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Patologia

Calcolosi delle vie urinarie

di Francesca Gianfrancesco

Per calcolosi delle vie urinarie si intende la presenza di un calcolo - cioè la formazione di aggregati di minerali e sostanze organiche, di dimensioni variabili - contenuto all’interno delle cavità escretrici del sistema urinario, dai calici all’uretra. La calcolosi (o litìasi dal greco lithos, sasso) è una delle condizioni patologiche più frequenti in ambito urologico e si stima in aumento anche nella popolazione generale. L’ostruzione può riguardare tutto l’apparato urinario e in base alla localizzazione si parla di calcolosi renale, calcolosi ureterale e calcolosi vescicale. I calcoli vengono classificati in base alla loro composizione chimica: i calcoli contenenti calcio o ossalato di calcio rappresentano circa il 70% del totale, mentre tra quelli privi di calcio i più frequenti sono quelli composti da acido urico.

Sintomi di calcolosi urinaria

Immagine ecografica di calcolo renale

La sintomatologia della calcolosi delle vie urinarie varia a seconda della posizione del calcolo, quindi in base al tratto ostruito. Il sintomo principale è la cosiddetta colica, cioè un dolore crampiforme molto intenso, localizzato e associato a malessere generale, talvolta nausea e vomito.

  1. La colica renale è determinata da una distensione acuta della via escretrice e provoca un dolore lombare costante che si irradia anteriormente;
  2. La colica ureterale si presenta con dolore intermittente che parte dal fianco e si irradia verso il basso all’inguine e nella parte interna della coscia;
  3. La calcolosi vescicale si presenta invece con minzione dolorosa, ematuria, dolore nel quadrante ipogastrico e nicturia (ripetuti risvegli notturni per urinare).

Calcolosi urinaria e fattori di rischio

L’epidemiologia della calcolosi urinaria è messa in stretta relazione con razza, dieta, fattori climatici oltre che con l’obesità, la familiarità, la presenza di malformazioni renali e lo scarso apporto idrico.

È più frequente negli uomini, di razza bianca (probabilmente a causa delle abitudini alimentari) di età compresa tra i 30 e i 60 anni. Molti studi hanno evidenziato il nesso tra una dieta ricca di proteine animali e l’aumento di calcolosi urinaria.

Inoltre si registra un’incidenza maggiore di calcolosi urinaria nelle regioni più calde (o nelle stagioni più calde), poiché l’aumentata traspirazione cutanea (sudore) implica una diminuzione del volume urinario.

Il volume urinario ridotto comporta un aumento della concentrazione di calcio e di acido ossalico e una diminuzione del ph urinario che favoriscono la formazione dei calcoli.

Diagnosi di calcolosi urinaria

Una anamnesi accurata è il primo indispensabile passo per tracciare un iter diagnostico efficace e rapido: familiarità, abitudini alimentari, apporto idrico, anamnesi positiva per precedenti episodi o interventi chirurgici, storie di nefropatie familiari risultano essere elementi molto utili.

Le indagini raccomandate comprendono:

L’ecografia renale è indicata nella valutazione routinaria dei pazienti con sospetta calcolosi urinaria e, associata ad un Rx diretta addome, consente di avere informazioni soddisfacenti sulla natura e sulla localizzazione del calcolo.

Come si cura la calcolosi urinaria

Il trattamento del dolore diventa cruciale nelle calcolosi urinarie. I farmaci di prima scelta sono i FANS, analgesici e oppiacei.

Non è raccomandato l’uso di FANS e un’idratazione forzata volta alla facilitazione dell’espulsione del calcolo; la somministrazione dei FANS deve essere rivolta invece solo al controllo del dolore, mentre l’idratazione deve essere tale da mantenere un buon apporto idrico.

L’approccio terapeutico è differente in base alla localizzazione, alla composizione e alla dimensione del calcolo, nonché alle condizioni del paziente.

Nelle forme non attive il trattamento dietetico-idropinico risulta sufficiente: una dieta normoproteica, normocalorica e normosodica più un apporto di acqua tale da mantenere il volume della diuresi di circa 2 litri/die e il monitoraggio costituiscono la prima soluzione.

Nelle forme attive, invece, il trattamento dietetico-idropinico deve essere associato alla terapia farmacologica che può essere volta o alla dissoluzione del calcolo o alla facilitazione dell’espulsione.

Tra le opzioni terapeutiche c’è anche la rimozione attiva tramite procedure invasive, come:

  • litotrissia extracorporea a onde d’urto (ESWL)
  • ureterorenoscopia (URS) con litotrissia
  • nefropielolitotomia

Calcolosi urinaria, l’approccio multidisciplinare

Compatibilmente con le risorse disponibili, sarebbe opportuno seguire il paziente nel tempo con un approccio multidisciplinare che comprenda un follow-up stretto, educazione terapeutica del paziente e dei suoi familiari e visite domiciliari da parte di staff specialistico.

Il follow up deve avere diversi obiettivi, che vanno dalla valutazione del successo della metodica utilizzata per trattare la calcolosi, alla ricerca di co-fattori di rischio o alla diagnosi precoce di recidiva.

L’educazione terapeutica deve includere non solo una cura che il paziente sia in grado di comprendere ed accettare, ma anche un piano dietetico in cui sia indicato un giusto apporto di acqua, una dieta povera di sodio e la riduzione dell’apporto di proteine animali. Implementare l’empowerment è il punto focale dell’approccio multidisciplinare.


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