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rischio infettivo

Ridurre le infezioni delle vie urinarie da catetere vescicale

di Daniela Accorgi

Una revisione della letteratura ha evidenziato come tra il 21% e il 63% dei cateteri vescicali siano posizionati senza un’appropriata indicazione e che sono lasciati in sito oltre il necessario aumentando il rischio di sviluppare infezioni. Questa condizione dimostra l’esigenza di integrare la competenza professionale e i sistemi monitoraggio in tema di inserimento e gestione del catetere vescicale con interventi che permettano di valutare l’appropriatezza del cateterismo e strumenti che favoriscono la rimozione tempestiva del dispositivo medico.

Interventi su appropriatezza e promozione della rimozione del CV

Catetere vescicale in sala operatoria

Le infezioni delle vie urinarie (IVU) sono le più comuni fra quelle correlate all’assistenza (~ 40%). Circa l’80% di queste infezioni sono correlate al cateterismo vescicale.

Ogni giorno di permanenza del catetere vescicale aumenta del 5% la possibilità di sviluppare una batteriuria asintomatica fino al 100% dopo 4 settimane. Circa 1-4 % dei pazienti con batteriuria svilupperà un’infezione con il rischio di incrementare i pazienti con sepsi.

Per ridurre le complicanze infettive le procedure prodotte e diffuse presso le nostre strutture sanitarie fanno riferimento alle indicazioni contenute nelle principali linee guida in relazione alle misure da applicare durante il posizionamento del CV e la sua gestione.

Poca attenzione viene data all’utilizzo inappropriato del cateterismo che secondo una revisione può variare tra il 21-63 % e ad alla prolungata permanenza del dispositivo quando non ci sono più indicazioni all’utilizzo.

Ridurre l’utilizzo inappropriato del cateterismo vescicale

Alcune attività sono risultate efficaci nell’intervenire su questi due aspetti. Per ridurre l’utilizzo inappropriato si è intervenuto attraverso una restrizione al posizionamento del catetere vescicale secondo le indicazioni delle linee guida adattandole ad alcuni specifici contesti assistenziali.

Indicazione all’inserimento del CV secondo le linee guida del CDC 2009


Esempi di indicazione appropriata per il CV
Ritenzione urinaria acuta o ostruzione urinaria
Necessità di rilevare con precisione la quantità delle urine dei pazienti critici

Applicazione peri operatoria per procedure chirurgiche selezionate:

1. Pazienti sottoposti ad interventi urologici o altri interventi su strutture contigue al tratto genitourinario

2. Posizionamento anticipato in previsione di interventi chirurgici prolungati: in questi casi il CV andrebbe rimosso nell’immediato post-operatorio

3. Pazienti per i quali è prevista l’infusione di grandi quantitativi di liquidi o di diuretici durante l’intervento

4. Necessità di misurare la diuresi nell’intraoperatorio

Per aiutare la guarigione di lesioni cutanee sacrali o perineali nei pazienti incontinenti
Per migliorare il comfort nei pazienti terminali
Pazienti per i quali è necessaria una immobilizzazione prolungata (ad esempio, lesioni toraciche o della colonna vertebrale lombare, molteplici lesioni traumatiche come le fratture pelviche)
Esempi di utilizzo inappropriato del CV
Come sostituto dell’assistenza infermieristica nei pazienti incontinenti
Come mezzo per la raccolta di campioni urinari per esami di laboratorio
Prolungamento nel postoperatorio senza indicazioni appropriate (ad esempio, la riparazione strutturale dell’uretra o strutture contigue, effetto prolungato di anestesia epidurale, ecc).

Promuovere la rimozione tempestiva del catetere vescicale

Per quanto riguarda invece la promozione della rimozione tempestiva sono state utilizzate misure che mantengono la consapevolezza da parte degli operatori della presenza del CV e la necessità della rimozione. Sono stati proposti e sperimentati due strumenti quali i “reminder” e gli “stop order”.

Reminder

I reminder sono dei promemoria frequenti almeno ad ogni turno o una volta al giorno per ricordare a medici e infermieri la presenza del CV. I promemoria possono essere delle chec-klist giornaliere, dei reminder verbali o scritti o dei promemoria adesivi da attaccare alla cartella del paziente o alla sacca di drenaggio.

Stop order

Gli stop order vanno oltre i promemoria, perché creano le condizioni per sollecitare gli operatori alla rimozione dopo un periodo di tempo e dopo il termine della condizione clinica che ha reso necessario il CV.

Alcuni stop order richiedono che la prescrizione del CV venga rinnovata dal medico ogni 24-48 ore dopo il ricovero e ne venga prescritta la rimozione, in altre l’infermiere è autorizzato sulla base di lista di criteri a rimuovere il CV senza chiedere l’autorizzazione al medico.

Una revisione sistematica e una meta-analisi di 14 studi hanno dimostrato che l’utilizzo in 9 interventi di reminder e in 5 interventi di stop order ha portato una riduzione del 52% delle infezioni e una riduzione di 2,61 giorni di cateterizzazione per i pazienti del gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo.

L’utilizzo degli interventi di rimozione può determinare il rischio di una rimozione precoce che comporta una successiva ri-cateterizzazione e per questo è necessario fare un attento monitoraggio di questo fenomeno.

I risultati dimostrano che la riduzione delle infezioni correlate all’assistenza passa anche dall’appropriatezza nell’utilizzo del cateterismo vescicale, così come tutti i dispositivi medici invasivi. Oggi le cartelle cliniche informatizzate ci possono permettere di intervenire nel predisporre strumenti e controllo dell’appropriatezza e della rimozione e permettere un’attenta sorveglianza di questi fenomeni al fine di realizzare interventi attenti e puntuali sulle criticità che emergono.

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