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dalla redazione

Igiene delle mani: quando, come e perchè

di Nicol Marcatelli

InfezioniMani

E' un intervento indispensabile per il controllo delle infezioni, è una pratica semplice e molto efficace ma anche complessa per i tanti fattori che possono influenzarla.

RIMINI. Tra i diversi rischi associati all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, quello infettivo, occupa un posto particolare in ragione delle dimensioni del rischio, della complessità dei determinanti e del trend epidemiologico in aumento. Provocano un prolungamento della durata di degenza, disabilità a lungo termine, aumento della resistenza dei microrganismi agli antibiotici, un carico economico aggiuntivo per i sistemi sanitari, per i pazienti e le loro famiglie e una significativa mortalità in eccesso. Il trend epidemiologico della frequenza è in aumento in tutto il mondo.

Studi recenti hanno dimostrato come una grossa quota sia prevenibile grazie a semplici misure come l’igiene delle mani (spesso disattesa secondo la letteratura): fino al 65%–70% dei casi di batteriemie correlate a CVC e di infezioni urinarie correlate a catetere vescicale. Ogni singola infezione dovrebbe essere considerata come un evento avverso da prevenire!

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L’igiene delle mani è un intervento indispensabile per il controllo delle infezioni, è una pratica semplice e molto efficace ma anche complessa per i tanti fattori che possono influenzarla. L’igiene delle mani si può ottenere con: lavaggio con acqua e sapone, frizione con gel idroalcolico o lavaggio con acqua e antisettico. Per raggiungere l’obiettivo non bisogna indossare anelli, monili, braccialetti, unghie artificiali perché comportano un incremento dei germi sulle mani.

Il tema è oggetto di interventi di miglioramento a livello mondiale. Nel 2005 l’OMS ha lanciato una campagna mondiale “Cure pulite sono cure più sicure” basata sulla promozione dell’igiene delle mani. L’adesione da parte degli operatori sanitari e sociosanitari può essere favorita o ostacolata da fattori sociali, culturali, etnici, dalla disponibilità di risorse e dal contesto in cui si opera. La recente introduzione del gel comunque ha consentito di superare molti tra i problemi di non adesione.

L’OMS ha espressamente indicato la frizione alcolica come pratica da preferire, in quanto permette agli operatori di realizzarla direttamente nell’ambiente circostante il paziente, oltre a compensare carenze strutturali e di tempo-lavoro. La frizione può essere utilizzata senza alcuna controindicazione negli adulti e anche per il neonato. È importante però rispettare i tempi di contatto e, per i neonati, attendere l’asciugatura completa delle mani.

I guanti non rappresentano una barriera assoluta e le mani si possono contaminare. È importante ricordare di mantenere in salute le mani e l’applicazione quotidiana di una crema idratante è una buona pratica consigliata. Anche nell’assistenza a domicilio è necessario prevenire la trasmissione di infezioni attraverso l’igiene delle mani, dell’ambiente e delle persone.

L’adesione alla pratica può essere valutata direttamente o indirettamente. Tra i metodi diretti vi è l’osservazione degli operatori, tra i metodi indiretti vi è il monitoraggio del consumo dei gel idroalcolico. La consapevolezza degli operatori sanitari e socio-sanitari sui benefici che derivano dall’igiene delle mani è un obiettivo da perseguire; solo se gli operatori riconoscono a questa pratica il giusto valore attribuito dalla letteratura, si può migliorare la compliance all’igiene delle mani, con la convinzione che le complicanze infettive possono essere prevenute.

(FONTE DATI: MEMO7 ASSR-RER)

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