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Assistenza Infermieristica

L’infermiere tutor rivoluziona la presa in carico del paziente

di Redazione

Un nuovo modello organizzativo che va verso una maggiore personalizzazione delle cure, ispirato al Primary Nursing, lo ha messo in campo l’Asl Toscana sud est. Una presa in carico del paziente che potrà contare su un infermiere di riferimento, il quale avrà la responsabilità assistenziale del paziente stesso per tutta la durata del ricovero in ospedale

Infermiere tutor dei pazienti in Toscana

Il progetto è in fase più avanzata nel Grossetano, in partenza all’ospedale di Abbadia San Salvatore, già in atto a Sansepolcro e Montevarchi, in rampa di lancio in quello di Arezzo e negli ospedali senesi. L’obiettivo, in prospettiva, è di estendere il modello a tutti i 13 presidi della Sud Est, alle aree territoriali (ModiCA, hospice, ospedale comunità ecc) e a tutti i reparti.

Intanto si parte con quelli che prevedono degenze più lunghe, cioè le aree mediche. Si va verso una nuova gestione e pianificazione delle azioni in corsia, di una maggiore condivisione tra infermiere e familiari dei pazienti, anche attraverso le lavagne che saranno installate nei corridoi e in cui i familiari troveranno il nome della figura di riferimento.

"Il modello di presa in carico infermieristica si ispira alla modalità ‘Primary Nursing’ dove, durante la degenza viene assegnato un infermiere tutor, responsabile dell'accertamento infermieristico, della pianificazione delle attività e della misurazione degli esiti di assistenza. Si genera cosi una forte relazione infermiere-assistito che, evidenze alla mano, migliora l'aderenza della persona alle cure, facilita i processi educativi ed assicura la personalizzazione delle attività."

Negli ultimi anni si è infatti sviluppata la necessità di  organizzare l’assistenza infermieristica secondo modelli integrati e multiprofessionali, personalizzando il percorso dei singoli pazienti. Deve quindi crescere l’attenzione alla relazione empatica tra paziente ed infermiere, con l'assistito che diventa protagonista del processo di cura grazie ad una sistematica attività di comunicazione e confronto. Un cambio epocale per la figura dell’infermiere, che vede aprirsi profili sempre più qualificati.

Questa è la migliore modalità di assistenza ad oggi riconosciuta dalla comunità professionale e genera soddisfazione sia nell'assistito che nel personale di assistenza – conclude Baragatti - È un progetto ambizioso che prende inizio dopo un anno di confronto con il personale interessato, che ha da subito dimostrato entusiasmo e volontà di migliorare le attività quotidiane. Dopo il periodo di formazione è stato adottato un manuale aziendale di presa in carico, che rappresenta il faro a cui far riferimento, per poi adattarlo ad ogni singola realtà senza snaturarne principi e contenuti base.



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