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Pubblicare su una rivista scientifica: guida per infermieri

di Gian Domenico Giusti

Anche la professione infermieristica trova nelle riviste un momento importante di progresso e sviluppo, ma riuscire a pubblicare un articolo all’interno di una di esse è un processo che, a volte, può risultare molto complesso.

Le pubblicazioni infemieristiche rappresentano crescita professionale

Pubblicazioni scientifiche, una crescita professionale

Le riviste scientifiche rappresentano un importante tassello nello sviluppo di tutte le professioni; all’interno di queste vengono pubblicati gli articoli frutto di ricerche, esperienze e progetti che contribuiscono alla crescita di un gruppo professionale.

Anche la professione infermieristica trova nelle riviste un momento importante di progresso e sviluppo, ma riuscire a pubblicare un articolo all’interno di una di esse è un processo che, a volte, può risultare molto complesso.

Spesso in sede di progettazione dello studio (sia che si tratti di una ricerca oppure di una revisione della letteratura), occorre già pensare a quale potrà essere il target di persone da raggiungere e quindi a quale rivista indirizzare la diffusione dei risultati.

Pubblicare su riviste internazionali, possibilmente in lingua inglese, aumenta sicuramente la platea che potrà consultare lo studio, ma restringe la disseminazione dei dati all’interno della comunità scientifica italiana a causa della poca propensione alla lettura di riviste internazionali, un po' per le difficoltà di comprensione della lingua, un po' a causa della difficoltà nel reperire gli articoli).

Prima di iniziare la stesura di un elaborato di carattere scientifico, occorre scegliere la rivista a cui inviare l’articolo stesso; una volta individuata, è necessario leggere attentamente le istruzioni per la pubblicazione (che solitamente variano in modo sostanziale da rivista a rivista) ed attenersi a queste durante la strutturazione del testo. Non rispettare le norme editoriali potrebbe causare ritardi o l’esclusione del documento dalla pubblicazione.

Le regole generali

Il lavoro va strutturato seguendo delle regole generali:

  1. l’introduzione deve essere breve e, dopo una revisione della letteratura, occorre definire quali sono le domande che l’autore/ricercatore si è posto nell’intraprendere il progetto di ricerca.
  2. In questa parte dell’articolo la revisione deve riportare solamente gli articoli più importanti e pertinenti, senza dilungarsi troppo nella presentazione degli articoli che lo hanno portato a scegliere quella tematica/problema;
  3. nella sezione “materiali e metodi” va dimostrato al lettore come è stato studiato un determinato argomento, quali sono gli strumenti utilizzati e il percorso intrapreso per raggiungere un determinato obiettivo;
  4. i risultati devono presentare in modo chiaro e il più possibile conciso i principali dati che sono emersi dalla ricerca; è importante cercare di non fornire ogni risultato ottenuto, ma solamente i dati più rappresentativi e significativi, evitando ripetizioni tra il testo, le tabelle e le figure. Quest’ultime devono essere chiare e di facile interpretazione e devono essere complementari al testo;
  5. la discussione è il risultato dei contenuti presentati nelle prime parti dell’elaborato. In questa sezione sono riassunti i punti principali della ricerca, vanno evitate ripetizioni rispetto la parte di presentazione dei risultati. Qui vengono discussi eventuali problemi riguardo i metodi e gli strumenti utilizzati nella presentazione dei dati; si comparano gli esiti ottenuti con quelli di precedenti ricerche valutandone i pregi ed i difetti; dovranno essere presentate eventuali implicazioni per la clinica che emergono dalla ricerca svolta;
  6. al termine della discussione deve essere inserita una breve sezione di conclusioni, dove verranno riportati eventuali spunti di riflessione che emergono dalla ricerca stessa e suggerimenti per l’approccio clinico terapeutico (quando presenti).

L’ultima cosa che deve essere scritta sarà la prima che il lettore leggerà, ovvero l’abstract (o riassunto): questo è una presentazione del lavoro eseguito e ha l’obiettivo di presentare in modo “onesto” l’elaborato, cercando di convincere il lettore a leggere l’intero documento.

L’abstract deve essere scritto seguendo la stessa strutturazione dell’articolo, evitando di ripetere il testo, ma dando la possibilità di comprendere il lavoro di ricerca eseguito.

La bibliografia è una delle sezioni più importanti dell’articolo: ha l’obiettivo di dare al lettore i riferimenti per trovare le affermazioni sostenute. Ogni rivista ha delle richieste differenti per la stesura della bibliografia ed è per questo che, prima di iniziare la procedura di invio (submission), occorre leggere attentamente le norme editoriali.

Sostanzialmente si rifanno a due metodi di scrittura: il Vancouver style - dove le citazioni sono elencate cronologicamente all’interno del testo e in bibliografia poi si trova la citazione completa in base a come si è presentata nell’articolo - e l’Harvard style - dove il cognome dell’autore e l’anno di pubblicazione sono nel testo ed in calce all’articolo sono elencati tutti gli autori in ordine alfabetico.

Il giudizio dei revisori

L’articolo, una volta inviato, verrà sottoposto al “giudizio tra pari”, dove alcuni revisori (chiamati peer reviewers) valuteranno, senza conoscere i nomi degli autori per non subire influenze nel giudicare la ricerca, le caratteristiche dell’elaborato.

I revisori solitamente utilizzano delle schede oggettive per valutare la qualità di un articolo.

L’elaborato potrà essere accettato senza richiedere modifiche - verrà quindi pubblicato - oppure potrà essere accettato richiedendo piccoli o sostanziali riadattamenti; in questo caso ciò comporterà una revisione dell’articolo da parte degli autori per attenersi alle richieste dei peer reviewers.

Nel caso in cui l’articolo venga rifiutato da una rivista, le motivazioni possono essere diverse. Può accadere perché lo studio non rispecchia le aspettative dei revisori e del Comitato Editoriale, perché la rivista non è adatta per quel tipo di ricerca oppure perché i dati e le conclusioni non aggiungono nulla di nuovo al corpo professionale a cui si rivolgono.

Quando l’articolo viene rigettato, lo stesso può essere comunque inviato ad una rivista diversa, ripetendo l’intero processo di submission.

Dove pubblicare

Esistono numerose possibilità verso dove indirizzare i propri contributi; a seconda della platea che si vuole raggiungere e del livello di approfondimento dello studio, le riviste sono molte anche in Italia, a partire da quelle edite dai singoli Collegi provinciali IPASVI fino a quelle che hanno una platea di carattere internazionale.

Le prime solitamente hanno l’obiettivo di presentare articoli che hanno un interesse di carattere locale, le seconde sono inserite in Banche Dati specialistiche (per esempio PubMed, CINAHL, ProQuest, GoogleScholar), sottoposte a peer review da parte di esperti del settore con la possibilità di essere lette da un gran numero di infermieri.

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