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Ministro Schillaci: al lavoro per retribuire meglio i sanitari

di Redazione

Anticipare al 2023 lo stanziamento dei 200 milioni di euro fissato dalla manovra per il personale sanitario operante nei Pronto soccorso e lavorare con le Regioni al fine di poter destinare quanto prima un maggior finanziamento destinato a migliorare le condizioni retributive degli operatori sanitari e rendere così più attrattivo il lavoro all’interno del Ssn. Questi alcuni degli impegni sui quali si è espresso il ministro della Salute, Orazio Schillaci, illustrando le linee programmatiche del suo ministero alla Commissione Affari Sociali e Sanità del Senato.

Presentata l’Agenda in Senato: maggior finanziamento per i sanitari

Orazio Schillaci, Ministro della Salute nel Governo Meloni

Il mio impegno sarà finalizzato alla rivalutazione del trattamento economico di chi opera nel Servizio sanitario nazionale.

Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in audizione in Commissione Sanità e Lavoro al Senato, esponendo le linee programmatiche del suo dicastero.

In tale direzione - ha fatto sapere il ministro - va la norma che ho fatto inserire nella Legge di bilancio, all'articolo 93, finalizzata a riconoscere, per le particolari condizioni di lavoro svolto dal personale della dirigenza medica e dal personale del comparto operante nei Pronto soccorso, un incremento dell'indennità con un impegno di spesa di 200 milioni di euro l'anno, di cui 60 milioni per la dirigenza e 140 milioni per il comparto sanitario.

È fondamentale assicurare le necessarie risorse al sistema, per restituire la giusta serenità a tutti i professionisti che ogni giorno lavorano con dedizione ed impegno, talvolta in sedi disagiate e rischiose, migliorandone progressivamente le condizioni di lavoro, anche al fine di ridurre le condizioni di rischio che favoriscono, in particolare nei servizi maggiormente critici, persino l’emergere di episodi di violenza in danno degli operatori sanitari.

Rimanendo sul tema del personale – ha proseguito Schillaci - occorre considerare che il sistema sanitario costituisce un sistema estremamente complesso, che risente di una molteplicità di variabili in continuo mutamento, tra le quali lo sviluppo tumultuoso di conoscenze e tecnologie, una domanda sanitaria sempre più attratta verso la cronicità, il manifestarsi nel tempo di emergenze ed urgenze individuali e collettive.

Per sostenere le sempre nuove sfide che il SSN si trova ad affrontare, un ruolo fondamentale è attribuito ai professionisti, principali attori e leve del sistema. Nella consapevolezza della centralità delle risorse umane per lo sviluppo ed il funzionamento dei servizi ospedalieri e territoriali è necessaria, pertanto, una costante attenzione al capitale umano del SSN.

I professionisti del SSN si trovano oggi ad operare in un contesto sempre più difficile. Infatti, il reiterarsi negli ultimi anni delle manovre finanziarie di contenimento della spesa, ed in particolare dei vincoli assunzionali, evidenti soprattutto nelle regioni in piano di rientro, ha finito per determinare nel tempo una grave carenza di personale che, unita ad un crescente innalzamento della relativa età media, ha portato inevitabilmente ad un forte deterioramento delle condizioni di lavoro, rendendo sempre più difficile assicurare la qualità dell’assistenza e la sicurezza delle cure.

Le limitazioni al turn over, dettate da esigenze di contenimento della spesa, hanno finito, nel tempo, per avere importanti ricadute in termini di qualità del sistema, anche perché hanno ostacolato il passaggio di quella conoscenza esperienziale tra generazioni che dovrebbe caratterizzare il rapporto lavorativo tra professionisti anziani, con una lunga storia di impegno quotidiano in corsia, ed i giovani professionisti.

Tali limitazioni hanno comportato, inoltre, un incremento di varie forme di precariato, con conseguente demotivazione dei professionisti ed il concreto rischio che le prestazioni assistenziali vengano affidate a soggetti non sempre in possesso delle necessarie competenze. La contrazione di risorse disponibili ha finito per generare, nel medio periodo, una grave carenza di professionisti sanitari nelle strutture che, con riferimento soprattutto ad alcuni settori maggiormente critici, ha comportato difficoltà nell’organizzazione e nella gestione dei servizi. Ecco perché – chiosa il Ministro - punto alla rivalutazione del trattamento economico di tutto il personale del SSN.

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