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L’Infermiere tra responsabilità e agire professionale

di Redazione

Chi è e chi deve essere l’infermiere, oggi?

Nell'ultimo ventennio la classe infermieristica italiana è stata protagonista di un'evoluzione che ha portato all'assunzione di un ruolo di centralità nel panorama della sanità nazionale ed al riconoscimento di una vasta responsabilità professionale.

Due giovani infermieri

L’infermiere deve agire con competenza e professionalità.

Il termine “responsabilità” ha insito in sé una doppia valenza: quella che rende evidente l’intellettualità della professione e quella che richiama alla consapevolezza degli obblighi connessi all’esercizio professionale, tenuto conto delle norme giuridiche, etiche e deontologiche.

Se da sempre la professione infermieristica, nella sua storia, ha dimostrato di avere in seno la grande capacità di rispondere al bisogno assistenziale e ha fatto suo elemento specifico il gesto di cura, non è lo stesso per quanto riguarda il senso di legalità e di responsabilità, che solo da pochi anni è diventato tema scottante nel mondo infermieristico.

Infatti, accanto alla giustizia morale, il professionista sanitario dovrebbe agire anche in nome della giustizia in senso stretto, la giustizia giuridica conforme alle leggi. Purtroppo questa mancanza è da attribuire non ad un senso di irresponsabilità da parte della classe infermieristica, ma al fatto che questa professione, pur non essendo di recente "istituzione", è assurta a nuova vita nel momento in cui si sono sviluppate quelle caratteristiche intrinseche che ogni gruppo professionale deve avere per potersi dire tale, nel momento in cui, insomma, ha lavato via il concetto di “ausiliario” e con la legge 42/99 è stata riconosciuta una professione sanitaria autonoma.

Potrebbe sembrare un paradosso, una professione che si basa su un concetto antico come l'assistere, ha basi giovani e incerte e si è dotata solo da poco di alcuni capisaldi sui quali poggia l'agire professionale.

La mutazione dell'identità dell'infermiere, seppur non ancora totalmente riconosciuta dalla società a causa di un processo molto rapido e a causa di una visione ancora paternalistica della figura del medico, ha portato sicuramente grandi novità positive e ha ripagato il professionista con i riconoscimenti che effettivamente merita.

Tuttavia, il risvolto della medaglia vede mettere la classe infermieristica in una posizione di maggior suscettibilità: se da una parte le leggi servono per tutelarsi, dall'altra possono rappresentare anche un'arma a doppio taglio e colpire l'infermiere.

Questa non è solo una probabilità, ma una vera certezza: la casistica dimostra come negli ultimi anni siano aumentate le denunce e il coinvolgimento dell'infermiere in atti giudiziari, che prima invece erano rivolti solo verso le Aziende e i Medici. È prevedibile che nel prossimo futuro tale trend continui e addirittura si accentui.

Questa realtà non deve spaventare gli infermieri e tanto meno rendere restii nei confronti del cambiamento e dell'evoluzione della propria figura. Al contrario, tutto ciò deve essere visto come un input per agire sempre più con competenza e professionalità, deve servire per stimolare la voglia di crescere intellettualmente, sfruttando l'ECM per esempio, o specializzandosi in diversi campi.

Per tutelarsi, l'infermiere ha il diritto e il dovere di fare affidamento sulle proprie conoscenze e sulla propria preparazione, pretendendo nei confronti delle Istituzioni la possibilità di crescere. Tutta la classe infermieristica, indipendentemente dall'inclinazione e l'attitudine di ognuno, dovrebbe poter godere di una maggior informazione in questo campo, con la viva speranza che l'evoluzione attuatasi di recente sia stato solo il trampolino di lancio per l'affermarsi ed il realizzarsi della vera professione infermieristica.

Marilena RizzoInfermiera

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