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Infermieri Pediatrici sul piede di guerra

di Redazione

InfermieraPediatrica

Oggi incontro a Torino presso la Regione Piemonte per presentare una proposta di legge sostenuta dalle firme dei professionisti e degli studenti.

Riceviamo e pubblichiamo una "Proposta per la tutela dell'Infermiere Pediatrico che si trovi ad operare in ambito pediatrico per continuità assistenziale su pazienti maggiorenni affetti da malattie acute e croniche", presentata alla Regione Liguria oggi pomeriggio nell'ambito di un'apposita riunione tra una delegazione di professionisti della salute e la parte politico-amministrativa dell'Ente presieduto da Mauro Laus.

Le funzioni dell’Infermiere pediatrico sono individuate dal relativo Profilo Professionale (D.M. n. 70/1997): “L’infermiere pediatrico è il professionista sanitario che, in possesso del titolo abilitante e dell’iscrizione all’albo professionale (IP.AS.VI), è responsabile dell’assistenza infermieristica pediatrica. Gestisce ed attua interventi di tipo preventivo, curativo, palliativo e riabilitativo nei confronti di neonati e bambini, sani o ammalati, fino al diciottesimo (18) anno di età, nonché nei confronti della famiglia e della comunità relativamente ad interventi di educazione sanitaria e promozione della salute”.

La specificità della figura professionale è data dalle conoscenze e dalle competenze che il professionista acquisisce durante la formazione universitaria triennale di base, che applica in relazione alle diverse patologie sia pediatriche sia dell’età evolutiva, promuovendo anche l’educazione alla salute. L’approccio clinico assistenziale per i pazienti pediatrici e per quelli adulti è diverso per fisiopatologia e anatomia, nonché per componenti emotive e relazionali facilmente comprensibili. Sono intuitive e confermate da numerosi studi scientifici in ambito neonatologico e pediatrico la specificità dei trattamenti, delle terapie, dei dosaggi farmacologici per i pazienti pediatrici, nonché la presa in carico dell’intera famiglia (family care) essendo in presenza di minori.

Nel vigente Corso di Laurea in Infermieristica, le ore di insegnamento riguardanti il neonato e il bambino non superano 40-50 su un totale di 2.300 circa, senza obbligatorietà di tirocinio in area neonatologica e pediatrica. Un infermiere può successivamente ottenere una preparazione specialistica neonatologica/pediatrica frequentando un Master annuale di I livello che gli consente di lavorare in ambito pediatrico, ma non essendo il master specialistico obbligatorio o titolo preferenziale per l’esercizio professionale in ambito neonatologico e pediatrico, quasi nessun infermiere che lavora in tali aree lo possiede.

Il sistema italiano, non prevede per l’infermiere pediatrico il percorso inverso.

Le politiche di programmazione del fabbisogno di personale


Le norme attuali in materia concorsuale non consentono di selezionare gli infermieri in possesso di master laddove si rendesse necessario coprire posti in neonatologia e pediatria, perciò l'unica strada percorribile al momento dovrebbe essere quella di attivare concorsi pubblici per infermieri pediatrici, unica figura delle professioni sanitarie oggi nel panorama italiano con adeguata formazione atta a garantire la sicurezza e l'appropriatezza delle cure nei punti nascita, nelle pediatrie, negli ambulatori territoriali o in assistenza domiciliare integrata (ADI).

Il Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica e l'Infermiere Pediatrico non vanno considerati una specialità dell’infermieristica: essa è una disciplina assistenziale con una specificità scientifica oltre che storica.
In Italia, fin dal 1940, la normativa prevede due diverse professioni infermieristiche, ciascuna con una propria formazione di base ben distinta.

Si stima la presenza di 12.000 Infermieri Pediatrici sul territorio nazionale, solo nella regione Piemonte se ne contano 2.000.

Ogni anno i 9 Corsi di Laurea in Infermieristica Pediatrica in Italia preparano 180 nuovi infermieri pediatrici (circa 40 in Piemonte), la cifra totale corrispondente all’attuale fabbisogno di copertura del turnover e di copertura delle necessità in ambito neonatologico e pediatrico.

Le politiche aziendali, ad eccezione di alcuni Ospedali (O.I.R.M. pediatrico di Torino, Ospedali di Novara, Mauriziano e ASL TO1 dotati di reparti pediatrici), hanno preferito procedere con assunzione di infermieri e questo per ragioni di convenienza con la conseguenza che gli infermieri pediatrici che si laureano negli ultimi anni sono costretti a trasferirsi in Inghilterra o in Germania dove sono ricercatissimi ed apprezzati per le loro competenze e la loro professionalità.

La tutela della salute dell'infanzia e figure professionali coinvolte


Nel 2001 è stata adottata in Italia la prima "Carta dei Diritti dei Bambini in Ospedale", resa esecutiva con Legge n. 176 del 27 maggio 1991.

Il “Codice del Diritto del minore alla salute e ai servizi" presentato presso il Ministero della Salute il 6 febbraio del 2013, rappresenta un notevole passo avanti verso la garanzia dei diritti dei minorenni in campo pediatrico sanitario, poiché si pone come obiettivo quello di fornire uno strumento di tutela dei minorenni che vivono le diverse realtà sanitarie nell’ottica prevista dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989. Nella parte III “Minori e assistenza sanitaria”rilevano, per la parte che interessa nel presente documento l’art. 6 e l’art. 12 come di seguito riportati:

- l’art. 6, comma 3 “Assistenza globale e continuata”- esplica chiaramente un concetto basilare: “In caso di ricovero in ospedale e dopo la sua dimissione, al fine di garantire la continuità assistenziale, il minore (in particolare se affetto da malattie croniche o disabilità), ha diritto di essere preso in carico da una rete multidisciplinare integrata, tra strutture universitarie o ospedaliere di riferimento e strutture sanitarie e sociali territoriali”.

Accordando il diritto alla continuità dei trattamenti, parallelamente dovevano essere previsti percorsi di transizione dalla gestione pediatrica a quella dell’adulto per tutte le patologie complesse, croniche e/o disabilitanti, secondo le modalità più appropriate a garantire la continuità dell’assistenza sanitaria.

Tali percorsi non sono stati attivati nella Regione Piemonte per i pazienti con patologia oncologica, cardiologica, pneumologica, immunologica e malattie della coagulazione.

- l’art. 12 “Formazione degli operatori” al comma 1 stabilisce inequivocabilmente che “I minori hanno diritto di essere curati ed assistiti da medici, infermieri e altri professionisti sanitari che abbiano una specifica formazione di base o una specializzazione post-laurea in ambito pediatrico e adolescenziale.

Prestazioni erogate dal P.O. Ospedale Infantile "Regina Margherita" con specializzazione pediatrica insieme alla Neonatologia del P.O. "Sant'Anna" - Esigenza di tutele


L’Ospedale Infantile Regina Margherita, uno dei Presidi appartenente all’A.O.U. Città della Salute e della Scienza unitamente alla Neonatologia del P.O. S.Anna, ha in carico circa 500 pazienti a rischio di insufficienza respiratoria cronica, di cui approssimativamente un centinaio sono dipendenti da tecnologia di supporto respiratorio, con vari livelli di gravità (40 circa sono maggiorenni).

A questi si aggiungono pazienti con gravi disabilità per malattie rare, sindromi genetiche e/o metaboliche che necessitano di assistenza di personale altamente formato e specializzato.

Nell’ambito della peculiarità delle cure pediatriche si fa presente che il reparto di Malattie Infettive è l'unico strutturato in maniera tale da potere accogliere, senza rischio infettivo per il personale e per gli altri pazienti ricoverati, i bambini con genitore affetto da patologia infettiva (es. mamma e figlio infetti). In regime ambulatoriale vengono curati pazienti maggiorenni affetti da malattia immuno - reumatologica: dei 364 pazienti in terapia, 30 sono maggiorenni.

Alcune considerazioni vanno riservate per i pazienti oncologici e cardiologici proprio per la peculiarità delle patologia oncologica e cardiaca: alcune forme leucemiche che insorgono dopo i 18 anni hanno una risposta clinica migliore ai protocolli terapeutici utilizzati per i pazienti pediatrici; alcune patologie cardiache ad insorgenza in età pediatrica oppure secondarie a patologie insorte da infante necessitano di proseguire le cure in ambiente pediatrico altamente specializzato, poiché si tratta di patologie totalmente sconosciute ai clinici e agli infermieri dell’età adulta proprio perché malattie caratterizzanti l’età pediatrica.

La tutela della Professione dell'Infermiere Pediatrico


Il problema insorto al P.O. OIRM è dettato dal fatto che, come si evince dal D.M. citato in precedenza, l’infermiere pediatrico non è deputato all’assistenza dei pazienti che superano i 18 anni d’età, i quali, sebbene anagraficamente non siano riconducibili all’età pediatrica, vengono ancora assistiti nel Presidio medesimo per continuità assistenziale per malattie croniche o degenerative.

Occorre individuare strategie per ovviare a tale problematica ed evitare il rischio di abuso di esercizio della professione penalmente rilevante ai sensi dell’art. 348 c.p. Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da euro 103 a euro 516).

La Direzione Aziendale e la Dirigenza Infermieristica di questa azienda – AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, ha proposto nel mese di aprile c.a. una riorganizzazione dei reparti interessati creando delle equipes miste (infermieri pediatrici e infermieri ) a garanzia di una copertura turnistica che prevede sempre un infermiere per l’assistenza ai pazienti maggiorenni.

La ricaduta operativa di tale riorganizzazione richiederà l’interscambio nel Presidio di circa 40 infermieri: infatti si sposteranno circa 20 infermieri e circa 20 infermieri pediatrici, con conseguenti divisioni interne e frammentazione di alcune equipes altamente professionalizzate, competenti e motivate.

Gli spostamenti richiederanno tempi di affiancamento, da parte dei colleghi sia infermieri che infermieri pediatrici, per acquisire nuove competenze e specificità, con prevedibili ripercussioni sul clima lavorativo e anche sui pazienti qualora il progetto non rispettasse i tempi dei professionisti nel raggiungimento delle competenze nell’ambito specialistico.

Proposta normativa degli scriventi


La tabella 1 dettaglia percentuali e numeri assoluti dei ricoveri nel P.O. Regina Margherita sia dei pazienti pediatrici che di quelli con età > 18 anni.

Come si evince dalla tabella, su 11.032 pazienti solo 292 (pari a circa il 3% totale) sono pazienti con età superiore ad anni 18 che necessitano continuità delle cure.

Alla proposta di tipo organizzativo di cui al precedente punto 4.1.1. gli scriventi, per tutto quanto sopra esposto ed evidenziato, formulano la seguente proposta:

- Prioritariamente emanare, a livello regionale, un provvedimento a regime transitorio di autorizzazione degli Infermieri Pediatrici all’assistenza e alle cure di pazienti maggiorenni seguiti nei reparti pediatrici per continuità assistenziale, a superamento del limite temporale di cui al citato DM 70/1997, fino ad attivazione da parte della Regione di reti multidisciplinari integrate, tra strutture universitarie o ospedaliere di riferimento e strutture sanitarie e sociali territoriali che permetteranno il passaggio dalla fase adolescenziale a quella della maggiore età.

- Contestualmente istituire un tavolo tecnico con tutte le parti interessate (Professionisti, Federazione dei collegi professionali provinciali Ipasvi ed altri soggetti allo scopo individuati) per redigere apposito documento, da recepire nelle sedi competenti, di modifica/integrazione del Decreto Ministeriale 17 gennaio 1997 n. 70 per tutelare il campo di attività e responsabilità dell’infermiere pediatrico che si trovi: ad operare in ambiente pediatrico per continuità assistenziale anche su pazienti maggiorenni affetti da malattie acute e croniche tipiche dell’infanzia; ciò senza la violazione delle norme di esercizio professionale penalmente tutelate ex art. 348 c.p.

Conclusioni


La proposta di cui al punto 4.1.2. con il fervido auspicio che la politica in sede regionale e nazionale non opti per assunzioni di infermieri non pediatrici in ambito pediatrico o neonatale, vista la specificità e le competenze proprie della professione infermieristica pediatrica.

Detta proposta vedrebbe la Regione Piemonte capofila di una politica dei diritti del bambino ed alla famiglia per le migliori cure possibili, e costituirebbe fondamento per le politiche di programmazione del fabbisogno di personale delle Aziende Sanitarie piemontesi e non solo, che potrebbero così assumere infermieri pediatrici per tutte le aree neonatologiche e pediatriche, sia ospedaliere che territoriali, e ciò anche per la certificazione della formazione, delle competenze e delle specificità nel tempo da sempre dimostrate.

Torino, li 26 maggio 2016

Una Rappresentanza degli Infermieri Pediatrici, degli Infermieri e degli Studenti del Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica - Lettera firmata

P.S. Dato l’elevato interesse dell’iniziativa e la forte motivazione di tutti gli Infermieri e Infermieri pediatrici, la raccolta firme prosegue su Torino e Regione Piemonte.

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