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Ipasvi e Aadi prove di dialogo per il futuro degli infermieri

di Redazione

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell'Aadi, Associazione avvocatura di diritto infermieristico, relativo all'incontro avuto con Barbara Mangiacavalli Presidente della Federazione Ipasvi

Logo AADI

Associazione Avvocatura di Diritto Infermieristici

ROMA. Nei giorni scorsi l'incontro, su richiesta del segretario Basilicata Aadi con la dott.ssa Barbara Mangiacavalli – Presidente della Federazione Ipasvi – l'occasione per chiedere l'apertura di un dialogo con la Federazione per poter condividere percorsi innovativi rispetto a temi d'interesse per la professione infermieristica.

Diversi gli argomenti e le relative proposte che il presidente e il vicepresidente Aadi, dopo l'apertura del segretario della Basilicata dell’Associazione, hanno presentato nel dettaglio:

Tassa Ipasvi: la proposta Aadi prevede l’apertura di un albo speciale dove far confluire gli infermieri subordinati pubblici e privati sia per applicare una tassazione ridotta che per meglio controllare l’abusivismo e il doppio lavoro. In questo senso e alla luce della recente sentenza della Cassazione (7776/2015) si è convenuto sulla necessità di verificare bonariamente la possibilità che siano i datori di lavoro a versare la quota Ipasvi. L’Aadi ha offerto gratuitamente il supporto legale per l’eventuale escussione del credito Ipasvi presso le aziende.

Albo Ipasvi: l’Aadi ha proposto l’apertura di altri albi speciali tra cui quello relativo all’infermiere legale e disciplinare oltre alle diverse specialità cliniche.

Demansionamento: la richiesta Aadi è di discutere unitariamente a un tavolo giuridico per definire propriamente il demansionamento anche al fine di stilare un elenco non esaustivo delle reali mansioni che l’infermiere NON dovrebbe svolgere. Identificare con certezza il fenomeno, secondo i responsabili Aadi, consente di limitare e precisare il raggio di azione per le legittime pretese legali e risarcitorie affinché l’infermiere si liberi dello sfruttamento. In questo senso l’Aadi ha evidenziato la priorità dell’autonomia professionale soprattutto in ordine al demansionamento che, sfruttando il lavoro infermieristico, svilisce la categoria. “In un sistema dove prevalgono le posizioni organizzative sulla dignità del lavoratore – ha detto il presidente Aadi - gli straordinari sulla qualità del lavoro, la reverenza e il servilismo sulla cultura e sull’autostima, non è facile unire tutti sotto lo stesso tetto per cui le divisioni settarie e gli interessi egoistici sono e saranno un serio problema da combattere”.

Mobbing: la proposta Aadi è di ottenere l’intervento Ipasvi nei casi in cui il sindacato non riesca a rispondere alle aspettative dell’infermiere mobbizzato. Su questo fronte l’Aadi ha intenzione di proporre l’apertura di uno sportello antimobbing chiedendo all’Ipasvi la partecipazione.

Sindacati: pur riconoscendo il ruolo dei sindacati, l’Aadi chiede un maggior controllo da parte dell’Ipasvi perché questi non riducano il loro intervento ad ambiti di interessi limitati e settoriali. L’Ipasvi, secondo Aadi, non deve e non può sostituirsi ai sindacati ma alcuni servizi che costituiscono il minimum etico dell’assistenza di categoria, devono essere garantiti anche dalla Federazione, così come li garantisce Aadi.

Durante il colloquio poi ci si è confrontati sulla necessità di un coinvolgimento culturale degli infermieri nel processo di miglioramento e sulla difficoltà di tale coinvolgimento.

Il presidente Aadi ha quindi offerto due libri della Maggioli alla presidente Ipasvi oltre l’opuscolo Aadi sugli istituti contrattuali.

Speriamo possa nascere una collaborazione con l’Ipasvi" – ha affermato il presidente - Se ciò non avverrà, tuttavia, l’Aadi continuerà a lottare contro gli abusi ai danni degli infermieri, come ha sempre fatto fino a ora”.

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