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Infermiere esperto in comunicazione ipnotica contro il dolore

di Francesca Gianfrancesco

Dolore

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L’infermiere esperto in comunicazione ipnotica è un professionista della salute che, dopo un percorso formativo specifico, ha al proprio arco una freccia in più per erogare un’assistenza di qualità: la padronanza della comunicazione ipnotica, infatti, permette di raggiungere un effetto antidolorifico o antinocicettivo tale da ridurre il dolore almeno del 50% (Casiglia et al., 2007). Lo sanno bene quelli dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino - presidio ospedaliero Le Molinette, dove dal 2008 ad oggi sono stati formati circa 500 operatori con un percorso di base, mentre 20 professionisti hanno ottenuto il titolo di esperto in comunicazione ipnotica dopo un percorso di formazione specialistico.

Comunicazione ipnotica, infermiere esperto in gestione di ansia e dolore

Paziente ipnotizzato

La comunicazione ipnotica è uno strumento in più per l'infermiere nella riduzione di ansia e dolore del paziente

La comunicazione ipnotica è uno strumento efficace che può essere adottato in autonomia dall'infermiere. L'utilizzo di questa metodica consente di ottenere una riduzione dell'ansia e del dolore portando benefici per il paziente, i familiari, i sanitari e vantaggi in termini organizzativi e di riduzione dei costi.

L’implementazione di un Servizio Infermieristico Esperto in Comunicazione Ipnotica nella realtà italiana la si può esaminare presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino - presidio ospedaliero Le Molinette, conseguente ad un'iniziativa condotta nell’ambito dei programmi coordinati dal Comitato Aziendale Ospedale Senza Dolore (COSD), con l'obiettivo di ridurre l'intensità dell'ansia e del dolore percepito durante le procedure invasive.

Dopo molti anni di verifica sugli esiti di questa modalità assistenziale durante le procedure diagnostico-terapeutiche, gli infermieri esperti di comunicazione ipnotica (ASIECI), in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera hanno definito una procedura che riconosce questa competenza individuando la modalità di attuazione nei diversi servizi, dunque strutturando percorsi formativi necessari per gli operatori della salute.

Infermieri e comunicazione ipnotica: L’esperienza Molinette di Torino

Nell’Azienda Molinette, dal 2008 ad oggi, sono stati formati circa 500 operatori con un percorso di base, mentre 20 professionisti hanno ottenuto il titolo di esperto in comunicazione ipnotica dopo un percorso di formazione specialistico.

In ben 5 servizi dell’Azienda si sono poi organizzati tirocini tutorati per rafforzare le competenze acquisite in aula da 49 operatori, in modo da consolidare il patrimonio aziendale di infermieri esperti in comunicazione ipnotica.

Nell’anno 2013 sono stati eseguiti 3200 esami endoscopici con comunicazione ipnotica e più di 1000 pazienti hanno effettuato la broncoscopia con questa modalità, senza che sia stato necessario il ricorso alla sedazione farmacologica.

Questo ha permesso di ridurre i tempi di osservazione post-procedura e di dimettere in sicurezza il paziente una volta concluso l'esame. Molti altri reparti hanno implementato questa modalità assistenziale durante le procedure ottenendo sempre ottimi risultati.

Comunicazione ipnotica come strumento infermieristico: Il razionale

Le competenze avanzate non possono essere intese solamente come una qualche mansione in più nei relativi contesti professionali, ma una diversa e più ampia modalità della «presa in carico» del paziente e dei processi assistenziali che permetta risposte più incisive alle mutate esigenze del contesto sanitario (L.Benci)

L'aspetto relazionale e comunicativo è parte essenziale dell’esercizio nella pratica dell'assistenza infermieristica; apprenderne le metodiche ed utilizzarle attraverso un servizio infermieristico esperto in comunicazione ipnotica significa padroneggiare uno strumento di grande autorevolezza, che permette una presa in carico olistica della persona, aiutandola ad esternare il benessere che si nasconde dietro alla sofferenza e alla malattia.

Il dolore è un fenomeno complesso dove fattori biologici, psicosociali e socioculturali sono fortemente interconnessi. Ad esso sono spesso associati ulteriori problemi, che incidono sulla qualità di vita dell’individuo, come: l’ansia, la depressione e la disabilità, rendendolo un peso significativo sia per la persona stessa che per la società.

I trattamenti standard sono spesso inadeguati; questi prevedono l’uso di farmaci antidolorifici verso cui sono aumentate le preoccupazioni, poiché il loro eccessivo uso a lungo termine aumenta il rischio degli effetti collaterali che incideranno ulteriormente in modo negativo sulla qualità di vita della persona. Questo ha fatto sì che sempre più pazienti iniziassero a cercare il supporto di professionisti sanitari con diverse conoscenze e competenze ottenendo un approccio di assistenza multiplo.

L’Infermieristica non si è fatta trovare impreparata, anzi: con l’acquisizione di competenze innovative e alternative ha prontamente dato risposta alle esigenze dell’individuo e della società.

In fondo uno degli obiettivi dell’assistenza infermieristica è quello di favorire lo sviluppo nel paziente dell’autoefficacia, dell’autodeterminazione, della stima di sé, facendo emergere risorse latenti e portando l’individuo a riappropriarsi consapevolmente del proprio potenziale.

Utilizzare la comunicazione ipnotica nelle procedure invasive permette all’infermiere di portare l’individuo a vivere l’esperienza di cura in modo originale e appropriato, alla ricerca di un maggior benessere psicofisico.

La pratica di utilizzare la comunicazione ipnotica con il paziente durante l’assistenza nelle procedure invasive diagnostico-terapeutiche rientra nelle competenze infermieristiche in quanto si tratta di conoscere ed applicare in modo consapevole la comunicazione, guidando il paziente ad una migliore compliance alla procedura, con il risultato di una riduzione dell’ansia e della percezione del dolore ad essa connesse.

Comunicazione ipnotica, possiamo davvero farlo?

La scuola di ipnosi CIICS organizza corsi formativi specifici per la professione infermieristica. Questi corsi sono accreditati per l’Educazione Continua in Medicina con 50 crediti formativi e la scuola al termine rilascia un attestato di Esperto in comunicazione ipnotica, che indica la possibilità di utilizzare le competenze apprese nell’ambito della professione di infermiere.

L’iscrizione al corso formativo in comunicazione ipnotica del CIICS è sponsorizzato dall’ente pubblico Ipasvi, a ribadirne la liceità.

Ricordiamo che con la Legge n. 43 del 1° febbraio 2006 si è stabilito che gli infermieri possono essere chiamati a svolgere funzioni diverse in relazione alla loro formazione ed esperienza.

La Legge 251 del 10 agosto 2000, invece, apre la stagione delle autonomie, completa il percorso di valorizzazione e responsabilizzazione delle professioni sanitarie e ridisegna le competenze di tutte le professioni sanitarie entro i limiti definiti dai profili professionali e dai codici deontologici.

Inoltre nel Codice Deontologico del gennaio 2009 si legge: L’infermiere si attiva per prevenire e contrastare il dolore e alleviare la sofferenza. Si adopera affinché l’assistito riceva tutti i trattamenti necessari. Con questo articolo si attribuisce all’infermiere un ruolo attivo nel mettere in campo tutte le strategie necessarie e atte a prevenire e contrastare il dolore e la sofferenza della persona assistita.

Dunque possiamo davvero farlo? La risposta è sicuramente: sì.

Ipnosi, alcuni cenni

Il fenomeno ipnotico come tale è sempre esistito e benché abbia conosciuto nel corso dei secoli denominazioni diverse si ipotizza che la più antica descrizione dell'ipnosi si trovi addirittura nella Bibbia (Genesi 2:21-22).

Charles Arthur Musès scrive di aver trovato un’antica registrazione di una seduta ipnotica nella incisione di una stele egizia risalente al regno di Ramesse XI, circa 3000 anni fa.

I sacerdoti e gli stregoni di molti popoli primitivi praticavano vere e proprie forme, seppur rudimentali, d'ipnoterapia: attraverso particolari musiche e danze veniva indotto una sorta di "magico sonno", durante il quale apparivano improvvise visioni, il dolore poteva essere mitigato e gli effetti spiacevoli dimenticati.

L'associazione dell'ipnosi con la magia durò a lungo ostacolando seriamente lo studio scientifico di tale fenomeno. Di questo legame però ancora oggi, almeno nella concezione popolare, sono rimaste tracce evidenti.

Nel 1800 l'ipnosi medica veniva utilizzata come alternativa a farmaci anestetici che non erano stati ancora scoperti.

Solo all'inizio del XX secolo è nuovamente cresciuto l'interesse da parte della comunità medica per l'ipnosi. La storia recente dell'ipnosi inizia come tecnica alternativa all'anestesia, per poi essere studiata come metodo complementare e solo negli ultimi anni è stata sperimentata come strumento aggiuntivo alla sedazione cosciente (Lang & Rosen,202; Facco et al 2013).

Le definizioni dell'ipnosi

In letteratura sono riportate numerose definizioni di ipnosi.

Quella tutta italiana appartiene al dott. Granone nel suo “Trattato di ipnosi” (UTET, 1990): Possibilità di indurre in un soggetto un particolare stato psico-fisico, che permette di influire sulle sue condizioni psichiche, somatiche, viscerali, per mezzo del rapporto tra il soggetto e l'ipnotizzatore. Tale particolare stato è caratterizzato dalla prevalenza delle funzioni rappresentative-emotive su quelle critico-intellettive, da fenomeni di ideoplasia controllata e da dissociazioni parziali di dissociazione psichica. L'ideoplasia è un'idea sulla quale il soggetto è concentrato e talmente coinvolto, che tutto ciò che accade attorno a sé acquisisce un minor interesse. Non significa però che il soggetto perda coscienza, ma solo che è completamente assorbito dall'esperienza interna che sta vivendo.

La capacità di creare analgesia in ipnosi è una delle caratteristiche di maggior interesse per il campo medico e infermieristico.

La neurofisiologia dell’ipnosi

Se in passato non esistevano degli strumenti in grado di dare una prova tangibile dell’efficacia dell’ipnosi, lo sviluppo delle tecniche di tomografia assiale computerizzata e risonanza magnetica ha permesso di osservare come funziona il cervello durante un’induzione ipnotica, affiancandosi ai resoconti soggettivi delle persone ipnotizzate e dando conferma di quello che i soggetti riportavano.

La novità dell’analgesia ipnotica sta nell’evidenza empirica della sua efficacia emersa negli ultimi due decenni. Infatti, studi clinici sul dolore acuto e cronico hanno dimostrato che è effettivamente valida ed efficace e ha effetti misurabili in aree cerebrali note per essere coinvolte nella trasformazione del dolore.

Attualmente la teoria neurofisiologica - che sembra la più attendibile - postula che il rilassamento provocato durante l’induzione deprime il sistema reticolare attivatore ascendente provocando una riduzione dell’attività corticale.

La ripetizione monotona (suggestione verbale o stimolazione ripetitiva) crea un’inibizione corticale che si estende di zona in zona secondo il principio dei riflessi condizionanti di Pavlov. La corteccia invia a sua volta influssi inibitori alla sostanza reticolare che controlla l’ansa gamma sistema, che interviene nel mantenimento del tono muscolare, il che provoca il rilassamento.

Il messaggio di distensione e di calma agisce sulla via emotivo-affettiva a livello del sistema libico e dell’ipotalamo. Questa azione inibisce anche l’ansa gamma e rinforza ancor più la miorisoluzione e la depressione dell’attività reticolare. Così il rilassamento e la suggestione verbale monotona contribuiscono ambedue alla riduzione delle stimolazioni reticolari aventi per conseguenza l’ipovigilanza e la miorisoluzione mediante il noto meccanismo di feed-back.

Lo stato mentale d’ipnosi è quindi uno stato fisiologico e dinamico, che sviluppa una particolare partecipazione mente-corpo con la quale il soggetto riesce ad influire sulle proprie condizioni psichiche e fisiche grazie al manifestarsi di fenomeni fisicamente evidenti, che sono l’espressione della potenza di un’immagine (monoideismo plastico), inducendo rassicurazione e tranquillità nel paziente in difficoltà, favorendo la collaborazione e la cura, riducendo l’ansia e la percezione del dolore. Alcuni studi hanno permesso di osservare come l’effetto antidolorifico o antinocicettivo dell’ipnosi è tale da ridurre il dolore almeno del 50% (Casiglia et al., 2007).

I campi di applicazione dell’ipnosi

I campi di applicazione di tale disciplina sono vari e numerosi:

  • Nella riduzione del dolore nei disturbi gastrointestinali come ulcere, colon irritabile, colite, morbo di Crohn
  • Nella riduzione del dolore di disturbi dermatologici come eczemi, herpes, neurodermite, prurito, psoriasi, verruche
  • Nella riduzione del dolore acuto e cronico come mal di schiena, dolore oncologico, mal di testa ed emicranie, artrite o reumatismi
  • Nella riduzione di nausea e vomito come sintomi conseguenti alla chemioterapia
  • Nello stabilizzare il flusso ematico
  • Nella gestione dell’ansia in eventi acuti respiratori correlati ad allergie, in particolare dell’asma
  • Nella riduzione dell’ipertensione e nelle procedure invasive vascolari
  • Nella riduzione del dolore correlato alla sostituzione delle medicazioni su ferite da ustioni di secondo grado ed oltre
  • In chirurgia come analgesico, soprattutto nelle situazioni in cui l'anestesia farmacologica sia controindicata a causa di allergie o ipersensibilità, o in alcune condizioni in cui il paziente debba essere in grado di rispondere a domande o direttive del chirurgo
  • Durante il parto e per ridurre la nausea determinata dalla gravidanza
  • Come alternativa all’anestesia farmacologica in contesti odontoiatrici
  • Riduzione dell’ansia e dolore correlata a procedure invasive in regime ambulatoriale
  • Nella riduzione dell’ansia, attraverso il blocco della reazione simpatica dovuta a stress (ne determina l’ansiolisi)
  • Riduzione ansia e dolore nel paziente pediatrico

L’uso di questa tecnica è controindicato in quei soggetti con un compromesso rapporto con la realtà, oppure oligofrenici o con difficoltà di apprendimento.

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Commenti (1)

Mro06

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1 commenti

Sempre un gradino in basso...

#1

In tutto il mondo l'ipnotista é riconosciuto come un professionista che ha seguito corsi e specializzazioni ma non un percorso accademico. Come al solito in Italia siamo indietro di almeno 100 anni, infatti gli unici che possono praticare di ipnosi sono medici e psicoterapeuti. Ma non siamo noi stessi professionisti ? O dottori in infermieristica? Allora perché a noi (infermieri) come contentino, ci danno la possibilità di utilizzare la comunicazione ipnotica e invece nel resto del mondo una persona, con solo corsi a pagamento, può ipnotizzare? Chiunque pratica ipnosi può tranquillamente affermare che si tratta di comunicazione verbale o non verbale. Grazie alla quale si può portare il soggetto o il paziente in una condizione ipnotica. Si parla tanto di valorizzazione Infermieristica e io penso che anche se l'ipnosi è una piccola nicchia potremmo iniziare da questo ed essere valorizzati.