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Il mio lavoro? Rubato da una finta infermiera

di Leila Ben Salah

Giulia è giovane, si è laureata in Infermieristica appena un anno e mezzo fa, è abruzzese e ha cercato per qualche mese di trovare un lavoro vicino casa. Ma niente da fare. Così ha deciso di fare un concorso a Bergamo, l’ha vinto e ora lavora lì. Peccato che quando è tornata a casa per le ferie ha scoperto che all’ospedale di Pescara un’infermiera era stata assunta, ma non era una infermiera. Aveva falsificato i documenti. Immaginate la rabbia di Giulia.

Io lavoro a 700 km da casa e in ospedale assumono una finta infermiera

donna arrabbiata

La rabbia e la delusione di Giulia

Tramite una mia amica che studia medicina sono venuta a conoscenza della notizia – ci racconta -. Sono rimasta di stucco. Io che mi sono laureata, ho fatto sacrifici, ho lottato tanto e non ho trovato nulla vicino casa. Ho fatto il giro delle agenzie interinali, ho lasciato il mio cv, ma nessuna mi ha voluta. E tutto sommato – continua Giulia – mi è andata anche bene. Sono stata fortunata, visto che ho trovato lavoro a un anno e mezzo dalla laurea e in Italia, anche se a 700 chilometri di distanza da casa mia.

La notizia che ha sconvolto Giulia è uscita sui quotidiani locali in questi giorni. A scoprire la falsa infermiera sono stati i carabinieri di Pescara. La donna, pescarese di 49 anni, lavorava da un mese in ospedale, dove era stata assunta tramite un’agenzia interinale. Aveva presentato all’agenzia una serie di documenti, falsificati, in cui attestava l’iscrizione all’albo e il conseguimento della laurea. Tutto falso. Ora la donna è stata denunciata per esercizio abusivo della professione e falso materiale.

Non riesco a capire – dice Giulia – c’è voluto un mese per scoprirla? Bastano 30 secondi sul sito del collegio per capire se un infermiere è iscritto o no all’albo. Chiunque può farlo e non lo fa un ospedale che ti assume?.

La delusione di Giulia si trasforma in rabbia quando pensa che questa persona ha avuto a che fare con dei pazienti. Non sappiamo in che reparto ha lavorato – aggiunge – potrebbe anche essere una terapia intensiva dove servono certe competenze. Si pensa che il nostro lavoro si possa fare imparando a fare un’iniezione, ma non è così.

Adesso Giulia ha una sola speranza: che questo sistema di assunzioni con le agenzie interinali venga rivisto. Le leggi sono chiare: nella pubblica amministrazione si entra per concorso e non svegliandosi la mattina e portando un cv in un’agenzia interinale.

Giornalista
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