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Infermiere in polizia trattato come un tecnico

di Redazione

Infermiere in polizia ridotto a un tecnico senza alcun riconoscimento. Tanto che anche la presidente Ipasvi Barbara Mangiacavalli ha deciso di prendere carta e penna e scrivere ai ministri Lorenzin e Minniti per chiedere un immediato intervento.

Quel ruolo non riconosciuto dell’infermiere in polizia

In principio fu il Coisp, sindacato di polizia, che venerdì scorso ha incontrato a Roma gli altri sindacati sulla questione della bozza di riordino delle carriere. Ed è proprio lì che è emerso il ruolo dell’infermiere in polizia, questo sconosciuto potremmo dire. Visto che il segretario generale del Coisp Franco Maccari si è ritrovato a chiedere maggiore valorizzazione degli attuali infermieri che accedono in ruolo con titoli di studio cui poi non è riconosciuta alcuna adeguata corrispondenza economica.

Alla richiesta di Maccari ha fatto subito seguito Barbara Mangiacavalli. La leader dell’Ipasvi nazionale, infatti, h ascritto ai ministri dell’Interno Minniti, della Salute Lorenzin e al capo della polizia Gabrielli proprio per chiedere di mettere mano a questa situazione.

Tante le questioni in ballo. Una su tutte quella dell’inquadramento. Chi entra in polizia oggi viene inquadrato con il personale tecnico, nel ruolo di revisore tecnico della polizia. Almeno a inizio carriera. Nel ruolo professionale invece sono inquadrati i medici. Sarebbe opportuno – dice Mangiacavalli – raggruppare tutte le professioni sanitarie sotto lo stesso ruolo.

Modalità di accesso al ruolo di funzionari. Adesso, spiega Mangiacavalli, non è prevista la possibilità per gli infermieri, che si ricorda sono in possesso di una laurea triennale oltre alla dovuta iscrizione all’albo, di accedere al ruolo di funzionari.

Ecm. Per la presidente Ipasvi sarebbe necessario prevedere anche per tutti i professionisti esercenti una professione sanitaria all’interno del Servizio sanitario della polizia di Stato l’obbligo di ottemperare a un programma organico di aggiornamento professionale, anche tramite convenzioni con strutture ospedaliere.

Coordinamento. Questo sconosciuto. In polizia non esiste, eppure per Mangiacavalli, sarebbe necessario a fronte del crescente numero del personale infermieristico e altri operatori sanitari dipendenti del dipartimento di polizia e il conseguente aumento degli impegni e responsabilità a loro carico. Infatti l’infermiere in polizia si occupa di tutti i servizi di assistenza al personale, ma anche di tutela sanitaria degli stranieri ed è impegnato pure nelle commissioni di arruolamento, nelle commissioni didattiche, nel rimpatrio dei clandestini, nella sorveglianza sanitaria del personale a rischio e nell’assistenza diretta nelle sale mediche sul territorio. Insomma, non è che sia proprio un tecnico.

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