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COVID-19

Polemiche sull'obbligatorietà del vaccino

di Redazione

Vaccino anti Covid obbligatorio in Italia sì, no o solo per alcune categorie? Si apre il dibattito e intanto a medico negazionista Asl TO4 taglia lo stipendio. Mentre gli infermieri, riferisce Mangiacavalli, hanno cominciato una riflessione su questo tema che porteremo avanti nei prossimi giorni. Ne discuteremo in Comitato centrale per delineare una posizione comune in merito ad un possibile obbligo per legge.

Vaccino anti Covid, le spaccature sull'obbligo in Italia

L'obbligatorietà del vaccino anti Covid sta facendo molto discutere in Italia

L'obbligatorietà della vaccinazione anti-Covid fa discutere il mondo scientifico. Renderei obbligatorio il vaccino anti-Covid solo quando sarà chiarito che la persona vaccinata non è più contagiosa per gli altri, ossia che il vaccino garantisca sia il vaccinato che chi ancora non ha avuto la dose.

Lo ha detto all'ANSA il presidente della Consulta di Bioetica Maurizio Mori. In questa fase - ha aggiunto - bisogna essere duttili, insistere sull'obbligo finirebbe per provocare solo delle alzate di scudi. Questo è un momento in cui serve maggiore chiarezza, far capire alla gente che se il vaccino è sicuro, farlo è nell'interesse sia dell'individuo che della collettività.

Sarei abbastanza cauto rispetto all'ipotesi di obbligatorietà per il vaccino anti-Covid: ritengo che eticamente obbligare ad un trattamento sanitario debba rappresentare assolutamente un'eccezione. Ad affermarlo è il presidente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) Lorenzo D'Avack, sottolineando come, in questa prima fase, è fondamentale incentivare la propaganda a favore delle vaccinazione. L'obbligo dovrebbe essere considerato come una extrema ratio.

Professionisti sanitari e vaccino anti Covid

Tutti gli operatori sanitari, a partire dai medici, devono vaccinarsi contro il Covid e se non vogliono essere vaccinati devono essere sospesi dal servizio perché, appunto, non possono essere idonei al servizio che svolgono. È la posizione espressa all'ANSA da Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma.

Ci sono cioè, sottolinea Ippolito, delle categorie professionali che devono essere vaccinate assolutamente; questo per proteggere se stessi ma anche gli altri, per i contatti estesi che le stesse categorie devono avere con la popolazione. Chi non lo accetta non può esercitare quelle determinate professioni. Per questo, spiega, "tutti gli operatori sanitari non possono esimersi dall'essere vaccinati, poichè rappresentano fonti di rischio per gli altri". Dinanzi ad un rifiuto della vaccinazione anti-Covid, conclude il direttore scientifico dello Spallanzani, andrebbero sospesi dal servizio, poiché non idonei al suo svolgimento.

La posizione degli infermieri

Vaccinarsi contro Covid è, per gli infermieri, un obbligo morale. Ma, rispetto a eventuali opposizioni, credo sia importante lavorare a livello culturale più che pensare a imposizioni. Se però lo Stato dovesse decidere per un obbligo legale, noi ovviamente rispetteremo le indicazioni.

Così Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri (Fnopi), tra i primi vaccinati al V-Day di domenica 27 dicembre, spiega all'Adnkronos il punto di vista della categoria su un'eventuale obbligatorietà.

Gli infermieri, riferisce Mangiacavalli, hanno cominciato una riflessione su questo tema che porteremo avanti nei prossimi giorni. Ne discuteremo in Comitato centrale, l'organo di governo della Federazione, per delineare una posizione comune in merito ad un possibile obbligo per legge.

Medico negazionista sanzionato nel torinese

Una sanzione disciplinare per aver diffuso sul web teorie negazioniste sulla pandemia. È quanto ha deciso l'Asl To4 nei confronti di un medico di famiglia con studio a Borgaro, nel Torinese.

In un video il medico sollevava forti dubbi sull'esistenza della pandemia e sull'efficacia del vaccino antinfluenzale, citando fonti non meglio specificate del Pentagono. Dopo l'inchiesta della procura di Ivrea per procurato allarme e la segnalazione all'ordine dei medici, l'Asl ha disposto la sanzione disciplinare che consiste nella riduzione dello stipendio nella misura del 20% per 5 mesi cinque a partire dal 31 dicembre.

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