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Mangiacavalli (IPASVI): “Troppi alibi a limitare l’autonomia degli infermieri oggi”

di Redazione

B. Mangiacavalli

Troppi alibi che fin da sempre hanno limitato l’autonomia degli infermieri. La vicepresidente della FNC IPASVI, Barbara Mangiacavalli, nella sua relazione presentata al XVII Congresso di Roma ha ricordato alcuni alibi storici, normativi, economici e sociali che costantemente hanno impedito la crescita della professione infermieristica.


Per circa 70 anni agli infermieri veniva ricordato che l’infermieristica non era una professione sanitaria e quindi non potevano rapportarsi ad un livello di pari professionalità e dignità con i medici. Quest’alibi fu superato con l’approvazione di una norma che ha reso l'infermieristica una professione sanitaria a tutti gli effetti.

Secondo una serie di norme dello Stato, il dirigente medico, che risponde dell’organizzazione, è responsabile anche dell’operato dell’infermiere, responsabile di quello che l’infermiere fa rispetto al proprio profilo professionale. Quindi se un infermiere sbaglia il processo assistenziale o realizza un piano di assistenza infermieristica non appropriato il medico può intervenire nonostante non ci sia una norma che lo autorizzi. Esiste un orientamento giurisprudenziale molto importante che riconosce una competenza e quindi una responsabilità propria dell’infermiere che si è ulteriormente allargata poiché in qualunque problema di salute viene sempre coinvolto anche l’infermiere.

In tanti hanno affermato che gli infermieri non volevano cambiare la loro posizione, che non erano pronti ad accogliere gli OSS, che non volevano rivedere il loro modo di lavorare. In realtà gli infermieri hanno già ripetutamente rivisto il loro lavoro nei limiti delle possibilità. Inoltre è giusto sottolineare che i processi organizzativi sono normati dalle leggi dello Stato e quindi non è il Primario a rispondere sempre di tutto.

Adesso un ulteriore alibi: la tecnologia. Il nostro sistema economico non riesce più a sostenere esami diagnostici sempre più specifici e costosi ma nonostante tutto si continua a farne un uso indiscriminato poiché non esistono dei percorsi diagnostici assistenziali definiti. Questo comporta un dispendio di risorse non giustificato e riduce la reale possibilità di investire sulle competenze specialistiche e su innovativi modelli organizzativi infermieristici.

La cronicità rappresenta un elemento di forza degli infermieri perché prendere in mano la gestione della cronicità e quindi realizzare la presa incarico del paziente cronico, fragile e disabile rappresenta una importante possibilità per gli infermieri anche per sperimentare sul campo le competenze specialistiche.

B. Mangiacavalli

 

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