbara Mangiacavalli, presidentessa della FNC IPASVI.

PaolaArcadi

Paola Arcadi, presidente dell'Accademia Scienze Infermieristiche fa le sue proposte all'Ipasvi: "modifichiamo alcune questioni e creiamo un documento sulle Competenze degli Infermieri largamente condiviso"

SAN VITTORE OLONA. L’Accademia Scienze Infermieristiche avanza le sue proposte di modifiche ed osservazioni sul recente documento della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI sulla “Evoluzione delle competenze infermieristiche”, presentato lo scorso 4 luglio alle organizzazioni di settore nel corso di un seguitissimo rendez-vous.

A comunicare a Nurse24.it le proprie osservazioni è stata Paola Arcadi, presidente della già citata Accademia, che presi mouse e tablet ha scritto direttamente a Barbara Mangiacavalli, presidente della FNC IPASVI.

Precisiamo che quanto prodotto vuole rappresentare un primo momento di confronto sulla tematica e che le riflessioni contenute toccano gli aspetti generali meritevoli, a nostro avviso, di essere focalizzati in un documento di così ampio respiro - spiega Arcadi - siamo del parere che vi siano ulteriori contenuti nel Documento oggetto di analisi che necessiterebbero di essere riscossi e vogliamo ribadire l’impegno dell’Accademia Scienze Infermieristiche nel fornire la propria disponibilità a contribuire alla discussione sul tema, che ci si auspica possa avvenire nella forma del confronto partecipato con tutti gli attori interessati alla questione.

 

Ma quali e quanti sono le osservazioni dell’ASI?

Premesse – considerazioni generali

Il documento presentato alle Associazioni professionali infermieristiche in data 4 Luglio 2015 rappresenta una tappa importante nel percorso avviato già da tempo in merito allo sviluppo di competenze specialistiche per la professione infermieristica. Proprio in considerazione della durata e della complessità del percorso finora compiuto (le motivazioni all’origine, le scelte compiute durante il percorso, le diverse bozze di documento elaborate dai vari soggetti coinvolti, i limiti impliciti in alcune parti delle precedenti proposte, gli ostacoli e le resistenze incontrate ecc.), si desidera innanzitutto indicare i contenuti del documento presentato che configurano aspetti innovativi rispetto alle versioni precedenti e ritenuti da ASI condivisibili:

    1. il richiamo, più volte dichiarato dalla stessa Presidente Dr.ssa Mangiacavalli in occasione della presentazione del documento, al fatto che le scelte del gruppo di lavoro e del Comitato Centrale nell’elaborazione della proposta trovano fondamento nella considerazione dell’evoluzione dei bisogni di salute della popolazione e delle istanze di assistenza espresse agli infermieri dalle persone assistite;
    2. l’attenzione alla natura delle potenti trasformazioni in atto del sistema sanitario e delle sue forme organizzative, con particolare riferimento ai nuovi modelli di organizzazione dell’ospedale e, soprattutto, allo sviluppo dell'assistenza infermieristica sul territorio, ritenuti legittimamente un’opportunità per la professione stessa;
    3. l’attribuzione al SISTEMA UNIVERSITARIO in via esclusiva dei percorsi formativi per i livelli previsti nella stessa proposta: scelta motivata non solo sulla base del dovuto riconoscimento del luogo più appropriato e qualificato per una formazione avanzata, ma anche abolitiva delle ambiguità delle precedenti proposte che, introducendo una formazione di tipo regionale, rischiano – come affermato dalla stessa Senatrice Silvestro – di generare una specializzazione adattata alle specificità delle singole Regioni.


Le strategie e i passaggi necessari

ASI condivide la volontà di rivedere la Legge 43 per quanto concerne la classificazione dei professionisti sanitari, non solo come precondizione per la definizione di un nuovo profilo di laureato magistrale con competenze specialistiche cliniche, ma anche per rimuovere quell’ingiustificato limite all’accesso alle funzioni di coordinamento per gli attuali dottori magistrali in scienze infermieristiche e ostetriche.


Appare inoltre strategico istituire fin da ora contatti collaborativi con il MIUR e con il mondo accademico, allo scopo di verificare – e promuovere mediante specifici accordi – la concreta possibilità di orientare sia il sistema universitario nel suo insieme, sia l’offerta formativa dei singoli Atenei, verso la progressiva armonizzazione della formazione post-base con la vision del presente documento, stante l’evidente necessità di intervenire in profondità nella revisione degli ordinamenti didattici dei corsi di studio, in particolare – ma non solo – della Laurea Magistrale.

Infatti, la ridefinizione delle competenze in senso intensivo e la proposta di approfondimento dei contenuti relativi a una clinica infermieristica avanzata non possono non considerare alcuni obiettivi attualmente inseriti nel percorso formativo di base; in primo luogo, perché la strutturazione dei core curriculum per i percorsi post-base non può prescindere da un’analisi e da un’eventuale revisione dell’intero impianto della formazione infermieristica e, in secondo luogo – considerate le aree di specializzazione previste – perché alcuni contenuti dell’infermieristica clinica nel triennio di base potrebbero richiedere di essere riconsiderati in funzione di un’eventuale ricollocazione nei percorsi successivi.

Per ciò che concerne la Laurea Magistrale, si sottolineano inoltre alcuni aspetti rilevanti nell’attuale contingenza:

    • il rapporto con le altre professioni sanitarie e, in particolare, con la professione ostetrica, con la quale si condivide l’appartenenza all’attuale Classe di laurea magistrale;
    • i requisiti del sistema di accreditamento delle Università (A.V.A.), che impongono regole decisamente più stringenti nell’attivazione dei corsi di laurea magistrale, rispetto a quelli di perfezionamento o per master.Gli aspetti metodologiciIn considerazione del tempo che ci è concesso per trasmettervi le nostre osservazioni, riteniamo di rinviare ad altro momento le nostre considerazioni nel merito del dibattito sul linguaggio e sulla definizione dei diversi aggettivi di competenza (‘perfezionate’, ‘esperte’, ‘specialistiche’, ‘avanzate’).

      Peraltro, riteniamo doveroso formulare le seguenti osservazioni:



- riteniamo la ‘logica degli assi’ presente nel documento utile ai fini di una comunicazione più semplice e immediata della vision e delle sue proposte operative; tuttavia, rivendichiamo la nostra concezione di uno sviluppo della scienza infermieristica nel segno della complessità e dell’integrazione e, pertanto, di una pratica che combina nella quotidianità clinica e management; concezione che si basa su uno dei risultati più rilevanti della ricerca qualitativa “Di quali bisogni di salute si occupa l’infermiere?”, che ASI ha realizzato in collaborazione con il settore di Scienze infermieristiche dell’Università degli Studi di Brescia nel 2014-15 e che è stata presentata nello scorso febbraio ed è in fase di pubblicazione entro la fine del 2015; la ricerca condotta ha infatti evidenziato, a partire dalle parole dei colleghi impegnati nella clinica, quanto oggi il ruolo dell’infermiere ‘generalista’ sia assolutamente caratterizzato da funzioni cliniche che si accompagnano – in una sorta di relazione stringente e necessaria – a funzioni di garanzia e di governo dei processi assistenziali aventi il fine ultimo di rispondere alle ‘nuove’ domande che gli assistiti e l’entourage portano al professionista infermiere, e che richiedono di possedere competenze clinico-gestionali integrate per poter fornire una risposta efficace.

- riteniamo fondamentale che la ‘clinica’, specie quando ci si riferisce a livelli di competenza diversi da quella generalista, non si riduca mai a tecnica:

- lo richiede la soggettività della persona che si rivolge alle strutture sanitarie e dunque a un’assistenza che deve essere etica e relazione, più che atto tecnico; anche in questo caso facciamo riferimento ai risultati della nostra ricerca, che confermano quanto le richieste degli assistiti e dei caregiver siano particolarmente orientate verso la dimensione relazionale ed educativa dell’assistenza infermieristica, a riprova della necessità di uno sviluppo delle competenze che si muova in tale direzione e che pertanto richiede un ulteriore riflessione sugli obiettivi e sui contenuti della didattica di base e post-base;

- lo richiedono la complessità dei bisogni di salute, l’indifferibilità di una concreta affermazione dei principi della continuità dell’assistenza e dell’integrazione dei professionisti e dei percorsi assistenziali.

Crediamo fortemente che la ridefinizione dei livelli di competenza, nonché dei ruoli e delle funzioni ad essi collegati, debba essere il risultato di un pensiero che parta anzitutto dall’analisi dei bisogni di salute delle persone assistite e dagli esiti clinici attesi

Ci auguriamo che il presente contributo – svolto con spirito costruttivo – possa risultare in qualche modo utile e siamo disponibili a concorrere nella costruzione di occasioni per sviluppare ulteriormente il dibattito culturale, scientifico e metodologico sui presenti temi e auspichiamo un sempre maggior coinvolgimento delle Associazioni Professionali anche e soprattutto nelle fasi di pensiero e progettuali. 


 

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E voi cosa ne pensate delle nuove competenze infermieristiche?

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