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salute mentale

Un sistema da sostenere e rafforzare a livello globale

di Monica Vaccaretti

Dopo gli incidenti stradali, i suicidi tra gli adolescenti che soffrono di ansia e depressione sono diventati la seconda causa di morte (Suicide worldwide in 2019, Who). Alla luce dell'allarme sociale di un fenomeno dilagante, ridurre i tassi di suicidio e favorire il benessere mentale sono interventi che rappresentano indicatori di salute delle Nazioni Unite e dell'Oms. Pertanto, è internazionalmente riconosciuto che il sistema salute mentale deve essere sostenuto e rafforzato.

Salute mentale, una sfida globale

Occorre aumentare, nei leader politici e nella società civile, l'impegno prioritario verso la tutela della salute mentale.

Se la salute “è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia o di infermità” (Costituzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, 1946), la salute mentale della persona è parte integrante della sua vita.

Una buona salute mentale è uno stato di equilibrio interiore tra il corpo e la mente che permette alla persona di realizzarsi in pienezza e di affrontare le sfide dell'esistenza attraverso le risorse cognitive. La salute generale passa, pertanto, attraverso la salute della mente.

Essa può essere minacciata da diversi fattori. Non sono infatti soltanto le caratteristiche individuali a rendere incapaci di gestire pensieri, emozioni e comportamenti e a non avere una sana relazione con sé stessi e con gli altri. La mente si ammala - dallo stare male psicologicamente sino a compiere atti estremi - anche a causa di determinanti sociali, culturali, economici, politici ed ambientali.

Dai dati epidemiologici emerge che il rischio di perdere il benessere mentale aumenta considerevolmente nelle persone che sono state esposte alle avversità sin dall'infanzia. Studi recenti dimostrano che 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato.

Dopo gli incidenti stradali, i suicidi tra gli adolescenti che soffrono di ansia e depressione sono diventati la seconda causa di morte (Suicide worldwide in 2019, Who). Alla luce dell'allarme sociale di un fenomeno dilagante, ridurre i tassi di suicidio e favorire il benessere mentale sono interventi che rappresentano indicatori di salute delle Nazioni Unite e dell'Oms. Pertanto, è internazionalmente riconosciuto che il sistema salute mentale deve essere sostenuto e rafforzato.

Nel Manuale internazionale diagnostico e statistico dell'American Psychiatric Association, i disturbi mentali sono definiti sindromi caratterizzate da “significativi problemi nel pensiero, nella regolazione delle emozioni o nel comportamento di una persona che riflettono una disfunzione dei processi psicologici, biologici o dello sviluppo che compongono il funzionamento mentale” (DSM-5, 2013).

Tali disturbi sono accompagnati da profonda sofferenza e da difficoltà nelle abilità sociali, relazionali, occupazionali e nelle altre attività umane significative per la persona. Le persone con disturbi mentali sono fragili e vulnerabili, spesso emarginate.

La loro stigmatizzazione e discriminazione viola i diritti umani, il pregiudizio le allontana dall'accesso alle cure di cui hanno bisogno per stare meglio, cronicizzando così sintomi e condizioni precarie di malessere. Secondo la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (2006), anche le persone con deficit mentali ed intellettuali hanno diritto ad ottenere le migliori condizioni di salute possibile e ad usufruire di servizi di vita supportati per la salute mentale che, rispettando la loro capacità giuridica, proteggano e promuovono i loro diritti umani.

Le persone con disturbi mentali impattano notevolmente sul sistema sanitario. Essi, infatti, hanno tassi di disabilità e di mortalità maggiori rispetto alla media della popolazione generale, i loro disturbi influiscono sul decorso di altre malattie e li rendono predisposti a svilupparne altre, che minacciano ulteriormente la loro salute fisica generale.

Considerando che la salute mentale è patrimonio non solo della persona ma di tutta la comunità, la sua gestione, sia in termini di prevenzione sia di cura, ha costi sociali ed economici rilevanti. Secondo il Global Burden of Disease Study 2017, i disturbi mentali interessano globalmente il 10% della popolazione e rappresentano la sesta causa di disabilità. Nella regione europea i dati sono peggiori che altrove. Lamentano un disturbo mentale circa 110 milioni di europei (12%). Se si considerano anche i disturbi mentali neurologici e da uso di sostanze psicoattive, le percentuali crescono drammaticamente, sino al 50% degli europei, circa 300 milioni di persone.

Poiché la maggior parte dei disturbi mentali e dei disagi psichici sono curabili e gestibili, l'Oms raccomanda una strategia di promozione, prevenzione, trattamento e recovery della salute mentale con un approccio di government globale.

Risulta evidente, tuttavia, quanto le politiche nazionali, la protezione sociale, lo standard di vita, le condizioni lavorative ed il supporto sociale offerto dalle comunità locali impattano non solo sullo stato di salute della persona ma anche del Sistema Salute Mentale la cui tenuta necessita di investimenti e di risorse sempre disponibili ed implementabili con l'aumento del bisogno assistenziale.

Nel corso del 2020-2021 la salute mentale della popolazione è peggiorata a livello globale (Mental health and Covid-19, Who). Le misure sanitarie di contenimento e di distanziamento sociale dettate dall'emergenza della pandemia di Covid-19 hanno fatto emergere la fragilità di molte persone e scatenare insofferenze diffuse, aggravate nel 2022 dalla crisi – finanziaria, militare, geopolitica - che ha evidenziato criticità sociali ed economiche già presenti nel tessuto civile.

Alcune persone, soprattutto quelle con disturbi di salute mentale preesistenti, sono state colpite più duramente di altre e la loro condizione in molti casi è peggiorata poiché i servizi sanitari dedicati ai disturbi mentali, neurologici e all'uso di sostanze sono stati rallentati o sospesi.

Come emerge dal documento “Covid-19 Pandemic and Mental Health – Mental Health Uurope” (mhe-sme.org), con la pandemia ci si è resi conto di quanto siano fondamentali le prestazioni del sistema di salute mentale, che fanno parte in maniera importante dei sistemi sanitari di tutti i Paesi.

L'Oms, con il pieno consenso dei governi membri, già nel 2021 sottolineava la necessità non solo di aumentare tali servizi ma di garantirli di qualità a tutti i livelli assistenziali sino ad ottenere una copertura universale, nel rispetto del Piano d'azione per la salute mentale elaborato nel 2019 e, alla luce della pandemia, prorogato sino al 2030.

Tale Piano stabilisce quattro obiettivi fondamentali: leadership e governance più efficaci per la salute mentale; fornitura di servizi completi ed integrati di salute mentale e assistenza sociale in contesti comunitari; attuazione di strategie di promozione e prevenzione; sistemi di informazione, prove di efficacia e ricerche dedicate rafforzati.

Con la consapevolezza che chiunque può essere colpito da un disturbo mentale, per fattori predisponenti o per fattori scatenanti, occorre aumentare, nei leader politici e nella società civile, l'impegno prioritario verso la tutela della salute mentale.

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