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lettere al direttore

Il demansionamento mobbizzante, la tecnica di demansionare per indurre il lavoratore a lasciare il posto di lavoro

di Redazione

Avvocatura di Diritto Infermieristico

Gentile Direttore,

Per rispetto di tutti gli iscritti AADI, ai quali, per onestà intellettuale, dobbiamo concedere la possibilità di replicare attraverso chi li rappresenta, contro chi li dipinge come soggetti dalle “Intelligenze limitate che si fanno infinocchiare da specchietti per le allodole”, ci vediamo costretti  nostro malgrado a dover scrivere quest’articolo.

Solitamente, non siamo avvezzi alle diffamazioni a mezzo stampa, ma anzi le combattiamo vivacemente nelle aule giudiziarie, per questo motivo, vorremmo invitare il Presidente Graziano Lebiu, autore dell’articolo diffamatorio nei confronti dell’AADI, a un confronto pubblico dinanzi a molti iscritti e associati AADI e a tutti iscritti IPASVI, che pagano anche il suo stipendio, o i suoi rimborsi, che percepisce per essere presidente Provinciale del collegio IPASVI.

Un primo appunto è doveroso: l’adesione all’AADI è del tutto facoltativa e non si fa forza della legge (ex art. 2, co. 3 L. 43/06) per costringere sotto minaccia di licenziamento gli infermieri a versare un obolo per ottenere poi ……cosa, non è dato sapere, le deduzioni illogiche dell’esimio presidente, sono palesemente confutate dalla giurisprudenza oramai costante.

Il demansionamento non mira a umiliare il lavoratore se non è usato come mezzo di coercizione per una finalità.

Il demansionamento origina dalla necessità di razionalizzare la forza lavoro per massimizzarla rispetto a una spesa ridotta o contenuta.

Demansionare, nel nostro caso, significa pagare uno stipendio d’infermiere per avere un infermiere, forse anche due, e sicuramente un ausiliario.  

Il mobbing invece è una strategia diretta a uniformare le masse cioè i lavoratori per garantirne il controllo.

Il mobbing esita nell’allontanamento dell’infermiere ribelle ma non coincide nel demansionamento.

Il demansionamento mobbizzante è, semplicemente, la tecnica di demansionare per indurre il lavoratore a lasciare il posto di lavoro. Lo scopo è di rendere impossibile la convivenza della vittima tra i colleghi, aumentarne lo stress, l’usura psicofisica a tal punto da indurla a ricercare refrigerio da un’altra parte.

Nel caso degli infermieri, e questo fenomeno sarà esplorato al corso ecm dell’AADI, avviene un paradosso, il mobbing demansionante non può essere facilmente applicato perché l’infermiere e già demansionato quindi, per attuare il mobbing strategico ovvero una dicotomia tra la vittima e i suoi colleghi, la vittima deve essere indotta a rifiutare il demansionamento pretendendo il rispetto dei propri diritti.

In questo modo sulla vittima si creerà la reputazione di lavativa, capace di facilitare la sua dipartita.

Se vuole, potrà esternare le sue tesi difformi, dinanzi ad una platea di 300 persone, affamate di conoscenza e non più disposte a essere asservite a segretari che si autocandidano senza elezioni democratiche, un po’ come avviene, nel Parlamento Italiano da 3 o 4 legislature a  questa parte.

Se si sente pronto a confutare le tesi dell’AADI, saremo ben lieti di ospitarlo gratuitamente, come ospite d’onore, senza però, fornirlo di gettone di presenza, non è nel nostro costume, poiché, l’attività associativa dell’AADI è gratuita.

I membri del consiglio direttivo nazionale sono infermieri forensi e praticanti avvocati che collaborano presso Studi Legali accreditati, regolarmente iscritti agli Ordini.

Questa idea rivoluzionaria che fortifica la categoria infermieristica è stata offerta più volte e per molti anni all’IPASVI di Roma che, naturalmente, non l’ha voluta considerare per il semplice fatto che l’intenzione dei fondatori è sempre stata quella di fare e non di chiacchierare per cui siamo stati costretti a creare un’associazione autonoma rispetto all’IPASVI, pur se con alcune segreterie abbiamo un ottimo rapporto perché non tutti i segretari sono come il presidente di Carbonia-Iglesias.  

La segreteria Nazionale AADI

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