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L'angoscia dello stipendio

di Redazione

INFERMIERE DEMANSIONATO

La toccante lettera di un’infermiera del Cmr

“Ventisei anni di onorato lavoro. Quando mi si chiede “che professione fai?” con orgoglio rispondo che faccio del bene per mestiere e mi pagano pure per questo.

Un lavoro usurante, un lavoro che ti logora l’animo a contatto con la sofferenza e quando la stanchezza e la tristezza vogliono prendere il sopravvento ed hai voglia di lasciar perdere tutto vai avanti pensando che è si un lavoro duro, ma qualcuno lo deve pur fare ed allora è meglio che continui a farlo perché lo faccio con umanità ed amore.


Siamo lavoratori privilegiati, dispensiamo sorrisi e amorevoli cure. Ci occupiamo delle persone che soffrono, dei loro familiari mettendo da parte le nostre preoccupazioni per una sorta di deformazione professionale tutti devono star bene intorno a noi. E’ cosi che svolgo il mio lavoro, è così che mi guadagno da vivere, facendo il mio dovere con grandi soddisfazioni e gratificazioni. O quanto meno era così fino a qualche anno fa quando lavoravo in una delle miglori cliniche di Roma. In 16 anni ho conosciuto politici, giornalisti, attori, baroni, contesse e principi ed io – che credevo che i regali fossero ormai estinti e reclusi nei libri di favole – ho conosciuto un mondo assolutamente immerso nella ricchezza. Ho frequentato case e palazzi lussuosissimi per lavoro, ma non mi sono mai montata la testa, non ho chiesto mai alcun tipo di favore ed ho svolto sempre il mio mestiere con umiltà ed orgoglio. Sono un’infermiera ed una persona sofferente al di la del rango e del patrimonio va aiutata nei suoi bisogni fondamentali.

Lettera inviata alla redazione di ntr24.tv

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