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Infermieri attaccati dai Medici: "Cimo" sali a bordo cazzo!

di Pietro Caputo

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ROMA. Il periodo natalizio mette di buon umore quei “bontemponi” del sindacato medici ospedalieri (CIMO), tanto da spingerli a fare ricorso al Tar a seguito della riorganizzazione del sistema sanitario regionale del Lazio: “con questo ricorso chiediamo di impedire questa assurdità nella Sanità del Lazio….le basi fondamentali dei processi di cura sono di esclusiva competenza del medico, come sancisce inequivocabilmente anche la giurisdizione del nostro Paese, è quindi solo e soltanto il medico che può occuparsi della definizione diagnostica e prognostica e delle conseguenti prescrizioni e indicazioni terapeutiche”.

Probabilmente il freddo e la nebbia hanno avvolto il centro Italia, ma il clima a dicembre non poteva essere diverso, nebbia fitta che offusca la realtà, spuntasse qualche raggio di sole capiremmo almeno cosa sono le “basi fondamentali dei processi di cura”.

Cimo chiede l’annullamento del Decreto del Commissario ad Acta del 12 novembre 2014, n. U00370 nella parte in cui dispone che le unità di degenza a direzione infermieristica (UDI), siano affidate e gestite da personale non medico: “questo decreto è al di fuori di ogni logica è pericoloso per gli stessi cittadini perché crea dei reparti negli ospedali in cui i pazienti vengono affidati alle cure di personale non medico che non ha la formazione e la preparazione specifica e necessaria per svolgere compiti di diagnosi e terapia”

Sarà pure il clima, sarà il mare mosso, ma la nave “sanità italiana” sta affondando e bisogna porre rimedio.

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I bisogni della popolazione sono cambiati, i tagli alla spesa continuano, le competenze dei professionisti sanitari evolvono e si modellano sulle necessità della popolazione: questa è la realtà a parere di molti, in assenza di nebbia.

Cimo Lazio parla di “Diagnosi e terapia - pericolo per i cittadini” in riferimento alle unità di degenza a direzione infermieristica, sicuramente lor signori si sono informati sul modello organizzativo in oggetto, sicuramente sapranno che è già in uso da anni in altre regioni, tra l’altro con ottimi risultati sia in termini di efficacia sia di efficienza sia di sicurezza per il paziente sia per il gradimento dei pazienti stessi sia.. sia.. direzione infermieristica sia.

Ma la direzione infermieristica di unità di degenza cosa comporta nella realtà, diagnosi e terapia? La risposta è no!

Comporta l’attribuzione di atti medici a personale infermieristico? La risposta è no!

L’infermiere chiamato a svolgere il ruolo di direttore di unità operativa è formato per farlo? La risposta è sì, attraverso un impegnativo percorso universitario ad hoc.

Il medico chiamato a svolgere il ruolo di direttore di unità operativa è formato per farlo? La risposta datela voi.

La figura del “vecchio primario”, il clinico esperto e competente che formava i giovani medici, che aveva l’ultima parola nei casi difficili, non equivale oggi alla figura del direttore di unità operativa, il processo di aziendalizzazione ha prodotto nel sistema sanitario italiano profonde modifiche che sembrano non essere state recepite da alcuni.

La nave “sanità italiana” se non aggiornata rischia di fare “l’inchino” alla sanità privata, e quel diritto garantito dalla costituzione di tutelare la salute dei cittadini rischierebbe di naufragare: Cimo sali a bordo cazzo!

Ecco cosa ha dichiarato il Dott. Francesco Saverio Proia, Dirigente del Ministero della Salute, in una recente  intervista sul tema delle unità operative a dirigenza infermieristica GUARDA IL VIDEO

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