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Infermieri all'estero

Giuseppe, ex-Infermiere in Germania: "vi racconto la mia esperienza estera"

di Redazione

Se vi capita di ottenere un posto come "Krankenpfleger" (Infermiere) pensateci bene e leggete questa storia. Potreste lavorare solo come Helfer, ovvero fare gli OSS.

Carissimo Direttore,

Le scrivo per poter raccontare la mia esperienza in Germania come infermiere e, alla luce di questo, lanciare l'allarme per chi vorrà intraprendere questa strada. Mi presento, sono Giuseppe Gruppuso, nato a Palermo, ho 26 anni e attualmente lavoro come nel Reparto di Riabilitazione presso il Policlinico "San Pietro" di Ponte San Pietro (Bergamo).

Laureato in Infermieristica all'Università degli Studi di Firenze (sede di Empoli) il 9 dicembre 2014, ho cominciato subito dopo a cercare lavoro in Italia attraverso internet, lasciando Curriculum Vitae in Toscana ed in Sicilia senza aver mai ricevuto mai un colloquio.

GiuseppeGruppuso3

Giuseppe in divisa con un suo assistito.

Verso febbraio 2015 decido di includere tra le mie scelte anche l'estero e opto per la Germania, perché lo ritengo un Paese economicamente stabile, dove è possibile crearsi serenamente un futuro (in Italia purtroppo non è sempre così).

Tramite Almalaurea, un consorzio che fa da ponte tra l'Università di Firenze e il lavoro, ricevo una proposta via e-mail dalla Germania.

Contentissimo, faccio il primo colloquio conoscitivo via Skype con un rappresentante italiano di un'azienda tedesca d'interscambio culturale. Il rappresentante mi spiega nei dettagli come è composta l'offerta:

  1. corso di tedesco per sei mesi fino a livello B2 (finito il B1 abbiamo fatto qualche accenno di B2 e ci hanno rilasciato solo un certificato di frequenza);
  2. contratto di lavoro a tempo indeterminato presso una casa di cura vicino Colonia;
  3. aiuto per l'alloggio;
  4. lavoro in contemporanea con il corso di tedesco.

Dopo aver valutato bene decido di fare il secondo colloquio con l'azienda (andato benissimo) e scelgo di rischiare.

Un giorno prima della partenza mi viene detto che ci sarebbe stata una penale di 4000 euro in caso fossi andato via prima dei 2 anni (dopo il corso di 6 mesi), motivo per cui con biglietto aereo già comprato ho pensato di non andarci più, ma la mia voglia di iniziare a lavorare mi ha spinto a partire.

Arrivato in Germania vengo accolto dal rappresentante dell'azienda d'integrazione; qui conosco un altro collega assunto nel mio stesso periodo con il quale dovevo iniziare a condividere l'appartamento.

Siamo andati all'Ikea e abbiamo comprato solo i materassi e delle lampadine (perchè questo entrava in macchina) e portati al nostro futuro appartamento in affitto ad Euskirchen (circa 10 km dalla clinica).

L'appartamento era vuoto! Il rappresentante dell'azienda aveva portato con se un fornello elettrico, qualche piatto, delle posate, una moka, un tavolino e delle sedie.

Il giorno successivo abbiamo espletato tutta la parte burocratica. L'efficienza amministrativa tedesca è superlativa.

Abbiamo dovuto acquistare una macchina perché con i mezzi era impossibile raggiungere la clinica.

Dopo qualche giorno ha preso il via il corso di tedesco a Colonia: 40 km da casa mia per 6 mesi, 3 volte a settimana, dalle 8 alle 15.00. I restanti 4 giorni (sabato, domenica, lunedi e martedì) tutte mattine dalle 6.20 alle 14.00.

Ma adesso parliamo della parte lavorativa

Inizialmente non avendo il riconoscimento come infermiere in Germania (che ho ottenuto dopo aver terminato il corso presentando domanda all'ente che si occupa di questo), eravamo inquadrati come Helfer (sarebbe l'OSS in Italia) part-time percependo circa 1000 euro al mese.

Il lavoro era così organizzato:

  • consegne fino alle 6.30 (i 10 minuti non venivano pagati);
  • gruppo di 7 pazienti con demenza e non autosufficienti da seguire occupandosi di igiene completa (mobilizzazione dal letto alla sedia mobile, doccia, shampoo, rifacimento letti vestiti e mobilizzazione in carrozzina, quasi sempre ad unico operatore);
  • intorno alle 11.00 di corsa in bagno, poi posizionamento al tavolo per il pranzo, preparazione vettovaglie e assistenza ai pasti, senza escludere l'intero servizio alberghiero;
  • posizionamento dei pazienti a letto dopo pranzo;
  • scrivere il diario delle consegne e annotare tutto in cartella clinica.

Per quanto riguarda la terapia, avevamo dei blister fatti dalla farmacia; bastava "spacchettare" la terapia del mattino e somministrarla. Terapia ovviamente solo per via orale e ad alto rischio clinico d'errore (vuoi per la conoscenza della lingua non ancora perfetta, vuoi per la presenza non chiara di prescrizione, principio attivo e quantitativo).

Per 6 mesi nessun giorno di pausa e ritmi alti; non ho mai gettato la spugna ed ho sempre lavorato con professionalità per il bene dei pazienti, studiando ogni giorno tedesco. Nonostante questo ho ricevuto diverse volte dei richiami da parte della Direttrice della struttura che sosteneva che non lavoravo bene (non ho mai preso un giorno di malattia, non ho mai fatto pause e arrivavo sempre in anticipo sul lavoro).

Dopo i 6 mesi abbiamo ottenuto il riconoscimento di Infermieri; al settimo mese non ero più Helfer (Oss), ma  Krankenpfleger (Nurse); il contratto è diventato full-time e percepivo circa 1550 euro al mese netti per 40 ore settimanali.

Lei mi dirà sicuramente, cosa è cambiato a livello lavorativo?

Praticamente niente. Preparavamo soltanto la terapia delle ore 11.00 (ad esempio le gocce per via orale), controllavo la glicemia e somministravamo terapia insulinica e clisteri evacuativi. TUTTO QUESTO andava sommato a quello che facevo in precedenza aumentando il carico di lavoro e senza dover tralasciare niente.

In una occasione ci è anche capitato di pulire a mano 50 carrozzine

Fortunatamente ho ricevuto una proposta di lavoro in Italia e sono ritornato, ma ecco la beffa.
Dopo aver dato le dimissioni e concordato con la Direttrice non ho ricevuto a fine mese il mio ultimo stipendio per via della penale da pagare; praticamente si sono trattenuti un mese di lavoro, gli straordinari e le ferie rimanenti.

Questa è solo la mia esperienza; ma posso garantirvi che la Germania è indietro anni luce nel campo assistenziale infermieristico.

L’infermiere in terra tedesca non può fare prelievi e terapia endovenosa, il carico di lavoro è eccessivo e spesso si è in pochi in turno la mattina (1 infemiere e due OSS per 30 pazienti), 1 il pomeriggio e 2 di notte per l’intera struttura composta da circa 70 posti letto.

Per quanto riguarda l'Ospedale, si trattava di una normale Casa di riposo in un posto molto bello in provincia di Mechernich; i miei colleghi erano per la maggior parte stranieri (pochi i tedeschi); la turistica era come quella italiana (mattina, pomeriggio e notte); non ho mai svolto un turno di notte, pertanto non saprei dirvi come si svolgeva il lavoro dalle 20.00 al mattino successivo.

Colleghi molto stressati e con bagagli professionali relativamente bassi.

Mi sono imbattuto in diversi “Altenpfleger” (badanti o care-giver) possono operare solo in ambito geriatrico e dopo un corso triennale.

In Germania esiste ancora la vecchia scuola per Infermieri e loro si ispirano a piani assistenziali tedeschi; non si sono affacciati all’infermieristica anglosassone o di altri Paesi professionalmente più evoluti.

Il più delle volte ho provato a portare dei cambiamenti per migliorare l’assistenza, per esempio convincerli ad utilizzare i sollevatori, utilizzare precise tecniche di movimentazione dei pazienti nel tetto, dalla carrozzina al letto e dal letto alla carrozzina; impossibile, anche perché i letti erano quasi sempre posizionati contro il muro e gli spazi di manovra erano troppo brevi; per non parlare delle scale di valutazione (nessuno le usava o secondo me nessuno le conosceva).

Ho deciso di andare via perché professionalmente non mi sentivo appagato.

Ho fatto anche un colloquio e una prova di un giorno in un Ospedale pubblico tedesco (reparto di Chirurgia); erano entusiasti e mi volevano a tutti i costi, tanto da rimborsarmi anche le spese di viaggio; mi hanno proposto agevolazioni, come la casa vicino l’ospedale e tante altre cose, ma mi è bastato un giorno per capire che anche in Ospedale non avrei fatto quello che volevo e non mi sarei sentito appagato dal punto di vista umano e assistenziale.

Ma non sono tutte cose negative, ho fatto anche esperienze positive: ho conosciuto gente stupenda, ho appreso il tedesco con tutte le sue sfaccettature, ho imparato una lingua così difficile per noi italiani, ho visitato bellissime città e partecipato ad eventi festivi unici (la birra è qualcosa di speciale, il mangiare un po’ meno XD).

Mi sono confrontato con tanti, alla fine sono cresciuto nonostante mi dicessero "chi te lo fa fare".

Quello che vi posso dire è di valutare sempre i contratti che vi propongono, informarvi prima sul lavoro che andrete a svolgere e soprattutto prima di accettare capite bene con chi avrete a che fare.

La società d’integrazione ci aveva messo in chiaro alcuni aspetti, ma altri li ha tralasciati e non ha saputo organizzare bene le cose, quindi si è dimostrata poco seria; alla fine ho chiuso tutto da solo, in lingua tedesca e questo è motivo di grande orgoglio per me.

La Germania è un paese fantastico dal punto di vista economico e amministrativo perché puoi crearti un futuro se lavori senza problemi e hai tutti i diritti di questo mondo, ma io l’ho definito un paese “senz’anima”: lavori tanto, ti pagano bene, ma la maggior parte lo fa senza sorriso e senza ambizioni. Che senso ha lavorare così?

La ringrazio per avermi dato l’opportunità di poter condividere questo mio scritto con i lettori di Nurse24.it.

Adesso, dopo tanti sacrifici, lavoro in Italia e professionalmente posso imparare giorno dopo giorno e dimostrare quanto valgo.

Il mio sogno nel cassetto? Lavorare come Infermiere nell'emergenza!

Giuseppe Gruppuso, Infermiere .

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