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Infermiere dell’Aeronautica Militare: la storia di Angelo

di Mario Ripino

Ha 74 anni e da 30 anni non fa più l’Infermiere. Ecco la storia di chi ha deciso di lasciare l’Aeronautica Militare e di dedicarsi al lavoro in ambito privato. Parliamo di Angelo, noto assicuratore riminese (di origini pugliesi), che ci ha raccontato la sua esperienza professionale in qualità di Infermiere dei piloti civili e militari. Scopriamo insieme la sua storia.

Dopo 17 anni in Aeronautica Militare con il grado di Sottufficiale Maresciallo e con il ruolo di Infermiere ha deciso di rimettersi in gioco e di provare l’attività professionale in ambito privato, ma non ha mai smesso di occuparsi di chi sta male e di assistere come possibile chi gli chiedeva e gli chiede consigli sulla salute.

Si tratta di Angelo, 74 anni, noto assicuratore residente a Rimini, ma originario della Puglia, che in Romagna ha costruito la sua fortuna basandosi essenzialmente sulla predilezione per i rapporti umani e sulla conoscenza dei problemi di salute dei suoi attuali clienti.

Il suo contributo è stato decisivo nel campo militare, per circa 4 lustri ha svolto il ruolo di Infermiere dell’Aeronautica Militare. È stato per anni regolarmente iscritto al Collegio IPASVI di Rimini e da sempre sostiene le attività dei colleghi professionisti sanitari.

La sua storia professionale inizia nel 1955 in quel di Taranto, presso la Scuola militare dell’Aeronautica sul Mar Piccolo (Volontari di Truppa), dove segue un corso di 9 mesi per diventare Infermiere. Dal 1 settembre 1956 si trasferisce a Rimini, dove tuttora vive e lavora. In Romagna, presso la sede dell’A.M. riminese, si è occupato dell’Infermeria Piloti assieme ad un altro collega e ad istruttori medici, gestendo costantemente circa 100 militari e 500 civili.

Il lavoro da Infermiere in Aeronautica Militare

Trasporto paziente con aereo militare

La sua attività lavorativa era suddivisa in due settori:

  1. azioni puramente burocratiche (compilazione cartelle cliniche piloti, registrazione dei parametri vitali e dei risultati delle indagini diagnostiche, registrazione di eventuali somministrazioni/infusioni terapeutiche, ecc.);
  2. azioni sanitarie (rilevamento parametri vitali e fisici, audiometria, elettrocardiogramma, elettroencefalogramma, campo visivo, medicazioni ferite, infusione o somministrazione di terapie, supporto psicologico, ecc.).
  3. Il suo impegno lavorativo era dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 16.00 (fatta eccezione per le emergenze e per le reperibilità coatte).

L’evoluzione della professione

Dal 1955 ad oggi, però, le cose sono cambiate e gli Infermieri dell’Aeronautica Militare, nonostante le tantissime difficoltà e l’assenza di qualsivoglia riconoscimento dal punto di vista professionale, economico e sociale, hanno fatto dei grossi passi in avanti.

Oggi per diventare Infermieri dell’Aeronautica Militare occorre essere laureati in Infermieristica. Ma non è escluso che chi non è in possesso della laurea possa rientrare nelle strutture sanitarie dell’A.M. con ruoli tecnici differenti.

Corpo sanitario aeronautico

Per esempio è nato da tempo il Corpo Sanitario Aeronautico (CSA), ovvero l’istituto militare che si occupa di salute nel settore specifico dell’A.M.; i dati 2015 parlano di:

  1. circa 270 Ufficiali Medici;
  2. circa 580 Infermieri (Sottufficiali).

Le Infermerie attuali sono composte prevalentemente da 1 Ufficiale Medico e da 2 Sottufficiali Infermieri. Il CSA è diretto dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, che decide praticamente su tutto, tra cui profili d’impiego e programmi formativi.

Tutto l’ambito sanitario, tuttavia, è gestito dal Capo del Servizio Sanitario del Comando Logistico, che:

  1. coordina il personale;
  2. pianifica l’assistenza sanitaria;
  3. programma l’approvvigionamento dei materiali e dei mezzi medicali;
  4. valuta le attitudini psico-fisiche del personale.

Il Capo del Servizio Sanitario si avvale di:

  1. un adiuvante Brigadier Generale Medico (il suo vice);
  2. quattro Ufficiali d’équipe (gestiti da quattro Colonnelli Medici).

La scuola di Viterbo

Dai tempi di Angelo molto è cambiato. Per qualificarsi Sottufficiali Infermieri, se già in possesso della Laurea triennale in Infermieristica (conseguita presso l’Università “La Sapienza” di Roma), occorre attualmente frequentare la Scuola marescialli dell'Aeronautica Militare di Viterbo e farsi riconoscere Operatore Sanitario Specializzato. I frequentatori dei corsi normali della Scuola ottengono il titolo di Maresciallo di terza classe.

Oltre ai Marescialli ci sono i cosiddetti Aiutanti di Sanità che, come accennavamo poco fa, comprendono altre figure non laureate.

Le Infermerie dell’Aeronautica in Italia

Il Servizio Sanitario dell’Aeronautica Miliare è formato oggi da 6 Infermerie principali. Esse hanno il compito di fornire consulenza poli-specialistica e terapeutica al personale militare e civile (e ai loro parenti), pianificando piani assistenziali preventivi, curativi e riabilitativi.

Si tratta di:

  • Infermeria Principale di Milano, dipendente dall'Istituto di Medicina Legale “Angelo Mosso” di Milano;
  • Infermeria Principale di Roma, dipendente dall'Istituto di Medicina Legale “Aldo di Loreto” di Roma;
  • Infermeria Polifunzionale di Pozzuoli (Accademia Aeronautica);
  • Dipartimento di Medicina Legale di Bari, struttura inter-forze gestita dall'Aeronautica;
  • Infermeria Principale di Aeroporto di Verona-Villafranca (predisposizione delle attrezzature campali Role 1 per le operazioni all'estero);
  • Infermeria Principale di Pratica di Mare (trasporto pazienti altamente infettivi, evacuazione aeromedica e organizzazione Aeromedical Staging Unit per il Gruppo di Protezione Sanitaria).
  • Poi ci sono i presidi medicali nelle varie basi dell’A.M. sparse lungo tutto lo Stivale Italico e nelle isole.

Se potessi avere 6.000 lire al mese

Quando ho iniziato a studiare per diventare Infermiere nell’ambito dell’Aeronautica Militare ho iniziato anche a percepire un primo misero stipendio - ci spiega Angelo - prendevo circa 6.000 lire e mi bastavano a malapena per sopravvivere. Però erano i tempi della giovinezza e tutto bastava, tutto era lecito, anche la miseria di allora. A scuola ci hanno fatto studiare un po’ di tutto: dall’anatomia alla farmacologia, dall’igiene alle disinfezioni, passando per le linee guida, i protocolli, le procedure e le istruzioni operative, che nell’ambito militare sono più specifiche. A Rimini non avevamo la possibilità di ricoverare chi stava male e ci dovevamo rivolgere alle strutture civili. L’Infermeria era capitanata da un Tenente Colonnello, quindi da un Medico, che mi dava piena autonomia e che mi ha aiutato a crescere dal punto di vista umano e professionale. Certo non facevamo l’attività assistenziale tipica dell’Infermiere d’ospedale, il nostro era e penso sia tuttora un apporto di natura tecnico-burocratica.

Gli auspici per il futuro

Sono oramai 30 anni che non faccio più l’Infermiere, ma so che le cose non sono poi cambiate molto per i colleghi. Oggi ci sono gli Infermieri laureati - conclude Angelo - ma non vengono valorizzati come dovrebbero.

Infatti, occorrerebbe:

  • riconoscere un ruolo differente, passando da quello di Sottufficiali a quello di Ufficiali, come avviene per tutti i laureati;
  • riconoscere degli scatti di carriera ed economici ulteriori;
  • riconoscere le alte competenze assistenziali e manageriali acquisite;
  • riconoscere la possibilità di formarsi oltre la laurea di base; offrire più opportunità formative e di comando.

L’obbligo di iscrizione all’IPASVI

Non avevamo alcun obbligo di iscriverci ai Collegi IPASVI - conclude Angelo - ma io l’ho fatto, perché in fondo mi sento un Infermiere e chi è Infermiere lo è per sempre.

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