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Editoriale

I furbetti del bonus Inps

di Giordano Cotichelli

Il bonus Inps di 600 euro a favore dei lavoratori autonomi, sembra essere stato richiesto anche da circa 2.000 tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, Presidenti di Regione e sindaci, più 5 parlamentari. Una brutta storia che ha dato il via al tradizionale teatrino delle schermaglie politiche, fra inviti a dimettersi, vergognarsi, andarsene, restituire tessera, mandato o, al contrario come ha fatto qualcuno, a inondare i social con l’affermazione che lui non c’entra niente, è bravo, meritorio e onesto.

Bonus ai parlamentari, è caccia ai "furbetti" della Camera

Il tutto mentre tornano a risalire – speriamo si fermino – i numeri del contagio. Con un quadro sociale e lavorativo prossimo, che si prospetta molto difficile, le reazioni alla genialata dei furbetti del bonus possono essere diverse.

Risultato? La spesa sanitaria continua a crescere, il malaffare che prospera al suo interno difficilmente incontra ostacoli importanti, mentre i servizi, le prestazioni, la copertura dei bisogni sanitari collettivi e individuali si sono decisamente ridotti.

Oggi abbiamo circa 101 ASL, i posti letto dimezzati, ci tocca prendere il treno per andare a fare un ECG, e ci tocca, in qualche caso, quel treno, riprenderlo per andare fuori regione in cerca di cura o di assistenza. A fronte di dirigenti e assessori, a tutti i livelli, che ripetono instancabilmente che non ci sono soldi, che bisogna evitare gli sprechi, etc, etc. È giusto chiedersi dunque cosa realmente abbiano prodotto tutte le riforme fatte in questi anni, perché clientelismo, speculazioni e lottizzazioni che facevano capo alla partitocrazia che condizionava i Comitati di gestione delle vecchie USL, sembrano tutt’altro che scomparsi.

A scomparire sono stati gli istituti di partecipazione pubblica, di potenziale trasparenza amministrativa, di verifica istituzionale dell’amministrazione sanitaria, dato che se ne poteva chiedere conto al proprio rappresentante politico di riferimento. Fu scelto di gettare l’acqua sporca con il bambino dentro. Invece di migliorare lo strumento amministrativo lo si è reso – ideologicamente – più rigido, a favore solo degli interessi di pochi.

A questo punto se al posto del concetto di salute collettiva provate a sostituire quello di partecipazione democratica, rappresentanza proporzionale, lotta alla corruzione e al malaffare, sarà chiaro come le “buone intenzioni” della riduzione dei parlamentari per combattere la casta rischiano di produrre risultati già visti. Domani i furbetti del rimborsino saranno certamente di meno, ma con più potere e soldi a disposizione.

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