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Emergenza-Urgenza

Parla Nancy, l'infermiera che ha salvato il piccolo Samuele

di Francesco Pollasto

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Si chiama Nancy Scognamiglio ed è stata lei, il 14 agosto scorso, a salvare un bambino di 11 anni che stava soffocando in spiaggia ad Ercolano.

Nancy, l’infermiera della Croce Rossa che ha salvato un bimbo in spiaggia

nancy scognamiglio

Nancy Scognamiglio

Noi di Nurse24.it abbiamo incontrato Nancy per farci raccontare quello che è successo quella mattina in spiaggia.

Nancy, ci racconti come hai salvato quel bambino di 11 anni?

Ero di servizio come volontaria della Croce Rossa insieme alla capitaneria, mentre eravamo in caserma è arrivato l'allarme di un bambino annegato in un lido lì vicino. Ci siamo catapultati sul posto e mi sono ritrovata davanti Samuele. Era incosciente, senza circolo e respiro. Avevamo con noi il defibrillatore. L’ho spostato immediatamente sul piano rigido del lido e ho iniziato a rianimarlo con il massaggio cardiaco, mentre i miei colleghi preparano il Dae. Intanto io massaggiavo e ventilavo con l’ambu. A un certo punto Samuele inizia a tossire. È stata un'emozione fantastica: Samuele respirava di nuovo. Nel frattempo è arrivato il 118 e i sanitari hanno proseguito con le cure del caso. Ieri sono andata a trovarlo in ospedale, sta meglio. Ci siamo tenuti stretti stretti in un abbraccio lungo e profondo. Gli ho portato la maglietta che indossavo quel giorno e i genitori ormai mi chiamano il suo angelo. Ma io ho fatto solo il mio dovere.

Parlaci un po’ della tua vita professionale

Sono volontaria della Croce Rossa praticamente da sempre, ma infermiera dal 2014. Lavoro come infermiera all’Asl di Torre Annunziata e prima nella Croce Rossa. Sono un istruttore di Blsd e Pblsd. E anche istruttore di trasporti infermi ed emergenza extraospedaliera. Ho acquisito vari titoli nel corso degli anni come coordinatore di emergenza e istruttore di protezione civile. Della formazione diciamo che ne faccio il pane quotidiano. Sono impegnata spessissimo nelle emergenze e l'ultima è stata quella del palazzo crollato a Torre Annunziata. Una ferita al cuore che porterò sempre.

Come si diventa coordinatore di emergenza?

È un corso che dura vari mesi e riguarda le emergenze in generale, non solo quelle sanitarie. Io l'ho fatto nel 2010 con la Croce Rossa e lo aggiorno di anno in anno. Esistono diversi livelli: si parte dall'operatore, poi ci sono il primo e il secondo livello. Io sono al secondo.

Hai salvato un bambino e hai aiutato le persone nella tragedia che ha colpito Torre Annunziata: come gestisci le emozioni in quei momenti e soprattutto dopo?

Eh non è facile. Si fanno incontri con gli psicologi che ti aiutano e metabolizzare il tutto. L’importante è parlarne e condividere tutte le emozioni. Ti aiuta a buttare fuori molte cose.

Vuoi dare qualche consiglio ai ragazzi che si accingono a diventare infermieri?

Di credere nella professione. Di essere infermieri e non semplicemente di farlo. Di non smettere mai di formarsi. La formazione sarà la nostra vittoria, sempre.

Tu sembri seguire i dettami della professione: autonomia e formazione. Ma molti colleghi vivono ancora una sorta di sudditanza nei confronti dei medici …

La preparazione ti consente di non subire.

L'aver salvato il piccolo Samuele e la conseguente ribalta mediatica hanno cambiato qualcosa nella tua vita?

Assolutamente sì: questa vicenda mi ha aiutata a credere che nulla andrà perso e mi ha motivata a continuare ad essere quello che sono.

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