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Procedura

Risonanza magnetica nucleare e assistenza infermieristica

di Francesca Gianfrancesco

La Risonanza magnetica è un esame che, sfruttando le proprietà di un campo magnetico di elevata intensità e di onde elettromagnetiche, permette di avere sezioni del corpo non solo sul piano assiale bensì su tutti gli altri possibili piani su cui un asse può essere disposto nello spazio grazie alla temporanea alterazione degli atomi di idrogeno che costituiscono i tessuti di organi e apparati.

Risonanza magnetica nucleare, cos’è e come funziona l'indagine diagnostica

Esecuzione di una Risonanza magnetica nucleare (RMN)

La Risonanza magnetica (RMN) è un esame ad alta risoluzione diagnostica, che utilizza campi magnetici molto intensi abbinati ad impulsi di radiofrequenze. Questo metodo d’indagine sfrutta la proprietà di un campo magnetico di elevata intensità e di onde elettromagnetiche, le quali determinano una temporanea alterazione degli atomi di idrogeno che costituiscono i tessuti di organi e apparati. Questa alterazione produce segnali che vengono captati dall’apparecchiatura, elaborati e trasformati in immagini.

La Risonanza magnetica permette di avere sezioni del corpo non solo sul piano assiale, bensì su tutti gli altri possibili piani su cui un asse può essere disposto nello spazio; ciò significa che fornisce immagini sul piano frontale, laterale e anche obliquo, da diverse angolazioni.

È una metodica non invasiva, poiché non utilizza radiazioni ionizzanti come altri tipi di metodiche radiologiche e non comporta rischi di danni biologici a lungo termine.

È costituita essenzialmente da un grosso magnete e da bobine che emettono e ricevono onde elettromagnetiche. Queste componenti sono racchiuse in un ampio cilindro cavo, aperto alle estremità e al cui interno scorre il lettino dove viene posizionato il paziente.

Quando si fa la risonanza magnetica

La Risonanza Magnetica Nucleare ha un campo di applicazione molto esteso che comprende patologie dell’apparato muscolo-scheletrico, del sistema nervoso centrale e periferico, del sistema cardio-vascolare, dell’apparato gastro intestinale, del distretto urogenitale e della ghiandola mammaria.

Controindicazioni alla Risonanza magnetica

L’esame non può essere eseguito se si è portatori di:

  • pacemaker cardiaco
  • valvole cardiache metalliche
  • clip vascolari ferromagnetiche
  • catetere di Swan-Ganz
  • elettrodi endocorporei
  • dispositivi elettromeccanici non removibili
  • protesi del cristallino con punti ferromagnetici intraoculari
  • corpi estranei ferromagnetici in sedi vitali o vasi sanguigni
  • alcuni impianti e protesi acustiche interne.

È possibile eseguire la Risonanza Magnetica sotto la responsabilità congiunta medico-paziente nel caso in cui:

  • la paziente sia incinta, dopo il primo trimestre
  • siano presenti clip o altri dispositivi non ferromagnetici
  • siano stati impiantati corpi estranei ferromagnetici ma in sedi non vitali
  • siano presenti protesi ortopediche metalliche (dagli anni ‘90 in poi sono utilizzate in titanio compatibili con la RMN) o protesi mammarie
  • la paziente sia portatrice di IUD o diaframmi uterini.

Risonanza magnetica con mezzo di contrasto

Il mezzo di contrasto che si utilizza durante la Risonanza magnetica è ben diverso da quello utilizzato ad esempio per la Tomografia Assiale Computerizzata (TAC).

Esso infatti non contiene iodio, ma atomi di un elemento raro, il gadolinio. Il gadolinio è una sostanza in genere ben tollerata, che viene iniettata per via endovenosa a bassi dosaggi e che presenta scarsi effetti collaterali. Come ogni farmaco, però, il rischio è quello di una reazione allergica.

Per questo motivo l’eventuale somministrazione del mezzo di contrasto prevede l’incannulazione di un accesso venoso e la disponibilità immediata di tutti gli strumenti (e il personale idoneo) atti a gestire una reazione avversa.

Assistenza infermieristica e la risonanza magnetica

L’infermiere presente in sala diagnostica assicura un’adeguata accoglienza, garantisce assistenza durante tutto l’iter, somministra l’eventuale mezzo di contrasto previo reperimento di un accesso venoso qualora il paziente ne fosse sprovvisto, verifica la corretta esecuzione del percorso dell’indagine ed è inoltre adeguatamente formato per garantire la gestione di un eventuale urgenza cardio-respiratoria o reazione avversa.

Prima dell'esame Dopo l'esame
Verificare la corretta identità del paziente Assicurarsi che il paziente sia in buone condizioni generali
Verificare la presenza e la corretta compilazione da parte del medico richiedente, dell’apposito modulo/questionario che accerta l’idoneità del paziente all’esame e dell’eventuale consenso al mezzo di contrasto  Non ci sono particolari provvedimenti da far attuare al paziente dopo l'esame

Informare il paziente sull’esame: possibili effetti, rischi, durata, ecc.

Chiedere al paziente di urinare (qualora non fosse portatore di catetere vescicale

Accertarsi che sia stato rispettato il digiuno, qualora richiesto

Invitare la persona a rimuovere tutti gli oggetti con componenti metalliche (orologi, gioielli, occhiali, monete, forcine per capelli, spille e quant’altro)

Accertarsi inoltre che abbia rimosso: protesi auricolari esterne, protesi dentali o altro di natura metallica

Far rimuovere eventuale trucco, poiché cosmetici con polveri ferromagnetiche possono produrre degli artefatti nelle immagini

Far spogliare completamente il paziente ad eccezione degli indumenti intimi

Far indossare l’apposito camice con i calzari

Istruire il paziente sull’importanza della completa collaborazione e sulla necessità che resti fermo

Dotare e istruire il paziente all’uso del campanello di allarme

Fornire gli appositi tappi auricolari fonoassorbenti o le cuffie per la musica
Somministrare, se prescritti, sedativi per ridurre l’ansia

Esecuzione della Risonanza magnetica

Durante l’esame è indispensabile che il paziente resti assolutamente fermo. In caso di soggetti poco collaboranti come bambini, persone con gravi disabilità (che possono causare dolore derivante dalla postura) o disturbi psichiatrici, può essere necessaria la sedazione.

Inoltre l’apparecchio di Risonanza magnetica ha una forma cilindrica all’interno del quale viene fatto scivolare il lettino con sopra il paziente e la parte anatomica da studiare si troverà al centro del magnete. Questo può provocare un forte disagio e un senso di claustrofobia. In caso di bisogno, comunque, il paziente può comunicare con il personale tecnico grazie alla presenza di microfoni.

Per alcuni distretti corporei è necessario l’uso di bobine da appoggiare sul corpo del paziente al fine di migliorare l’immagine.

L’esame della prostata, ad esempio, richiede l’inserimento di una bobina endorettale, generalmente ben tollerata.

Per la Risonanza magnetica all’encefalo, invece, il paziente viene dotato di un casco sempre con lo scopo di affinare l’immagine.

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