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Inaugurata la sala parto “Caterina Benussi” all’ospedale Lotti di Pontedera

di Redazione

taglio del nastro

«Ogni persona che passa su questa terra lascia un’impronta, ognuno un’impronta diversa...»

targa Caterina Benussi

La targa che ricorda Caterina Benussi

PONTEDERA. Si è svolta nel pomeriggio di venerdì 24 luglio la cerimonia di intitolazione di una sala parto in memoria di Caterina Benussi, la dottoressa che ha lavorato per circa dieci anni nel reparto di ginecologia-ostetricia dell’Ospedale Lotti di Pontedera, scomparsa prematuramente meno di un anno fa.

In un clima di commozione è stato il dr. Massimo Srebot a ricordare Caterina: «ogni persona che passa su questa terra lascia un’impronta, ognuno un’impronta diversa; quella lasciata da Caterina è un’impronta che merita di essere ricordata, non solo nel cuore di chi l’ha conosciuta, ma anche come esempio di onestà, franchezza ed impegno non comune. Per questo vogliamo dedicare alla sua memoria questa sala, con l’auspicio che chi vi nascerà possa impregnarsi delle sue doti».

Presenti molti amici e colleghi di Caterina insieme ai genitori, alla sorella, al marito e ai due figli Ranieri e Matilde che hanno tagliato il nastro della sala parto insieme al Vice Commissario dell’Azienda Usl 5 di Pisa Mauro Maccari e al primario del reparto Massimo Srebot.

È stata la dottoressa Liut, amica e collega di Caterina, dopo aver ringraziato tutti i presenti anche a nome delle colleghe, a tracciarne il profilo: «Caterina illuminava il reparto con il suo sorriso e la sua chiarezza. Nel suo essere così, schietta, sincera, ironica e diretta era riuscita a farsi apprezzare da tutti in un mondo in cui il compromesso e la mediazione troppo spesso hanno la meglio sulla verità. Lei non era una donna di compromesso, metteva linearità e coraggio in tutto quello che faceva: per questo esempio non smetteremo mai di ringraziarla e lascerà in questo reparto un segno indelebile».

Nei prossimi giorni verrà intitolata una sala parto “Caterina Benussi” anche all’Ospedale di Tandagtenga in Burkina Faso che verrà inaugurato e inizierà a lavorare, donando cure e speranza di un futuro migliore a tante persone.

«Siamo certi – ha concluso la dottoressa Liut – che è proprio quello che Caterina avrebbe voluto».

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