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COVID-19

È già tempo di booster, il richiamo

di Monica Vaccaretti

Ho fatto il booster. Dopo oltre dieci mesi dalla prima volta, ho avuto il mio primo richiamo. Una goccia di 0,3 ml di aggiunta buona che il mio corpo ha accolto favorevolmente. Con soltanto 10.51 anticorpi che mi erano rimasti e ben sapendo che l'efficacia perdeva progressivamente forza dopo sei mesi dalla prima somministrazione, il mio sistema immunitario ne aveva decisamente bisogno. Ricordo che a fine dicembre ho scoperto il braccio con sollievo e responsabilità affidandomi alla scienza e alla fiducia che ho sempre avuto verso medici e scienziati.

Terza dose: l’avrei fatta anche senza l'obbligo vaccinale

Un vaccino a mRna, tecnologia innovativa studiata da decenni, è semplicemente geniale. La mente umana sa essere straordinaria. Realizzo che a fine gennaio ho scoperto il braccio una seconda volta con determinazione e convinzione per aver la massima copertura possibile per lavorare senza paura di contagiarmi. Lo avrei fatto anche senza l'obbligo vaccinale. Ieri ho liberamente e volontariamente fatto la dose di richiamo, con piena consapevolezza e conoscenza.

Mi sono presentata al terzo appuntamento insieme ad Alessandra e Barbara, due colleghe che sono state con me ad eseguire tamponi nel corso delle precedenti ondate. Certe esperienze uniscono, come donne ed infermiere, e diventa significativo continuare a condividerne altre insieme. Crederci insieme, sostenendosi. C'era affluenza, ho ritrovato in fila e in attesa durante l'osservazione volti noti, di corsia e di università. Volti consapevolmente felici. Di gente che sa quel che sta facendo. Credo che non si tratti soltanto di aver fatto ancora una volta il proprio dovere, scientifico ed etico. Si tratta di esserci. Si tratta di salute, la nostra. Quella del paziente. Quella delle persone che incontriamo. Si tratta di porre fine, in un singolo gesto che diventa collettivo, alla pandemia per salvare l'umanità. Non mi sembra una cosa difficile da fare se lo facciamo tutti insieme, per questo non riesco davvero a capire ed accettare l'egoismo e l'individualismo mascherato da paura di chi vi si oppone. Certa gente ha forse dimenticato la paura di quando era chiusa in casa e pregava che la scoperta di un vaccino la facesse di nuovo uscire, attendendo il miracolo cantando dai balconi?

In quel secondo di iniezione c'è stato stavolta il pensiero per tutti coloro che non hanno ancora avuto accesso alla prima dose in molte parti del mondo per la diseguaglianza vaccinale, eticamente inaccettabile per l'OMS. Nell'istante in cui mi mettevano il cerotto ho pensato allora a tutti coloro che non hanno fatto ancora volutamente la prima dose, otto milioni di italiani, compresi migliaia di operatori sanitari, oltre a tutta la popolazione infantile under 12 non ancora vaccinabile. I dati epidemiologici sono chiari: il contagio dilaga tra i non vaccinati e la scienza ha ampiamente dimostrato che la protezione cala dopo sei mesi. E allora ho pensato che eticamente, a questo punto, devo pensare anche a me. Anche perché la vaccinazione è un atto di carità, come ha detto il Pontefice, e la carità a volte bisogna donarsela. Occorre volersi bene, soprattutto quando il mondo non te ne vuole più.

Il Ministero della Salute chiarisce che la dose booster è una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, che viene somministrata per mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, destinata alle persone che sono soggette ad un alto rischio, per condizione di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale.

Le evidenze scientifiche che dimostrano l'efficacia del richiamo e sostengono la necessità di una terza dose per tutti si basano sullo studio israeliano “Effectiveness of a third dose of the BNT162b2 mRna Covid-19 vaccine for preventing severe outcomes in Israel: an observation study”, pubblicato su Lancet. Si tratta di uno studio osservazionale, il più vasto mai realizzato. La ricerca israeliana è stata infatti condotta dagli esperti dell'HMO Clalit Health Services con il sostegno dell'Harvard Medical School su 728,231 persone: si tratta di una popolazione ampia, demograficamente diversificata e non necessariamente legata a patologie o vulnerabilità. Sono state arruolate persone con un'età media di 51 anni, in un periodo che va dal 30 luglio 2020 al 23 settembre 2021 e il vaccino usato è stato principalmente il Pfizer. Confrontando il gruppo che ha ricevuto la terza dose con un gruppo di controllo di numero analogo che ha invece ricevuto solo due dosi almeno cinque mesi prima, lo studio ha dimostrato che la dose booster del vaccino anti Covid previene con il 92% di protezione dalla malattia severa, previene l'ospedalizzazione nel 93% dei casi e ha l'81% di efficacia nel prevenire i decessi. I risultati dimostrano che la terza dose è estremamente efficace.

Gli esperti ritengono che in Israele, dove la terza dose è stata somministrata a cavallo della quarta ondata di Casi Covid, la fine dell'impennata dei contagi è da ricondurre al richiamo che ha interessato dapprima gli over 65 coinvolgendo poi tutta la popolazione. Attualmente quasi 4 milioni di israeliani, oltre il 42% della popolazione, ha ricevuto la terza dose del vaccino a mRna e in Israele, a metà della campagna vaccinale con il richiamo, i contagi giornalieri sono passati da 10 mila a 5 mila sino a soltanto 656 casi il 28 ottobre. La dose booster ha portato l'incidenza in Israele dall'8% durante il picco della quarta ondata all' 0,81% di questi ultimi giorni. I numeri sono importanti e come insegna la Kabala, oltre alla scienza, hanno sempre un significato. Israele inoltre ha il miglior sistema sanitario del mondo e gli Israeliani sono decisamente sempre un passo avanti.

Alla luce degli ultimi preoccupanti dati epidemiologici in Europa e dell'andamento della pandemia in continua evoluzione anche in Italia, che ha tuttavia condotto una delle migliori campagne vaccinali al mondo, il Ministero della Salute ha divulgato in un mese tre importanti circolari in cui fornisce direttive riguardo alla terza dose di richiamo, con l'intenzione di attuare tempestivamente una strategia sanitaria su modello di quella israeliana al fine di arginare la gravità della quarta ondata.

Alla luce delle ultime delibere di EMA - l'Agenzia europea per i medicinali che garantisce la valutazione scientifica, la supervisione e il controllo della sicurezza dei medicinali per uso umano e veterinario - la circolare del Ministero della Salute n.45886 (8 ottobre 2021) con l'aggiornamento delle indicazioni sulla somministrazione di dosi addizionali, stabilisce che la dose booster del vaccino anti Covid-19 è indicata, con adesione libera e volontaria, per tutti gli over 60, i fragili e il personale sanitario per il quale siano passati almeno 180 giorni (sei mesi) dall'ultima somministrazione. Indipendentemente dal vaccino utilizzato per il ciclo primario (Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Johnson & Johnson), per la dose booster viene somministrato un vaccino a mRna autorizzato in Italia, Comirnaty (Pfizer/BioNtech) dai 12 anni oppure Spikevax (Moderna) dai 18 anni.

Alla luce della circolare ministeriale n. 50080 del 3 novembre 2021 tutti i soggetti vaccinati da almeno sei mesi con una unica dose di vaccino Janssen (Johnson & Johnson) potranno ricevere una dose di richiamo con vaccino a mRna nei dosaggi autorizzati per il booster (30 mcg in 0,3 ml per Comirnaty di Pfizer e 50 mcg in 0,25 ml per Spikevax di Moderna). È notizia di questi ultimi giorni la decisione di estendere il richiamo quanto prima anche alla popolazione under 50.

Come la prima volta, ho avuto una leggera reazione. Sono una allergica. Un rush cutaneo sul petto e sul collo, con una sensazione di bruciore. Stavolta ho avuto in aggiunta un lieve pizzicore in gola. Niente di allarmante che una compressa di Deltacortene da 25 mg non possa risolvere. Me ne sono tornata a casa serenamente felice, forte di qualcosa che mi protegge. Forte dello studio sierologico condotto dai ricercatori del Sheba Medical Center di Tel Aviv, secondo il quale la terza dose del vaccino Pfizer contro il Coronavirus produce, dopo una settimana, dieci volte più anticorpi rispetto a quelli sviluppati con al seconda dose.

La scienza non è bla bla bla.

Con un buon titolo anticorpale, nuovamente ravvivato, e l'immancabile ffp2 sono pronta ad affrontare la stagione autunno - inverno 2021 – 2022. Non si sa ancora quanto duri questa copertura ma non mi importa. È un dettaglio. Lascio il tempo agli scienziati israeliani di scoprirlo, non con opinioni ma con studi basati sulle evidenze. E io scoprirò i risultati documentandomi sulle loro pubblicazioni.

Infermiere

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