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Luigi Benvenuti, Presidente ANPAS Lombardia: "i soccorritori sono tutti preparati"

di Redazione

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Dopo il nostro servizio sulle Croci e sul sistema dell'Emergenza in terra Lombarda ora si scomoda anche il rappresentante di tutte le associazioni regionali di volontariato del soccorso dicendo che ci sbagliamo e che grazie al loro intervento il Sistema Lombardo è tra i migliori d'Italia. Noi rimaniamo dell'idea che nell'Emergenza/Urgenza è arrivato il momento di assumere più Infermieri e più Medici.

Gentile dottor Del Vecchio,

ci riferiamo all’articolo da lei pubblicato il 25 novembre avente come oggetto la gestione del sistema di emergenza-urgenza lombardo, in cui sottolinea, in modo inopportuno oltreché azzardato, il pericolo che corrono i cittadini nel dover ricorrere all’intervento delle così dette Croci e, quindi, anche dei volontari, da lei descritti come inadeguati a gestire situazioni di urgenza sanitaria.

L’articolo fa un quadro di questo settore non attinente alla realtà e, come associazione che dal 1904 opera su tutto il territorio italiano con oltre 90.000 volontari-cittadini e che nella sola Lombardia esegue quasi il 50% dei servizi di emergenza-urgenza territoriale, ci sentiamo offesi dalle gravi e infondate accuse da lei lanciate alle Istituzioni ma prima di tutto ai volontari. Essi sono i maggiori artefici di quello che viene riconosciuto tra i migliori sistemi di emergenza-urgenza in Italia, sia per le modalità con il quale è erogato ma soprattutto per la qualità del servizio offerto ai cittadini (cioè se stessi !!!).

La superficialità della sua analisi è evidente in diversi punti dell’articolo e in particolare quando sostiene, instillando dubbi, che la preparazione dei volontari sia insufficiente a gestire le attività di soccorso extra-ospedaliera. Proprio per la delicatezza e l’entità degli interventi che sono chiamati a svolgere, tutti i volontari delle Pubbliche Assistenze che compongono il “sistema AREU” (e non solo quelli di ANPAS), devono obbligatoriamente frequentare un percorso formativo e di addestramento, il cui piano di studi è stabilito da AREU e contenuto in un apposito decreto regionale, al quale tutti scrupolosamente attenersi (questo vale anche per le figure sanitarie). Al termine degli studi, i volontari vengono valutati idonei da personale sanitario delle AAT 118, attraverso esami teorici e scenari di pratica. Durante tutti i percorsi formativi gli aspiranti soccorritori vengono addestrati da istruttori certificati da personale sanitario e dai volontari più esperti e di lungo corso, che insegnano loro l’uso dei protocolli operativi e a gestire qualunque tipo di emergenza a cui si troveranno di fronte. Superfluo precisare che negli interventi più critici, i volontari vengono sempre affiancati da medici e infermieri professionali, inviati sull’evento dal 118, graduando l’appropriatezza della risposta proprio per garantire adeguate cure e assistenza specifiche per il livello di gravità della missione.

L’articolo prosegue con affermazioni che appaiono demagogiche e che mettono in luce una non conoscenza del sistema dell’emergenza-urgenza lombardo e soprattutto del lavoro svolto all’interno delle Pubbliche Assistenze. A supporto di quanto lei afferma ci piacerebbe poter conoscere le fonti e avere anche noi accesso ai dati e le statistiche dai quali lei ha tratto le sue considerazioni.

Quanto da lei descritto è un evidente quanto temerario tentativo di banalizzare l’attività di persone che pur non essendo “sanitari”, hanno acquisito competenze per saper affrontare con qualità ed efficienza qualunque urgenza sanitaria, nei limiti dei protocolli che sono tenuti ad osservare.

L’idea di un sistema sanitario costituito da soli professionisti non deve essere argomentata gettando discredito gratuito sull'attività di migliaia di volontari e utilizzando in modo strumentale le storie di mala sanità lombarda, come questo articolo cerca di fare.

Luigi Benvenuti - Presidente ANPAS LOMBARDIA

* * *

Caro Presidente,

nessuno ha messo in dubbio l'operato dei volontari, la loro preparazione, il loro essere legati al "dovere". E' ovvio che Lei si senta chiamato in causa dal mio servizio, ispirato da tanti volontari e cittadini che in queste settimane mi hanno contattato e che, come vedrà anche tra le testimonianze pubblicate su Nurse24.it, la pensano esattamente come me. A loro poi si sono aggiunti politici, sanitari e professionisti Lombardi che non mettono in dubbio il buon funzionamento della Macchina del Soccorso affidata anche ai soccorritori volontari, ma vorrebbero un Sistema più professionale e più consono alle reali esigenze di salute e di sicurezza. La scienza non la si inventa e corsi di preparazione di natura espressamente tecnica (sono un volontario da anni che ha fatto tantissimi corsi di formazione, un infermiere che ha potuto verificare che quei corsi sono limitati e limitanti e con un giornalista che riesce a narrare gli accaduti) non sostituiranno mai il sapere e l'esperienza di medici e infermieri preparati all'intervento in emergenza/urgenza. Purtroppo per Lei questo è un dato di fatto che non confuta affatto quanto riferito già nel mio servizio: bravi ragazzi/brave ragazze, ce la mettete tutta, ma è arrivato il momento di creare anche in Lombardia un Sistema del Soccorso fatto da professionisti e adiuvato in minima parte dai volontari. Poi possiamo stare qui a parlare fino a domani, ma le assicuro che prima di scrivere mi informo. E se ciò non bastasse ho provato sulla mia pelle dopo un incidente stradale tra Alessandria e Pavia l'improvvisazione dei volontari che erano giunti a soccorrermi, impacciati e impauriti davanti ad un possibile politrauma. Per fortuna in quel sinistro non mi sono fatto nulla, ma se il malcapitato di turno avesse avuto dei danni interni, emorragie e quant'altro sarebbe rimasto secco durante il tortuoso tragitto per giungere nel più vicino ospedale, semplicemente perché quel ragazzo e quelle due ragazze che mi hanno soccorso in autostrada, nonostante il loro grande impegno, non erano in grado di fare nulla se non chiamare la Centrale operativa e prendere una Pressione Arteriosa. Lo ripeto, Lei difende il suo ambito e fa bene, ma qui occorre difendere i cittadini e da cittadino preferisco che su di me e sui miei parenti e amici intervengano sanitari ben preparati e soprattutto a conoscenza dei pro e dei contro scientifici di una tecnica errata. Continui a seguirci e senza rancore Le dico buon lavoro (perchè il Suo è un lavoro).

Angelo Riky Del Vecchio, Direttore Nurse24.it

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