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salute mentale

Disturbo bipolare

di Monica Vaccaretti

Il disturbo bipolare o Maniac-Depressive Disorder era in passato definito sindrome maniaco-depressiva. È una patologia che fa parte dei disturbi dell'umore. Umore indica uno stato emotivo persistente che, quando estremo, altera sentimenti, pensieri e comportamenti. Si definisce bipolare perché sono presenti due estremi o poli: la depressione e la mania.

Caratteristiche del disturbo bipolare

Il disturbo bipolare è causa di stati emotivi estremi come depressione e mania

Il disturbo bipolare, che colpisce circa il 4% della popolazione giovane statunitense secondo i dati epidemiologici americani, si caratterizza per il verificarsi di episodi depressivi che si alternano ad uno o più episodi di umore elevato. Generalmente gli episodi maniacali terminano più bruscamente e sono più brevi (solitamente nel giro di una settimana), rispetto a quelli di depressione.

La persona bipolare può essere infinitamente triste con perdita di interesse nella vita e poi vivere periodi di estrema esaltazione. Un umore elevato può includere un'ampia serie di stati d'animo, a partire dall'umore normale all'ipomania sino alla mania. La mania e la sua forma meno grave (ipomania) sono caratterizzate da una grande energia che porta ad un’eccessiva attività fisica e ad una sensazione di esaltazione sproporzionata rispetto alla situazione.

Nelle presentazioni più intense la persona con disturbo bipolare può sperimentare alterazioni dei processi di pensiero che possono manifestarsi con sintomi psicotici quali deliri bizzarri, allucinazioni e fissazioni. I soggetti che ne soffrono hanno un rischio 15 volte maggiore di tentare o commettere suicidio nel corso della vita rispetto alla popolazione generale. Il rischio di suicidio risulta essere particolarmente elevato negli episodi misti, ossia quando la depressione e la mania o l'ipomania si verificano in un unico episodio.

Eziologia di disturbo bipolare

L'eziologia non è nota. Si ritiene che fattori genetici, ereditari, biochimici e psicosociali favoriscano lo sviluppo del disturbo. Una delle cause potrebbe essere un’alterazione della regolazione dei neurotrasmettitori norepinefrina e serotonina. Nel 65% dei casi di gemelli monozigoti si nota una predisposizione alla malattia. Il rischio risulta aumentato dal 4 al 24% nei familiari di primo grado di pazienti con disturbo bipolare.

Le evidenze scientifiche indicano una correlazione con geni difettosi sui cromosomi 18 e 21. Si sono notati inoltre livelli plasmatici di noradrenalina, livelli urinari di MHPG e di uptake piastrinico della serotonina più bassi e livelli di litio plasmatico nei globuli rossi maggiori rispetto ai pazienti con disturbo dell'umore. Si ritiene anche che le patologie del sistema limbico, dei gangli della base e dell'ipotalamo possano contribuire allo sviluppo di disturbi dell'umore. Fattori psicosociali stressanti sembra abbiano un ruolo importante nelle fasi precoci della malattia.

Teorici della psicoanalisi sostengono inoltre che mania ed ipomania possono essere considerate una difesa contro la depressione. Si è rilevato che elevati livelli di ormoni tiroidei (ipertiroidismo) possono favorire i sintomi maniacali. Infine, sostanze come la cocaina e le anfetamine possono causare o scatenare gli episodi maniacali.

Classificazione dei disturbi bipolari

Secondo l'American Psychiatric Association, nel Manuale Diagnsotico e Statistico dei Disturbi Mentali, i disturbi bipolari sono classificati, in base alle caratteristiche dei sintomi, in I, II e disturbo ciclotimico. Nel disturbo bipolare di tipo I si verifica un unico episodio maniacale, in anamnesi non si evidenzia nessun episodio depressivo maggiore, l'episodio maniacale non dipende da un disturbo schizoaffettivo, l'episodio maniacale non è sovrapposto a schizofrenia, disturbo schizofreniforme, disturbo delirante o disturbo psicotico. Sono specifici sintomi misti con una psicosi severa, remissione e caratteristiche catatoniche, ad esordio nel post-partum.

Nel disturbo bipolare tipo II dall'anamnesi risulta uno o più episodi depressivi maggiori e almeno un episodio ipomaniacale, escludendo un episodio maniacale o misto. I sintomi causano disagio significativo oppure calo del funzionamento sociale o lavorativo. Sono tipici la fase ipomaniacale e quella depressiva.

Disturbo ciclotimico

Nel disturbo ciclotimico in un periodo di due anni sono stati presenti numerosi periodi senza sintomi ipomaniacali e numerosi periodi di sintomi depressivi che non soddisfano tuttavia i criteri per l'episodio depressivo maggiore. Durante i due anni il paziente non è mai stato libero dai sintomi per più di due mesi alla volta. Nei primi due anni dall'insorgenza del disturbo non sono stati presenti episodi depressivi maggiori, episodi maniacali o misti. I sintomi non dipendono da una condizione medica generale e causano disagio significativo o provocano alterazioni in tutte le aeree importanti.

Gli episodi sintomatici si alternano a periodi di remissioni. I sintomi possono durare poche ore, settimane o mesi, da tre a sei. Si definiscono cicli i periodi che vanno dalla data di insorgenza di un episodio alla data di quello successivo. La durata dei cicli è variabile e soggettiva.

Sintomi del disturbo bipolare

È definito disturbo bipolare a cicli rapidi quando gli episodi sono frequenti (oltre quattro in un anno). Generalmente gli episodi non sono così frequenti e nonostante questa grande variabilità soggettiva la durata del ciclo per ciascuna persona è di solito regolare. L'umore è instabile, può essere elevato o irritabile sino all'agitazione grave. Ridere, scherzare e parlare di continuo sono sintomi tipici. La familiarità con gli interlocutori può essere inadeguata, esagerata.

Altri sintomi sono incessante attività o intraprendere moltissime attività ma portarne a termine solo poche, iperattività da lieve a severa, spendere grandi somme di denaro, aumento dell'appetito, attività sessuali indiscriminate, scarsità di sonno sino all'insonnia, abbigliamento esotico o bizzarro, incapacità di concentrazione. Caratteristica è l'alterazione dei processi del pensiero chiamata “fuga delle idee”; è presente, inoltre, un linguaggio logorroico spesso con contenuti sessuali espliciti ed un allentamento dei nessi associativi in base ad assonanze piuttosto che in base ai contenuti.

Deliri ed allucinazioni sono altri sintomi che si osservano spesso. Nella mania il soggetto si sente esuberante ed esaltato, troppo sicuro di sé e crede di essere nel suo migliore stato mentale possibile. Nella depressione pensa ed agisce lentamente, vive un senso di tristezza inutilità e colpa, non sa prendere decisioni, è letargico, spento.

Diagnosi e trattamento del disturbo bipolare

La diagnosi si basa su un esame psicofisico completo e su strumenti di valutazione con scale specifiche, la Scala di Valutazione della Mania e il Mini Mental Status Examination. Non esistono caratteristiche, nelle indagini di laboratorio, in grado di distinguere gli episodi depressivi della depressione unipolare dagli episodi depressivi del disturbo bipolare I e II. È necessaria una valutazione completa per poter escludere la presenza di altre condizioni mediche.

Nella fase acuta il trattamento consiste in una ospedalizzazione psichiatrica o in regime ambulatoriale a seconda della severità della malattia, incluso il grado di mania/depressione così come il rischio di procurarsi dei danni o di procurarli agli altri.

Il trattamento ospedaliero è rivolto alla gestione farmacologica e alla psicoterapia di supporto, che è finalizzata ad alleviare i sintomi acuti di mania. I trattamenti farmacologici prevedono farmaci per stabilizzare l'umore – come il litio e alcuni farmaci anticonvulsivanti come la gabapentina (Neurontin) e il valproato (Depakin) - agenti neurolettici per le alterazioni psicotiche acute del pensiero, benzodiazepine come il clonazepam (Rivotril) o il lorazepam (Tavor) per l'agitazione acuta.

Quando gli stabilizzatori dell'umore non alleviano la depressione può essere indicata talvolta la terapia elettroconvulsivante, così come la fototerapia può essere utile nel disturbo bipolare stagionale. Si consiglia spesso anche la psicoterapia, individuale e di gruppo, per aiutare a far comprendere il disturbo e i suoi effetti al paziente e ai suoi familiari.

Fondamentale è l'educazione sanitaria sui farmaci da assumere, sui sintomi da riconoscere non appena insorgono e sui modi per evitare la loro insorgenza. Il supporto di gruppi di sostegno deve essere integrato con quello dei familiari, da coinvolgere nel trattamento per un migliore raggiungimento dei risultati attesi.

I pazienti in terapia con litio possono sviluppare tossicità correlata con alti livelli ematici, pertanto vanno tenuti sotto monitoraggio periodico. La terapia iniziale richiede controlli quotidiani fino al raggiungimento dei livelli terapeutici, si raccomanda in seguito il monitoraggio dapprima settimanale e quindi mensile. La tossicità al litio è correlata con diminuiti livelli di sodio e con idratazione inadeguata. Pertanto, i pazienti che assumono litio devono assumere un normale apporto di sodio e bere da 2 a 3 litri di acqua al giorno.

Un disturbo bipolare non trattato può portare ad esaurimento fisico. Per le scarse capacità di giudizio possono svilupparsi problemi di alcol e abuso di sostanze che causano rotture nel contesto familiare. Possono esacerbarsi condizioni mediche concomitanti.

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