Nurse24.it

COVID-19

Efficacia dei vaccini contro la variante delta

di Giacomo Sebastiano Canova

Sono stati recentemente pubblicati sul prestigioso New England Journal of Medicine i risultati di uno studio volto ad indagare l’efficacia dei vaccini prodotti da Pfizer e Moderna contro la variante Delta del SARS-CoV-2. I risultati sono incoraggianti e mostrano che l’efficacia dei due vaccini analizzati contro questa variante diminuisce di poco rispetto alla protezione offerta contro le altre varianti in circolazione.

Variante delta lo studio sull'efficacia dei vaccini

La variante B.1.617.2 (delta) è stata rilevata per la prima volta in India nel dicembre 2020 ed è diventata la variante più comunemente segnalata a partire da metà aprile 2021. Al 19 maggio 2021, la variante era stata rilevata in 43 paesi di tutti e sei i continenti. La variante delta si caratterizzata dalle mutazioni della proteina spike T19R, Δ157-158, L452R, T478K, D614G, P681R e D950N. Molte di queste mutazioni possono influenzare le risposte immunitarie dirette verso le regioni antigeniche chiave della proteina legante il recettore (452 ​​​e 478) e delezione di parte del dominio N-terminale. P681R si trova nel sito di scissione S1 - S2, e sembra che i ceppi con mutazioni in quel sito possano avere un aumento della replicazione, che porta a carichi virali più elevati e una maggiore trasmissibilità.

Dato che i dati sull’efficacia dei vaccini attualmente in commercio contro gli esiti clinici di questa variante sono limitati, un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio volto a stimare l’efficacia di due vaccini Covid-19, BNT162b2 (Pfizer) e ChAdOx1 nCoV-19 (AstraZeneca), contro la malattia sintomatica causata dalla variante delta.

Variante delta: risultati dello studio sull'efficacia dei vaccini

Tra tutti i campioni sequenziati che sono stati collegati al set di dati del test SARS-CoV-2, il 92,9% è stato collegato ai dati sullo stato di vaccinazione. Nel corso del periodo di studio, ci sono stati 38.592 test sequenziali collegati. In un’analisi che si è limitata a includere solamente le persone di almeno 16 anni di età che avevano un Covid-19 sintomatico causato dalla variante alfa o delta e che erano state vaccinate con ChAdOx1 nCoV-19 o BNT162b2 secondo un programma appropriato, sono stati inclusi 19.109 casi: 14.837 da variante alfa e 4272 da variante delta.

Nell’analisi condotta raggruppando i dati derivanti dalle persone che avevano ricevuto uno dei due vaccini, l’efficacia era notevolmente inferiore dopo la prima dose di vaccino tra le persone con la variante delta (30,7%; IC 95%, 25,2 - 35,7) rispetto a quelli con la variante alfa (48,7%; IC 95%, 45,5 - 51,7). I risultati per la prima dose erano simili per entrambi i vaccini, con una differenza assoluta nell’efficacia del vaccino contro la variante delta rispetto alla variante alfa di 11,9 punti percentuali con il vaccino BNT162b2 e 18,7 punti percentuali con il vaccino ChAdOx1 nCoV-19.

La differenza nell’efficacia del vaccino era molto minore tra le persone che avevano ricevuto la seconda dose di vaccino. Nell’analisi "qualsiasi vaccino", l’efficacia del vaccino è stata dell’87,5% (IC 95%, 85,1 - 89,5) con la variante alfa e del 79,6% (IC 95%, 76,7 - 82,1) con la variante delta. Con il vaccino BNT162b2, è stata osservata una piccola differenza di efficacia tra le varianti dopo la seconda dose: 93,7% (IC 95%, 91,6 - 95,3) con la variante alfa e 88,0% (IC 95%, 85,3 - 90,1) con la variante delta. L’efficacia con due dosi del vaccino ChAdOx1 nCoV-19 era inferiore rispetto al vaccino BNT162b2; tuttavia, con il vaccino ChAdOx1 nCoV-19, la differenza di efficacia tra le varianti alfa e delta era piccola (rispettivamente 74,5% [IC 95%, 68,4 - 79,4] e 67,0% [IC 95%, 61,3 - 71,8]).

In conclusione, dunque, sono stati riscontrati alti livelli di efficacia del vaccino contro la malattia sintomatica con la variante delta dopo la somministrazione di due dosi vaccinali. Queste stime sono leggermente inferiori alla stima dell’efficacia del vaccino contro la variante alfa, e l’evidenza di una ridotta efficacia dopo la prima dose deve sostenere gli sforzi per massimizzare la somministrazione del vaccino con due dosi tra i gruppi vulnerabili nel contesto della circolazione della variante delta.

Commento (0)