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Salute

Gimbe: Governo al bivio per il futuro del nostro Ssn

di Leila Ben Salah

La Fondazione Gimbe ha presentato oggi alla Sala Capitolare del Senato della Repubblica il terzo Rapporto sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. La Fondazione Gimbe - esordisce il presidente Nino Cartabellotta - ribadisce che non esiste alcun disegno occulto di smantellamento e privatizzazione del Servizio sanitario nazionale, ma continua a mancare un piano preciso di salvataggio. Nella consapevolezza che la sanità rappresenta sia un considerevole capitolo di spesa pubblica da ottimizzare, sia una leva di sviluppo economico da sostenere, il Rapporto valuta con una prospettiva di medio termine il tema della sostenibilità del Ssn, ripartendo dal suo obiettivo primario: promuovere, mantenere e recuperare la salute delle persone.

Gimbe: Senza finanziamenti si passi al sistema misto

Il Rapporto si apre con i risultati di una revisione sistematica delle "classifiche" internazionali che valutano le performance dei sistemi sanitari. Occorre fermare le strumentalizzazioni nel dibattito pubblico e nelle comunicazioni istituzionali - puntualizza il presidente - che decantano prestigiose posizioni del nostro Ssn in classifiche ormai obsolete (secondo posto nella classifica Oms del 2000 con dati 1997), oppure che mettono in relazione l'aspettativa di vita con la spesa sanitaria pro-capite (terzo posto nella classifica Bloomberg) per cui meno spendiamo più scaliamo la classifica, visto che la longevità dipende soprattutto da altre ragioni.

Il sistema più completo e aggiornato per individuare le aree di miglioramento è quello dell'Ocse, che non stila tuttavia nessuna classifica: al fine di condividere le criticità e valutare le azioni necessarie per allinearsi a standard internazionali, il Rapporto ha analizzato 194 indicatori riportando per 151 di essi la posizione in classifica del nostro Ssn, il dato nazionale e la media Ocse. Il Rapporto analizza poi la spesa sanitaria 2016 che, secondo le stime effettuate, ammonta a 157,613 miliardi di cui: 112,182 miliardi di spesa pubblica; 45,431 miliardi di spesa privata di cui 5,601 miliardi di spesa intermediata (3,831 miliardi da fondi sanitari, 0,593 miliardi da polizze individuali, 1,177 miliardi da altri enti) e 39,830 miliardi di spesa a carico delle famiglie (out-of-pocket).

Al di là di rivalutare cifre assolute e composizione percentuale della spesa sanitaria - spiega Nino Cartabellotta - la vera sfida è identificare il ritorno in termini di salute delle risorse investite (value for money): le nostre stime preliminari dimostrano che il 19% della spesa pubblica, almeno il 40% di quella out-of-pocket ed il 50% di quella intermediata non producono alcun ritorno in termini di salute.

Il piano di salvataggio del Ssn

Il Rapporto si chiude con il "piano di salvataggio" del Ssn elaborato dalla Fondazione Gimbe: Visto che le azioni del prossimo esecutivo saranno cruciali per il futuro del Ssn - conclude Cartabellotta - i 12 punti programmatici del piano di salvataggio costituiranno il riferimento dell'Osservatorio Gimbe per monitorare il programma di governo per la sanità perché il diritto alla tutela della salute degli italiani è oggi più che mai condizionato da scelte politiche. Se si intende realmente preservare la più grande conquista dei cittadini italiani, oltre ad aumentare il ritorno in termini di salute del denaro investito in sanità, è indispensabile invertire la rotta sul finanziamento pubblico. In alternativa, occorrerà governare adeguatamente la transizione a un sistema misto, al fine di evitare una lenta involuzione del Ssn che finirebbe per creare una sanità a doppio binario, sgretolando i principi di universalismo ed equità che da 40 anni costituiscono il Dna del nostro Servizio sanitario nazionale.

Giornalista

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