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Infermiera

Killer in corsia: la responsabilità di chi non ha ascoltato le segnalazioni

di Francesco Falli

Il caso di Saronno ha sconvolto non solo i cittadini di quella città, ma l’intero Sistema Sanitario, perché ha dimostrato la difficoltà di intervento e di “correzione” che l’organizzazione (ufficialmente decisiva nel sistema stesso) non sempre riesce ad effettuare.

Le segnalazioni degli infermieri spesso vengono ignorate

Omicidi con Cocktail di farmaci

Senza entrare nel merito di un caso che deve essere valutato dagli organi di competenza, appare però sin d’ora a tutti evidente che segnali molto precisi c’erano già stati, in particolare grazie alla segnalazione dell’Infermiera Clelia L., che aveva deciso di redigere ed inviare una precisa nota a più dirigenti di quell’ospedale, esponendo se stessa a rischi, ed a possibili conseguenze importanti.

Una sola Infermiera che aveva deciso di esporre dunque per iscritto le sue convinte opinioni, mentre – leggendo quanto risulta dai media – anche altri professionisti sanitari, in servizio a Saronno, erano a conoscenza di “qualcosa di particolare”.

Ho pensato alla questione, altrettanto impressionante per chi ne ha sentito i dettagli, della (ex) infermiera Daniela Poggiali che è già stata condannata a un ergastolo per un omicidio – dei molti ipotizzati – avvenuto a Lugo di Romagna.

Anche in questo caso, infatti, i Colleghi di Poggiali, notata una non giustificata diminuzione delle scorte di potassio in fiale presenti in reparto, intervenivano segnalando questa “stranezza”.

Questa segnalazione però non veniva evidentemente raccolta nelle forme più dovute, se a margine della vicenda legale a carico di Poggiali se ne è poi aperta una ulteriore, con un rinvio a giudizio per “concorso in omicidio” (un’accusa tutt’altro che leggera) della Infermiera coordinatrice e del “Primario” – oggi entrambi ex – di quel reparto medico dove sono avvenuti i decessi.

L’accusa cita, fra le altre , la violazione dell’art 40 del CP: Non evitare un reato che si ha il dovere di impedire equivale a cagionarlo.

Perché proprio questa accusa? Se io ricevo la comunicazione che sparisce il potassio devo aumentare al massimo (dimostrando di averlo fatto!) il controllo sul prodotto, perché devo anche sapere e conoscere i potenziali effetti di un suo uso “anomalo”.

Non farlo, può (indirettamente, certo) favorire il disegno criminoso della persona che lo intende utilizzare, per scopi chiaramente illeciti.

La stessa accusa, lo ipotizziamo semplicemente a titolo di valutazione a distanza e di ragionamento professionale, potrebbe essere avanzata nei confronti di chi, nella storia di Saronno, aveva gli elementi per intervenire e non lo ha fatto, o non lo ha fatto nei tempi dovuti?

Lo vedremo nei prossimi giorni, senza dubbio.

Infermieri e Medici killer sono solo casi isolati

Purtroppo, da certi episodi l’opinione pubblica ne ricava considerazioni piuttosto superficiali, dozzinali, spesso ingenerose: ma anche, allo stesso tempo, inevitabili e comprensibili.

Del resto, lo abbiamo già scritto in altre occasioni, la “notiziabilità” di questi episodi è massima, e non è neppure paragonabile alle notizie di “buona sanità “ che, proprio perché poco “dirompenti”, vivono piuttosto poco sulle pagine dei media, di carta od elettroniche che siano.

È il noto concetto della teoria del “rovesciamento di ruolo”; sarebbe però importante che i Cittadini ricordassero i grandi numeri delle professioni coinvolte in questa amarissima vicenda: fra Medici ed Infermieri sono 900mila circa gli iscritti agli Albi professionali, e sono rarissimi i casi come questo.

Purtroppo, è probabile che per l’opinione pubblica l’impatto negativo non sia solo su ciò che è accaduto, e che è oggi al vaglio della Magistratura, ma anche per la evidente lentezza del “sistema “ stesso, che non sempre sa reagire prontamente di fronte alle segnalazioni.

Certo: ogni segnalazione non è in automatico portatrice di verità e certezza, ma alcune – evidentemente: vedi i casi citati –  dovrebbero essere ascoltate con maggiore attenzione.

Essere ai vertici di una organizzazione, con un ruolo di coordinamento e direzione, comporta responsabilità concrete, ed obbligo al possesso di una capacità analitica che, in determinate circostanze, non può essere né rinviata né delegata.

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