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Wound Care

Terapia a pressione negativa nella gestione di ulcere infette

di Rosa Colella

La terapia a pressione negativa (NPWT) è un’applicazione controllata e localizzata di una pressione sub atmosferica in corrispondenza di una ferita. La terapia a pressione negativa è un sistema che include una pompa da vuoto, un tubo per il drenaggio, un serbatoio di raccolta fluidi e sostanze di scarto e un set di medicazione utilizzati per stimolare e promuovere i processi di guarigione.

Cos’è la terapia a pressione negativa e come funziona

Applicazione di terapia a pressione negativa su una ferita

La terapia a pressione negativa (NPWT) rappresenta - insieme alla terapia iperbarica, terapia con gel piastrinico e innesti di cute - un trattamento aggiuntivo usato in wound care nel momento in cui l’ulcera non raggiunge segni di guarigione significativi con medicazioni avanzate.

Nota anche con diversi acronimi, quali NPWT (Negative pressure wound therapy), TPN (terapia a pressione negativa), NPT (negative pressure therapy), rappresenta a tutti gli effetti una terapia esercitata sui tessuti al fine di stimolare e promuovere i processi di guarigione, motivo per cui l’applicazione della stessa dev’essere seguita da uno specialist/esperto del settore.

Nonostante le evidenze scientifiche dimostrino vantaggi sia dal punto di vista clinico che economico, il sistema NPWT spesso è considerato un trattamento costoso, cosicché in alcune realtà si predilige il trattamento standard per la cura delle ulcere.

Tuttavia una corretta valutazione economica deve considerare il costo complessivo del trattamento ospedaliero o ambulatoriale, includendo i tempi di presa in carico, gli eventi avversi e il tempo di assistenza infermieristica necessario per trattare un’ulcera, non soffermandosi al solo costo della singola medicazione giornaliera.

Controindicazioni alla TPN

L’utilizzo della TPN è controindicato in queste tipologie di ferite e/o condizioni (FDA 2011):

  • tessuto necrotico con presenza di escara
  • osteomieliti non trattate
  • fistole non enteriche e non esplorate (in questo caso si consiglia una radiografia o ecografia dei tessuti molli di controllo per visionare l’entità della tunnellizzazione)
  • esposizione importante di osso (se presente una minima esposizione ossea favorire prima la ricrescita del tessuto con medicazioni avanzate e poi rivalutare per riposizionamento della TPN)
  • lesioni neoplastiche
  • esposizione di vasi
  • esposizione di nervi
  • esposizione di anastomosi
  • esposizione di organi.

Trattamento delle ulcere infette con terapia a pressione negativa

L’infezione rappresenta un vero e proprio ostacolo alla guarigione. Il tessuto infetto non permette agli antibiotici sistemici di penetrare e agire, né alle cellule proliferative di rigenerarsi. Un corretto trattamento di una qualsiasi ferita infetta richiede l’abbinamento di un trattamento topico (corretta antisepsi, corrette medicazioni antibatteriche) all’antibiotico adeguato come strategia ideale di trattamento.

Le medicazioni interattive sono quelle medicazioni che interagiscono con il tessuto e aiutano a favorire il microambiente umido ideale per la guarigione. Le medicazioni con argento, anch’esse interattive, rappresentano il gold standard per il trattamento di una infezione, l’argento infatti ha la proprietà di favorire la morte della cellula batterica.

Altri prodotti molto efficaci sono garze con PHMB, con capacità idrofobiche in grado di captare le cellule batteriche e impregnarle nella garza, rimuovendole dal tessuto; l’innovativo gel a rilascio ROS che favorendo reazioni reattive all’ossigeno sul tessuto libera radicali liberi e stimola l’attività delle cellule fagocitiche per un‘azione antibatterica.

L’impiego della terapia a pressione negativa nelle ulcere infette richiede particolare cautela.

Linee guida Regione Emilia-Romagna

Secondo le linee guida della regione Emilia Romagna:

  • L’uso della TPN è controindicato nelle lesioni infette che presentano infezioni profonde per le quali il gold standard di trattamento è il debridement (chirurgico, enzimatico o autolitico)
  • L’utilizzo della TPN può essere considerato come trattamento successivo alla toilette chirurgica e in corso di terapia antibiotica mirata.

Per l’applicazione della TPN occorre che il 35% del letto della ferita sia deterso. Tra i vari ostacoli all’applicazione della terapia topica negativa oltre all’infezione profonda, ci sono presenza di necrosi/slough abbondante, presenza di biofilm.

È fondamentale quindi applicare i principi del T.I.M.E. per rimuovere gli ostacoli maggiori alla guarigione, che impediscono alla terapia negativa applicata di agire in modo adeguato.

In base alla sede anatomica nel monitoraggio dello stato di un’ulcera infetta è importante considerare l’esecuzione di:

  • un’indagine radiografica, che permette di visionare se l’infezione interessa l’osso (osteomielite) e aiuta ad evidenziare presenza di importanti tunnellizzazioni o fistole sottostanti
  • ecografia dei tessuti molli;
  • esami ematochimici e colturali di controllo.
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