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oncologia

Cara Nadia, non siamo fighi né eroi. Non tutti ce la fanno

di Lucia Teresa Benetti

Quando in tv, durante la trasmissione “Le Iene”, ho visto e sentito Nadia Toffa, ho pianto. Pianto di gioia e di dolore. Non so bene in che misura, ma mi ero come accartocciata su me stessa. Ero felice nel vedere il suo entusiasmo, la sua voglia di urlare al mondo: Ho avuto il cancro, ora va tutto bene. Fatto tutto. In due mesi me la sono cavata e ora sono guarita. Ma di più ero impaurita per quello che stava seminando: illusione, falsa speranza, profonda delusione e ancora più dolore fra tutti quelli (quanti? tantissimi!!) che, invece, sapevano benissimo di non avercela per niente fatta.

Il cancro è la peggior sforbiciata che i tuoi sogni possano avere

Mi sono rivista nell'ultimo ciclo, il dodicesimo, di fluororacile. Il mio corpo era devastato. L'anima anche. Ma ero felice. Ero ancora viva ed ero ancora a galla. Sono uscita dalla camera sorretta da Federica, la mia infermiera. Le gambe reggevano poco. La bocca non molto coordinata.

Ma avrei voluto gridare a tutti la mia gioia. Mi sentivo anch'io... guarita. Non l'ho fatto. Per rispetto. Rispetto per chi, invece, era ancora sdraiato in quei letti - cucce come le chiamo io - di dolore.

Sono stata in silenzio e ho solo fatto un cenno con la testa. Come dire: Forza, siamo più forti noi!

Ecco, quando ho sentito Nadia rivelare del suo cancro in tv ho pensato a me. A me che non sono ancora fuori. A me che vado in giro a raccontare che quei 5 anni di aspettativa di vita si possono anche superare.

Ci vuole fortuna. Ci vogliono bravi medici accanto. Ci vogliono infermieri che ti prendano per mano, come è successo a me. Ci vuole la famiglia che non ti abbandoni. Ci vogliono terapie che non ti ammazzino prima. Ci vuole il buon Dio, che sia davvero un Dio Misericordioso e ti conceda ancora un po' di tempo…

E non siamo né fighi né combattenti. Il cancro è la peggior stronzata che ti possa succedere nella vita. È la sforbiciata peggiore che possano avere i tuoi sogni

"Aspettativa di vita"... Provate a pensarci. È una frase che ti massacra. Che ti dà angoscia ogni volta che ti torna in mente. È quell'orologio che ha iniziato a battere più velocemente e facendoti sentire anche il suo ticchettio…

E allora, cara Nadia, avresti sicuramente dovuto dire: Ho avuto anch'io il mio inciampo. Forse la mia posizione di personaggio pubblico mi ha posto in una posizione più fortunata del comune Mario o Lucia. Forse il mio era all'inizio... ed eccomi qua, dopo aver fatto le mie chemio preventive... per sicurezza.

Perché io, per parlare di quelli che sono già con l'acqua alla gola, o forse ancora peggio, altrimenti mi sento ferita.

Cerchiamo, che dico, pretendiamo di continuare ad essere visti come Persone. Persone in difficoltà. Persone fragili, ma Persone

Ho chiuso un'amicizia con una che asseriva di aspettare di andare in pensione per poi decidere di curare il cancro e che la dovevo smettere di farla tanto lunga.

Mi sono sentita offesa. Non per me, ma per tutti quelli che il cancro ce l'hanno sul serio. Mi sono sentita ferita. Non solo per me, ma per tutti quelli che il cancro lo vivono ogni momento del giorno. Che stanno svegli il più possibile per paura di non svegliarsi più. Che si portano dietro il dolore non solo fisico, che già basterebbe.

Che sperano e piangono senza farsi mai vedere. Che non lo dicono per paura di perdere il loro misero posto di lavoro. Misero, ma importante, perché aiuta a fare andare avanti la famiglia.

Ecco, allora dico di rallentare. Dico che il messaggio che deve passare è di fiducia nei medici. Fiducia nelle persone che si prenderanno cura di te. Di affidarsi alle cure vere, anche se è auspicabile che questi benedetti protocolli si adeguino sempre più alla Persona, invece che alla categoria o tipologia di malattia.

Come dice Nadia (ma da quanto si sta predicando? Però ancora la gente disperata non lo capisce) non andiamo dai santoni. Lasciamo da parte tutta questa gente che ci vorrebbe far bere pozioni magiche o farci fare esercizi liberatori (urliamo forte: scacciamo il male).

Cerchiamo, che dico, pretendiamo di continuare ad essere visti come Persone. Persone in difficoltà. Persone fragili, ma Persone

E non siamo né fighi né combattenti. Il cancro è la peggior stronzata che ti possa succedere nella vita. È la sforbiciata peggiore che possano avere i tuoi sogni.

E c'è anche tanta, tanta fatica...

Editorialista
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