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Uaar alla Regione Emilia-Romagna: Basta pagare cure spirituali

di Redazione

Modificare la legge regionale dell'Emilia-Romagna che risale al 1989 "affinché cessi la retribuzione da parte delle Ausl a favore della Curia, per quella che dovrebbe rimanere attività di volontariato quindi gratuita", ovvero l'assistenza dei sacerdoti ai malati ricoverati in ospedale. Lo chiede Uaar (Unione atei agnostici razionalisti), che evidenzia come i preti cattolici ricevano “uno stipendio parificato a quello di un infermiere”.

Uaar: Le cure spirituali siano gratuite e per tutti, anche i non cattolici

Secondo Uaar le cure spirituali nelle Ausl devono essere gratuite

È l'Unione atei agnostici razionalisti (Uaar) a chiedere all'assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi, di mettere mano alla "Disciplina dell'assistenza religiosa nelle strutture di ricovero delle Unità sanitarie locali" che, mediante convenzioni Curia-Ausl, porta uno stipendio parificato a quello di un infermiere" a "ciascuno dei preti cattolici necessari per l'erogazione del "servizio" in base al numero dei posti letto disponibili.

Inoltre la Chiesa cattolica ha, nei vari ospedali, almeno un locale ad uso esclusivo per permettere il raccoglimento dei pazienti e dei loro parenti, oltre che per lo svolgimento di riti religiosi. E anche questo per l'Uaar è un 'privilegio' che deve cessare.

Andando per ordine, per prima cosa viene messo nel mirino il costo della cura spirituale: un esborso per la sanità dell'Emilia-Romagna di oltre i 2,5 milioni annui a mio avviso ingiustificati, per ragioni di proporzionalità e livello o categoria dei corrispondenti stipendi, quanto inopportuni: personalmente infatti trovo ignobile che una religione si faccia pagare per assistere moralmente i malati, scrive Roberto Vuilleumier, coordinatore regionale Uaar, in una lettera a Venturi.

È ora di cambiare, aggiunge, visto anche il sensibile aumento delle persone non credenti ed aderenti a confessioni religiose diverse dalla cattolica ed il riflettersi di questo fenomeno nella tipologia dei pazienti ricoverati.

Alla Regione, l'Uaar chiede anche di essere coadiuvata affinché nel pieno rispetto delle differenti confessioni, culti, fedi viventi, convinzioni filosofiche, 'minori', le Ausl consentano l'utilizzo di un unico locale comune per il raccoglimento e la meditazione dei parenti e dei pazienti"; come pure di agevolare il "rapporto con la Ausl locali per facilitare l'attivazione, laddove possibile, del servizio gratuito di assistenza morale non confessionale.

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