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Mangiacavalli: non è la tecnica che identifica la professione

di Sara Di Santo

Dall’indennità di specificità infermieristica al vincolo di esclusività. Dall'obbligo vaccinale per i sanitari alla necessità di riformare la formazione universitaria e di implementare i percorsi magistrali ad indirizzo clinico. Dalla delibera sugli Oss della Regione Veneto al nodo della rappresentanza professionale, politica e sindacale. Di questo e tanto altro ancora Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), ha parlato nel corso di una lunga intervista con il Direttore di Nurse24.it, Ferdinando Iacuaniello.

Mangiacavalli: oggi tutti sanno chi sono gli infermieri

Confermata presidente Fnopi per il prossimo quadriennio (2021-2024), Barbara Mangicavalli fa il punto su diversi punti caldi legati alla professione infermieristica, che nell'annus horribilis della pandemia da Covid-19 ha visto, giocoforza, i riflettori puntati su di sé.

Che ci sia voluta una pandemia perché la figura dell’infermiere venisse scorporata dalla massa informe dei “non medici” agli occhi dei non addetti ai lavori fa riflettere, ma nel 2020 è diventato palese che il sistema sanitario nazionale si fonda sul lavoro di infermieri e medici e oggi quando si parla di infermieri tutti sanno di chi si sta parlando, afferma Mangiacavalli.

Un risultato riscontrabile anche nei provvedimenti normativi del 2020, uno su tutti: il riconoscimento del principio di specificità infermieristica introdotto con la finanziaria. Un risultato non di poco conto – continua la presidente Fnopi – perché sancire questo principio significa mettere un punto fermo da cui far partire eventuali altre analisi di tipo contrattuale, giuridico e professionale.

Il dialogo con la politica

La professione infermieristica, con il suo apporto, è in grado di potenziare e rendere più efficace il sistema sanitario nazionale. Sul dialogo con la politica però – che in questi mesi è stato intenso e serrato – c’è ancora tanto da lavorare, sia a livello regionale che a livello nazionale.

Quella infermieristica – spiega Mangiacavalli – è una professione che si è affacciata sulla scena politico-istituzionale in questi ultimi anni ed è ancora nella fase in cui deve portare le evidenze di quello che fa, ovvero deve convincere l’interlocutore politico con i dati relativi alle differenze in termini di esiti di salute dell’avere o meno un’assistenza infermieristica qualificata.

Incompatibilità etica di rappresentanza

La strada per fare dei passi in avanti su questo passa senz’altro per il tema della rappresentanza: professionale, sindacale e politica. Si tratta di tre rappresentanze fondamentali e complementari – continua Mangiacavalli – su cui gli infermieri si devono impegnare in maniera importante.

Quindi assolutamente sì alla necessità di aumentare il numero di infermieri che si occupino di politica, di sindacato e di rappresentanza professionale, purché però non si faccia confusione: sono tre tipi di rappresentanza che parlano e usano metodi e strumenti diversi, con obiettivi e finalità diverse ancorché complementari – sottolinea Mangiacavalli – ed è importante che convivano, si integrino, ma non vengano esercitate in doppi ruoli.

Questo perché è ancora troppo alto il rischio che si confondano le connotazioni; un esempio? Ci sono ancora assessori regionali che fanno fatica ad incontrare gli Ordini, perché li hanno confusi con le rappresentanze sindacali e questo non possiamo permettercelo.

Obbligo vaccinale anti Covid-19 per i sanitari

Il Decreto legge 01/04/2021 n. 44 ha confermato l'obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari, con sospensione dall’esercizio della professione sanitaria e la prestazione dell’attività lavorativa in caso di mancata adesione e rischio di stop allo stipendio.

La Federazione sostiene la vaccinazione, senza se e senza ma - ribadisce la presidente Fnopi – come elemento di tutela della salute e dell’assistito. Ma la tutela riguarda anche gli infermieri stessi.

Le evidenze, infatti, hanno dimostrato in maniera lampante che i contagi tra i sanitari sono drasticamente diminuiti dalla prima ondata alla terza, in seguito proprio alla vaccinazione del personale sanitario: questa è già di per sé l’evidenza della portata in termini di salute pubblica della vaccinazione.

Per quanto riguarda i colleghi che la pensano diversamente (è il caso dei manifestanti scesi in piazza a Roma l’11 aprile) la palla passa agli Ordini provinciali di riferimento; saranno loro a valutare e ad agire secondo le indicazioni del Codice deontologico, chiosa Mangiacavalli.

Dallo stop al vincolo di esclusività alla delibera del "super OSS"

Sulla questione vincolo di esclusività e sulla tanto discussa delibera della Regione Veneto sulla formazione complementare degli OSS la presidente Fnopi ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

OSS Veneto, Mangiacavalli: una delibera dalla lettura audace

È vero che con la delibera n. 305/2021la Regione Veneto si è lanciata in una lettura giuridica di allargamento di una serie di perimetri abbastanza audace, sottolinea Mangiacavalli (tanto che la Federazione, in supporto a quanto già fatto dal coordinamento Opi regionale, ha dato mandato agli uffici legali di impugnare la delibera stessa), ma è altrettanto vero che il nocciolo della questione va cercato in una visione a più ampio raggio.

L’attività protetta dell’infermiere non è il singolo atto tecnico. Se la mia identità professionale passa dalla siringa e non passa dal processo decisionale e di governo anche degli altri operatori che collaborano alla definizione del percorso assistenziale e degli esiti dell'assistenza allora abbiamo ancora qualche problema all'interno della professione ed è per questo che dobbiamo investire in maniera più importante nella formazione

Insomma, è di questo che si tratta (e che è diventato improcrastinabile): chiudere con l’epoca dei provvedimenti tampone per sopperire alle carenze professionali e ridisegnare il sistema.

Infermieri e vincolo di esclusività

Ma è il tema del vincolo di esclusività – o, meglio, di come (non) è stato analizzato da una fetta importante di colleghi – che in particolare lascia l’amaro in bocca, perché sono arrivati attacchi aprioristici e banalizzanti basati su una bozza e non sulla versione finale del decreto (che deve ancora percorre il processo di conversione in legge) invece della messa a disposizione delle teste di tutti e della disponibilità di tutti per lavorare sulla conversione in legge.

Fra poche ore scadono gli emendamenti. Nessuno si è proposto per dare un supporto alla Federazione su come provare a trasformare questi emendamenti. Nessuno. Lo farà ancora una volta la Federazione, da sola, ma ne è capace

Ai futuri infermieri devono insegnare gli infermieri più qualificati

Da qualunque parte la si guardi, il problema di fondo per la professione è sempre e soprattutto di natura culturale. Ecco che la riforma dell’iter formativo di livello universitario - parallelo ad un graduale ampliamento dei numeri programmati per le lauree in Infermieristica con l’obiettivo di assicurare flussi costanti di infermieri in rapporto alle esigenze dei servizi negli anni a venire - rappresenta uno dei punti cardine per il nuovo mandato della Federazione.

Auspico che presto il dibattito si possa spostare dal dibattito sulla prestazione al dibattito su un concetto di presa in carico e di governo di processo decisionale infermieristico

Staccarsi dal mero atto tecnico in favore di una forma mentis orientata al governo dei processi: è questo l’obiettivo su cui lavorare. E perché questo accada, perché si crei e si trasmetta cultura e identità infermieristica, è necessario incrementare il numero dei nostri professori ordinari, dei professori associati e dei ricercatori.

Lo ha ribadito anche Marisa Cantarelli in una recente intervista: ad insegnare ai futuri infermieri devono essere gli infermieri. Non solo: a farlo, aggiunge Mangiacavalli, devono essere i più qualificati.

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