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Infermieri Pediatrici: a Torino si riscrive il futuro della professione

di Redazione

Infermiere Pediatrico

La Regione Piemonte ha convocato i firmatari di una apposita petizione: "occorre garantire continuità assistenziale a chi ha superato i 18 anni, ma manca la legge."

Anche se gli Infermieri Pediatrici rappresentano solo il 3% degli iscritti alla Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi, essi rappresentano un gruppo importantissimo di professionisti della salute, capace di garantire assistenza a pazienti dai 0 ai 18 anni ed andare oltre, garantendo la continuità d'interventi, in casi specifici, anche dopo la maggiore età.

Ed è qui il problema. Non vi è alcuna normativa che tuteli l'Infermiere Pediatrico in questi casi. Ecco perché la Regione Piemonte ha deciso di capire meglio la situazione nel tentativo di tutelare al massimo gli assistiti e nel contempo non incentivare abusi della professione. E si perché di questo si tratta: un Infermiere Pediatrico allo stato attuale non può assistere un maggiorenne, ma può farlo l'Infermiere cosiddetto generalista.

Il tema della salute dei bambini e delle famiglie è una questione importante da portare all’attenzione dei cittadini e della politica, molto spesso invece sono argomenti lasciati al margine dei dibattiti sull’assistenza e la qualità delle cure.

A sollevare la questione, con un'apposita raccolta di firme, sono stati nei giorni scorsi alcuni infermieri pediatrici dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, che hanno dato vita ad un'apposita raccolta firme per chiedere la tutela del loro ruolo professionale nell’ambito della continuità assistenziale su pazienti diventati maggiorenni afflitti da malattie acute e croniche.

L’iniziativa ha coinvolto anche gli studenti dei corsi di laurea di Torino e Novara. Le 309 firme raccolte sono state consegnate, mercoledì 13 luglio, al presidente del Consiglio regionale del Piemonte Mauro Laus, che si è dimostrato molto attento nell’ascoltare le problematiche che investono questa figura professionale che fu definita nel 1997. In Italia esistono da sempre due figure infermieristiche: quella di infermiere e quella di infermiere pediatrico, con due distinti profili e altrettanti corsi di laurea.

Attualmente in tutta Italia gli infermieri pediatrici sono circa 13 mila, in Piemonte il loro numero è di circa duemila unità, con una quarantina di nuovi laureati all’anno.

La delegazione ricevuta a Palazzo Lascaris, vorrebbe dalla Regione Piemonte un atto mirato a tutela dell’infermiere pediatrico nell’esercizio della professione in continuità assistenziale su pazienti ospedalizzati e in regime di day hospital over 18, sofferenti per malattie croniche insorte in età infantile, evitando anche il configurarsi di un possibile esercizio abusivo della professione.

Al presidente Laus è poi stato sottolineato come la riforma sanitaria sia rallentata rispetto ai bisogni e come manchi una rete territoriale per la prosecuzione delle cure.

Consegnati i moduli con le firme sottoscritte, gli infermieri hanno chiesto anche di poter essere ricevuti dai capigruppo e dai consiglieri regionali.

Lo stesso presidente Laus ha pertanto individuato come data, martedì 26 luglio, durante la pausa tra le sessioni antimeridiana e pomeridiana del Consiglio regionale.

Nei prossimi dieci anni assisteremo ad una riduzione dei medici pediatri presenti sul territorio nazionale di circa il 20 per cento, per cui gli infermieri pediatrici possono e potranno costituire una risorsa importante e strategica del sistema sanitario e professionale.

L'intera situazione è seguita dal Collegio Ipasvi di Torino, dalla Federazione Nazionale degli Infermieri, dai sindacati di categoria e da tutte le strutture che lavorano con gli Infermieri Pediatrici: dal Gaslini di Genova, al Meyer di Firenze, non dimenticando il Bambin Gesù di Roma.

Se in Piemonte si giungerà ad una normativa specifica, la stessa sarà trasmessa (effetto cascata) a tutte le altre regioni d'Italia.

Cosa accadrà? Staremo a vedere.

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