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Emilia-Romagna

Pronto soccorso in ginocchio. Nursind: la Regione assuma

di Redazione

I Pronto soccorso dell'Emilia-Romagna sono ormai allo stremo, con persone che ci restano anche per due o tre giorni a causa della mancanza di posti letto. A denunciarlo è Antonella Rodigliano, coordinatrice regionale del Nursind in Emilia-Romagna e segretaria del sindacato infermieri a Bologna. Gli slogan non bastano se si continuano a perdere posti letto - attacca Rodigliano - e non si mettono in campo politiche che favoriscano la sanità pubblica, gratificandone il personale.

Rodigliano: serve nuovo personale e incentivi, ma regione non fa nulla

Ingresso Pronto Soccorso Ospedale Maggiore di Bologna

Secondo la numero uno del Nursind, in Emilia-Romagna il problema principale riguarda i Pronto soccorso, perennemente intasati per la mancanza di posti letto. Ci sono persone che rimangono nei Ps anche per due o tre giorni e non può essere accettabile una situazione del genere dopo oltre due anni di pandemia, trascorsi fra ristrutturazioni e tagli di posti letto che continuano ad esserci.

Rordigliano cita ad esempio la Medicina d'urgenza dell'ospedale Maggiore di Bologna, che perderà altri due posti, e le altre riorganizzazioni all'interno delle aziende sanitarie che hanno portato a ulteriori tagli di posti letto. La conseguenza è che i Pronto soccorso sono strapieni. Ma non solo.

Il Nursind è preoccupato anche per la carenza di personale, con un abbandono della professione sempre più alto, e per la mancanza di politiche, sia a livello aziendale sia regionale, che certamente non aiutano. Non c'è la volontà di fare nuove assunzioni, mentre dall'altra parte vediamo l'aumento negli ultimi anni di uno spostamento verso il privato, giustificato con l'assenza di posti letto e le lunghe liste d'attesa che ancora non si riescono a smaltire.

Secondo il Nursind Emilia-Romagna, dunque, invece di intervenire ricorrendo al privato è necessario aumentare la disponibilità dei posti letto, anziché diminuirla, e gratificare maggiormente medici e infermieri.

Il nuovo contratto nazionale, ricorda Rodigliano, stanzia fondi per incentivare il personale dei Pronto soccorso. Ci sono Regioni, come il Veneto, dove si è già trovato un accordo coi sindacati per attuare l'indennità prevista dal contratto di categoria, sottoscritto a inizio novembre, prevedendo un incentivo di 80 euro mensili a titolo di acconto per 12 mensilità e un successivo saldo fino alla quota annuale di circa 1.300 euro per ciascun professionista dei servizi di Pronto soccorso.

In Emilia-Romagna, invece, non siamo ancora neppure stati convocati - ammonisce la numero uno del Nursind - non c'è più tempo da perdere. Bisogna lavorare insieme per incrementare i posti letto e il personale, così da soddisfare le esigenze sempre più numerose dei cittadini e tutelare la sanità pubblica, un patrimonio che la nostra regione non può perdere in nessun modo.

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