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violenza

Aggressioni in corsia, i più colpiti sono gli infermieri

di Redazione

Psicologica, verbale o fisica. Da nord a sud, uomini o donne, giovani o meno giovani. In ogni caso negli ospedali italiani non si scappa. Dalle aggressioni per infermieri, medici e altri operatori della sanità pare non esserci scampo. È un quadro sempre più allarmante, che vede gli infermieri i più colpiti come categoria. In questi anni stiamo registrando moltissimi abbandoni della professione, ha dichiarato la presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), Barbara Mangiacavalli, ospite di Unomattina, su Rai 1. Con lei, Filippo Anelli, presidente Fnomceo e Orazio Schillaci, Ministro della Salute, che ha assicurato: prenderci cura di chi si prende cura di noi è una priorità.

Mangiacavalli, Fnopi: in moltissimi abbandonano la professione

La presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli ospite a Unomattina

Molti colleghi, non solo infermieri ma tutte le professioni sanitarie che sono a contatto con l'utenza, non stanno denunciando soprattutto le aggressioni verbali, perché sembra quasi sia diventata una modalità relazionale con cui fare i conti quotidianamente.

Lo ha detto la presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), Barbara Mangiacavalli, ospite di Unomattina, su Rai 1.

Il vissuto di un infermiere, di un professionista che in qualche modo è aggredito - ha concluso - è un vissuto che fa fatica ad essere elaborato. Ci sono studi internazionali che ci parlano di episodi di burnout, stress, disaffezione rispetto al lavoro e alla professione, tanto è vero che in questi anni stiamo registrando moltissimi abbandoni della professione.

Aggressioni in ospedale, Schillaci: sono problema culturale

Purtroppo, soprattutto nell'ultimo periodo, abbiamo visto un crescente numero di episodi di aggressione, in particolar modo nei Pronto soccorso, a danno degli operatori sanitari. Credo che questo sia un problema culturale: chi arriva al Pronto soccorso deve capire che le persone che hanno il camice bianco stanno lì per aiutarlo, per prendersi cura di chi ha bisogno. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, anche lui ospite di Unomattina.

Con il ministero - ha continuato - stiamo avviando una campagna di sensibilizzazione verso questa problematica e, in collaborazione con il ministero degli Interni, abbiamo aumentato il numero di presidi di polizia presenti all'interno degli ospedali.

C'è tutto il nostro impegno per cercare di rendere nuovamente le professioni sanitarie più attrattive. Questo significa non solo aumentare la retribuzione ma rendere anche il luogo di lavoro, oltre che più sicuro, anche migliore, far sentire a chi quotidianamente passa il suo tempo in ospedale di far parte di un progetto migliore di cura per gli altri ma anche di soddisfazione personale.

Nel 2019-2021 denunciati e riconosciuti 4.821 infortuni legati a violenza

Sul fenomeno delle aggressioni ai sanitari è attivo un osservatorio, ho preparato una relazione che verrà inoltrata al Parlamento entro la fine di questo mese, ha detto ancora il Ministro. Nel triennio 2019-2021 sono stati denunciati e riconosciuti 4.821 infortuni legati a episodi di violenza.

Sono numeri preoccupanti - ha commentato l'esponente del governo - e soprattutto nella settimana della festa della donna gran parte delle violenze sono accadute a carico di operatrici sanitarie, in particolare di infermiere, e questo mi rattrista ancora di più.

Credo che il Sistema Sanitario nazionale italiano sia validissimo, soprattutto i suoi operatori sono tra i migliori al mondo, e noi cerchiamo di difenderlo in tutti i modi per assicurare una sanità a tutti, indipendentemente da dove vivono e da quanto guadagnano.

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