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vaccino anti covid-19

Efficacia della terza dose

di Giacomo Sebastiano Canova

Il 30 luglio 2021 è stata approvata in Israele la somministrazione di una terza dose del vaccino a RNA messaggero BNT162b2 prodotto da Pfizer/BioNTech per le persone di età pari o superiore a 60 anni e che avessero ricevuto una seconda dose di vaccino almeno 5 mesi prima. A distanza di qualche mese dalla terza somministrazione sono stati pubblicati i risultati in termini di efficacia, i quali hanno mostrato come i tassi di Covid-19 e di conseguente malattia grave erano sostanzialmente inferiori.

Vaccino anti Covid-19 Pfizer/BioNTech ed efficacia della terza dose

Nel tentativo di affrontare la sfida presentata dalla variante delta e di ridurre il carico sul sistema sanitario, le autorità israeliane hanno approvato la somministrazione di una dose di richiamo prima alle popolazioni ad alto rischio - il 12 luglio 2021 - e poi alle persone che avevano 60 anni o più, il 30 luglio 2021.

Gli studi iniziali hanno suggerito che una dose di richiamo del vaccino BNT162b2 ha dimostrato essere in grado di aumentare il livello di neutralizzazione anticorpale di un fattore di circa 10 volte, in media, rispetto al livello dopo una seconda dose. In questo senso, si pensa che un aumento del titolo di neutralizzazione possa portare a una maggiore protezione contro le infezioni e le malattie gravi. Tuttavia, in termini di reale efficacia, l’entità di tale effetto rimane poco chiara.

Per questo motivo alcuni ricercatori hanno analizzato i dati iniziali presenti nel database del Ministero della Salute israeliano al fine di valutare i tassi di infezione confermata e di malattia grave tra i partecipanti di età pari o superiore a 60 anni che avevano ricevuto una terza dose di richiamo rispetto a coloro che avevano aveva ricevuto solo due dosi di vaccino. I dati, inoltre, sono stati utilizzati per quantificare di quanto la dose di richiamo abbia ridotto i tassi di infezione confermata da Sars-CoV-2 e malattia grave da Covid-19.

Sono stati così confrontati i dati derivanti dal gruppo al quale non è stato somministrato il richiamo, che comprendeva circa 5,2 milioni di giorni-persona (4,6 milioni per l’analisi della malattia grave) con 4439 infezioni confermate e 294 casi di malattia grave, con il gruppo di richiamo, che comprendeva circa 10,6 milioni di giorni-persona (6,3 milioni per l’analisi della malattia grave) con 934 infezioni confermate e 29 casi di malattia grave.

I risultati hanno mostrato come il tasso di infezione confermata era inferiore nel gruppo di richiamo rispetto al gruppo senza richiamo di un fattore di 11,3 (IC 95%, 10,4-12,3). La differenza assoluta tra i gruppi nel tasso di infezione confermata è stata di 86,6 infezioni per 100.000 giorni-persona. Oltre a ciò, il tasso di malattia grave era inferiore nel gruppo di richiamo rispetto al gruppo senza richiamo di un fattore di 19,5 (IC 95%, 12,9-29,5).

La differenza assoluta tra i gruppi nel tasso di malattia grave è stata di 7,5 casi per 100.000 giorni-persona. Nell’analisi secondaria, il tasso di infezione confermata almeno 12 giorni dopo il ricevimento del vaccino era sostanzialmente inferiore al tasso da 4 a 6 giorni dopo il ricevimento (rr 5,4; IC 95%, 4,8-6,1).

Il seguente grafico mostra invece la riduzione del tasso di infezione confermata nel tempo rispetto al gruppo senza richiamo. Ogni giorno durante il periodo da 12 a 25 giorni dopo aver ricevuto la dose di richiamo, il gruppo di richiamo ha avuto un tasso di infezione confermata inferiore a quello del gruppo senza richiamo di un fattore che variava da 7 a 20, un risultato simile ai risultati primari.

Immediatamente dopo la vaccinazione, il tasso di infezione confermata nella coorte di richiamo era inferiore a quello nel gruppo senza richiamo, una differenza che è probabilmente il risultato dei suddetti cambiamenti comportamentali che spesso seguono la vaccinazione.

In conclusione, l’analisi dei dati ha rilevato come una dose di richiamo del vaccino BNT162b2 ha ridotto i tassi sia di infezione confermata che di grave malattia da Covid-19 in una vasta popolazione israeliana di partecipanti di età pari o superiore a 60 anni, aprendo la strada alla somministrazione della terza dose di richiamo vaccinale al fine di contrastare la pandemia da Covid-19.

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