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Ordine Infermieri

Trento: l'assistenza infermieristica è degli infermieri

di Redazione

L'Ordine delle professioni infermieristiche della Provincia di Trento respinge totalmente, sia nella forma che nei contenuti, la delibera della Regione Veneto (n. 305 del 16/03/2021) e diffida dall’intraprendere iniziative e atti che, per sopperire alle carenze delle dotazioni infermieristiche nelle strutture sanitarie per anziani, mettano a rischio la salute dei cittadini e denigrino la professionalità degli infermieri. Così, in una missiva indirizzata ai vertici della Provincia Autonoma, il presidente Daniel Pedrotti.

No all’attribuzione di competenze proprie dell’infermiere ad altre figure

Anche Opi Trento (dopo le prese di posizione di Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Campania) ha espresso la propria posizione di contrarietà all’attribuzione di competenze proprie dell’infermiere ad altre figure.

In una lettera inviata alle massime autorità della Provincia Autonoma e alla FNOPI, l’ordine sottolinea che l’assistenza infermieristica è necessaria e insostituibile con un fabbisogno in costante aumento, considerati i bisogni di salute sempre più complessi e ad alta valenza sanitaria, in particolare degli anziani e delle persone fragili ospiti in Strutture Residenziali e Semiresidenziali. Il diritto di assistenza sanitaria per tutte le persone ospiti di RSA deve garantire i principi di sicurezza e qualità. Pertanto, è indispensabile che la risposta ai bisogni di salute e di assistenza dei cittadini preveda standard quantitativi e qualitativi adeguati di professionisti ed operatori sanitari a garanzia della tutela della salute quale fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività come sancito dall’articolo 32 della Costituzione.

Senza nulla togliere al supporto prezioso e indispensabile che gli OSS hanno dato e stanno dando nell’assistenza dei pazienti – scrive ancora il presidente Opi Trento Daniel Pedrotti – non è ammissibile, nemmeno per brevi periodi di tempo, nell’emergenza della pandemia e con una formazione complementare, attribuire ad altre figure professionali competenze proprie dell’infermiere, ponendo a serio rischio sia la persona assistita che gli stessi operatori e configurando anche profili di dubbia legittimità e responsabilità professionale.

Tutto ciò premesso, lo scrivente Ordine respinge totalmente, sia nella forma che nei contenuti, la sopracitata delibera della Regione Veneto e diffida dall’intraprendere iniziative e atti che, per sopperire alle carenze delle dotazioni infermieristiche nelle strutture sanitarie per anziani, mettano a rischio la salute dei cittadini e denigrino la professionalità degli infermieri.

L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Trento ricorda che anche recentemente, ha più volte evidenziato formalmente all’Assessorato alla salute, congiuntamente a proposte concrete, che le dotazioni infermieristiche nelle RSA sono gravemente sottodimensionate, così come l’elevato turnover di infermieri (molti infermieri in occasione di un concorso in APSS lasciano le RSA) e la costante difficoltà di reclutamento degli stessi per l’evidente necessità di investire sull’attrattività dell’assistenza all’anziano anche in questi contesti di cura.

Si rinnova pertanto – conclude la lettera – l’invito ad attivare con lo scrivente Ordine, nella sua qualità di Ente Sussidiario dello Stato, e con gli altri attori coinvolti, un tavolo di confronto finalizzato ad un’analisi partecipata per delineare strategie condivise a tutela della salute dei cittadini, della sicurezza dei professionisti sanitari e per la valorizzazione concreta della qualificazione universitaria e delle competenze degli infermieri.

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