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Patologia

Alluce valgo: Sintomi, chirurgia e assistenza infermieristica

di Ivan Loddo

L'alluce valgo rappresenta una delle patologie più note e diffuse a carico del piede. Colpisce prevalentemente le donne ed è contraddistinta da una forte predisposizione ereditaria degli elementi che la determinano. L'assistenza infermieristica al paziente con alluce valgo prevede un nursing di tipo preventivo e riabilitativo che mira all'educazione terapeutica del paziente su quelle che sono le abitudini quotidiane dell'assistito che dovranno prevedere il non utilizzo di calzature scomode, troppo strette o inadatte alla normale fisiologia e anatomia del piede.

Alluce valgo: Cos'è, come si manifesta e come si assiste il paziente

L'alluce valgo è una patologia del piede accompagnata da una sintomatologia dolorosa molto forte

L'alluce valgo è definibile come una deformazione pedidea caratterizzata dalla deviazione laterale dell'articolazione metatarso-falangea del primo dito in direzione delle altre dita, determinando la lussazione delle ossa sesamoidi e una generale alterazione della biomeccanica del piede.

In grossa parte dei casi l'alluce valgo è accompagnato da una esostosi importante e dolente, la cosiddetta “cipolla”, data dallo sfregamento della parte interna del piede con la calzatura.

Alluce valgo, cause e fattori predisponenti

L'alluce valgo è una patologia che colpisce prevalentemente le donne in età adulta, non risparmiando comunque le altre fasce di età, compresa quella neonatale, seppur molto raramente.

In letteratura sono descritti diversi concetti sul carattere congenito dell'alluce valgo. Alcuni testi descrivono la patologia come congenita o secondaria, altri autori, descrivendola, definiscono ereditaria la debolezza dei flessori del primo dito del piede e della muscolatura della pianta del piede, elementi che determinano il valgismo dell'alluce.

L'alluce valgo è particolarmente legato al “piede piatto”, la cui struttura anomala interferisce negativamente sui flessori causando appunto il valgismo.

Oltre al fattore congenito e al sesso femminile, altri elementi predisponenti sono da ricercarsi in alcune patologie quali l'artrite reumatoide, la gotta e in altri deficit neuromuscolari e connettivali che comprendono l'ipermobilità dell'articolazione metatarsale e la lunghezza del metatarso stesso, associati ad un ridotto tono muscolare.

Anche i traumi rivestono un fattore che concorre all'insorgenza e sono dovuti nella maggioranza dei casi ad un uso scorretto delle calzature, in particolar modo quelle che non seguono la corretta anatomo-fisiologia del piede: le scarpe modello “décolleté” su tutte, capaci di provocare lesioni a livello del tendine di Achille a causa dell'altezza eccessiva del tacco e alle dita per via del restringimento della calzatura sulla punta.

Il fatto che siano le donne a sviluppare più frequentemente la patologia può essere dovuto proprio alla tipologia di calzature, statisticamente meno fisiologiche rispetto a quelle indossate dagli uomini.

È stato dimostrato da alcune ricerche mediche degli anni ‘80 come il valgismo dell'alluce fosse un fenomeno praticamente assente nel Giappone prima degli anni ‘50 e come si sia sviluppato negli anni a seguire, quando la popolazione giapponese ha iniziato ad indossare scarpe occidentali.

Alluce valgo e aspetti diagnostici

I pazienti si rivolgono agli specialisti a causa del carattere antiestetico della patologia, ma soprattutto per il forte dolore, talvolta invalidante, all'altezza dell'esostosi, avvertito in particolar modo stando in posizione eretta.

La deformazione e l'infiammazione sono talmente evidenti agli occhi del medico che la diagnosi di alluce valgo risulta semplice e tempestiva con un primo esame.

Alla deformazione ossea (“cipolla”) possono essere associate:

  • callosità,
  • ulcerazioni,
  • lesioni ossee.

A fare d'ausilio all'esame obiettivo dell'ortopedico, per una diagnosi precisa sono necessari alcuni esami strumentali:

  • Radiografia del piede in posizione ortostatica
  • Esame baropodometrico

Con l'esame baropodometrico, oltre alla morfologia del piede e alle sue alterazioni statiche e dinamiche, è possibile stabilire l'angolo tra alluce e piede, in modo da classificare la patologia in 4 stadi.

Terapia medica e terapia chirurgica dell’alluce valgo

L'approccio terapeutico nei primi stadi è tipicamente conservativo e prevede sedute di fisioterapia, crioterapia, farmaci topici antinfiammatori e FANS per il dolore.

Non è inusuale l'utilizzo di iniezioni di corticosteroidi per il trattamento dell'infiammazione. Nei casi più gravi è il trattamento chirurgico quello più considerato. Si basa su un’azione chirurgica a livello delle parti molli, ossee o entrambe ed è mirata al riallineamento dell'alluce, al controllo della metatarsalgia centrale e all’eliminazione delle sporgenze ossee della “cipolla”.

Solitamente sono interventi eseguiti in anestesia locale e prevedono l'utilizzo della radiografia per le verifiche finali e intermedie.

Esistono tantissime tecniche chirurgiche per la correzione dell'alluce valgo, tra queste possono essere annoverate:

  • Osteotomia distale del primo osso metatarsale con la tecnica di Austin o Chevron
  • P.D.O. (percutaneous distal osteotomy, osteotomia percutanea distale.

Le dimissioni ospedaliere avvengono nel giro di 24-48 ore, in modo da favorire una precoce deambulazione del paziente, che avverrà con l'utilizzo di apposite calzature.

Assistenza infermieristica in paziente con alluce valgo

L'assistenza infermieristica al paziente con alluce valgo prevede un nursing di tipo preventivo e riabilitativo che mira all'educazione terapeutica del paziente su quelle che sono le abitudini quotidiane dell'assistito che dovranno prevedere il non utilizzo di calzature scomode, troppo strette o inadatte alla normale fisiologia e anatomia del piede.

Il paziente affetto dovrà piuttosto essere istruito all'uso di scarpe ortopediche con un certo grado di elasticità e morbidezza, dotate di una buona adattabilità al piede. Andranno evitate tutte le attività che causano un tempo prolungato in posizione ortostatica e verrà garantita l'applicazione della terapia medica, con particolare attenzione alla valutazione e trattamento del dolore e alla cura generale del piede, soprattutto nel caso di pazienti diabetici, anziani e con insufficienza vascolare.

Nel pre-operatorio, previa valutazione medica, infermieristica e anestesiologica globale, il paziente dovrà rispettare un periodo di digiuno di almeno 6 ore prima di entrare in sala operatoria. In caso di intervento chirurgico con tecnica P.D.O mini invasiva e anestesia locale (tra le più utilizzate in Italia) il paziente, in assenza di complicanze, trascorrerà in sala operatoria un periodo di tempo variabile che va dai 20 ai 40 minuti, nei quali verrà monitorato dall'équipe anestesiologica per tutta la procedura chirurgica.

La ripresa post-operatoria di un paziente clinicamente stabile è quasi immediata. Il paziente ritroverà nel piede una medicazione/bendaggio contenitiva che non dovrà essere rimossa nelle prime settimane e indosserà delle scarpe ortopediche a suola piatta e rigida che permettono un pieno carico.

Sarà comunque necessario far osservare all'operato un periodo di riposo relativo dell'ordine di qualche giorno.

L'infermiere, nell'interesse del paziente, dovrà collaborare con altre figure professionali quali il podologo, il fisioterapista e l'ortopedico, al fine di garantire un'assistenza completa ed efficiente che abbia come obiettivo finale il recupero funzionale della naturale biomeccanica del piede del paziente e l'abbattimento della sintomatologia dolorosa.

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