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Infermieri e medici esterni in aumento: 12.500 in un anno

di Redazione

Secondo una ricerca presentata a Varese dalla Cgil lombarda, Regione Lombardia ha speso nel 2021 oltre 2,5 miliardi per pagare circa 12.500 fra medici, veterinari, psicologi, infermieri, fisioterapisti e altri professionisti privati che lavorano accanto ai 100mila operatori assunti in pianta stabile da 43 aziende sanitarie pubbliche, tra ospedali, Ats, Areu e altre istituzioni. Chi a contratto part time, chi lavora come libero professionista; molti si sono licenziati dall'impiego pubblico per tornare a lavorare come "privati". Altri circa 3.500 fra infermieri e medici sono stati poi pagati per sostenere la campagna vaccinale contro il Covid-19. Dei 2,5 miliardi, il 5% è servito per pagare servizi e prestazioni legate alla pandemia.

Indagine Cgil Lombardia su infermieri e medici gettonisti e privati

La ricerca, dal titolo "Il lavoro privato nella sanità pubblica Lombarda: le tessere 'mancanti' di un puzzle da ricomporre", è stata finanziata dal Dipartimento di Scienze Politiche e l'Università degli Studi di Padova e dalla Cgil-Funzione Pubblica Lombardia.

Il progetto - che si addentra nelle pieghe del processo di "esternalizzazione" dei servizi o di parti di essi, che genera per la parte pubblica importanti sfide di efficienza, efficacia e qualità dei servizi - ha analizzato i servizi, sanitari e di supporto, esternalizzati tramite procedure di gara, affidamenti diretti o incarichi libero professionali nel corso del 2021.

L'entità delle esternalizzazioni esaminate ammonta a 2,5 miliardi di euro. Per quanto concerne le figure professionali esterne più utilizzate i risultati mostrano che sono quelle di operatore ausiliario, autista/soccorritore, medico, psicologo, oss, infermiere, amministrativo ed educatore; nelle Ats, quelle di operatore ausiliario, medico veterinario e amministrativo; nelle Asp, le figure di infermiere, medico, oss, asa, operatore ausiliario, fisioterapista e psicologo.

Perché si esternalizza? Per carenza di professionalità - sottolinea la ricerca Cgil e riporta Repubblica -. E ancora: necessità di garantire i livelli essenziali di assistenza (LEA); messa in opera di piani regionali, per esempio i Programmi innovativi regionali per i Dipartimenti di Salute Mentale finanziati da Regione Lombardia. Le risorse umane esternalizzate complessivamente coinvolte nelle 43 istituzioni sanitarie e sociosanitarie pubbliche si aggirano attorno alla cifra di 12.500 (16 mila se si considerano le prestazioni legate alla campagna vaccinale contro il Covid-19), di cui circa 3.100 sono assunti come liberi professionisti.

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