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Mikal Haile, l'Infermiera inglese!

di Angelo

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A distanza di un anno dalla sua partenza per l'Inghilterra torniamo ad intervistare la nostra collega romagnola (anche se di origini eritree) cercando di capire come si è evoluta professionalmente e dal punto di vista umano. Scopriamo assieme cosa è successo negli ultimi 12 mesi di vita infermieristica in terra straniera.

CHESTERFIELD. A distanza di un anno esatto dalla sua partenza per l'Inghilterra ascoltiamo nuovamente Mikal Haile, Infermiera di 25 anni che ha scelto di lasciare Rimini e di andare a lavorare in Inghilterra e più precisamente a Chesterfield nel Derbyshire. Vediamo cosa è cambiato in lei e attorno a lei.

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La simpaticissima collega Mikal Haile: non ha trovato difficoltà ad inserirsi in Inghilterra e a settembre avrà un nuovo lavoro in una importante clinica londinese.

Mikal come sempre segue Nurse24.it dall'adottiva Chesterfield e ci ha confidato che a settembre inizierà a lavorare al "Chelsea and Westminster Hospital" di London nel reparto di Oncologia. Ascoltiamo cosa dice.

Sei da un anno in Inghilterra dove lavori da Infermiera: hai avuto dei momenti di crescita e di inserimento?

Diciamo pure che è stato tutto un anno di crescita ed inserimento,non solo professionale ma soprattutto personale. Quando inizi un’esperienza nuova uscendo dalla tua zona sicura e buttandoti in qualcosa di completamente nuovo ed estraneo, la crescita è inevitabile☺
Dal punto di vista professionale,diciamo che io ho prima voluto fare un anno di ricognizione ma in questo paese vige un po’ la regola del “chiedi e ti sarà dato”. Per carità non sto dicendo che è tutto oro quello che luccica,assolutamente,ma se sei una persona sveglia e volenterosa,le possibilità non mancano. Nessun’area ti è preclusa e puoi trovare impiego indistintamente sia in terapia intensiva,sala operatoria,che chirurgia, medicina ecc. Inoltre, mentre cercavo lavoro per cambiare ospedale, mi sono imbattuta in diversi ospedali che offrivano la possibilità di una formazione di 18 mesi per esempio in oncologia e le aree ad essa connesse nel mentre ci lavoravi. Preciso che non era del grado di specialistica, ma era comunque un grado riconosciuto che aumentava le tue competenze in quell’area.

La tua condizione di doppia-straniera (Eritrea ed Italiana) in terra inglese ha influito sul rapporto con i tuoi colleghi di lavoro?

Ma a dire il vero per loro ero Italiana e basta, ho dovuto spiegarglielo io delle mie origini, perché essendo l’Inghilterra una terra multi-etnica, per loro non è peculiare vedere una ragazza di colore essere di nazionalità europea
Sicuramente la barriera linguistica e la differente cultura ha influito, ma penso sia una cosa normale e ciò non toglie che a distanza di 1 anno ho rivalutato molte cose sia dell’Inghilterra che degli inglesi .

A distanza di un anno stai per trasferirti in un'altra realtà sanitaria, in Oncologia per la precisione. E' così facile trovare e cambiare lavoro in Inghilterra?

Oh si, lo è! Sembra davvero una barzelletta che a 2 ore di volo dall’Italia dove per un lavoro bisogna ormai mendicare, qui invece ti viene offerto e anzi sei tu ad essere pregato per accettarlo. Il mondo è davvero strano… manco mettessimo a confronto un paese del primo e del terzo mondo.

Cosa ti aspetti dalla tua nuova esperienza in Oncologia?

Tantissime cose! Mi aspetto di trovare il mio posto e la mia strada,mi aspetto di crescere ulteriormente come professionista e di non perdere mai la motivazione per fare questo lavoro .

So che ti manca l'Italia, che faresti per tornare nel tuo paese putativo?

Nulla.
Mi manca la mia famiglia da morire,i miei amici e conoscenti e il mio porto sicuro. So che avrò altri momenti di crisi qui, in cui vorrò tornare a casa perché lì tutto mi sembra più sopportabile. Ma la verità è che ragionando lucidamente, perché dovrei tornare? In Italia durante il mio tirocinio ho conosciuto un sacco di persone fantastiche nonché colleghi eccezionali a cui non è mai stato riconosciuto nulla nonostante la loro formazione da lode e le loro eccellenti competenze. Il nostro sistema sicuramente forma infermieri preparati e svegli; ma poi? Poi combatti gli anni per avere l’occasione di fare il lavoro per cui hai studiato in condizioni indecenti con contratti vergognosi e per un tempo limitato. La possibilità di crescita ti viene praticamente preclusa e tu diventi solo una persona amara ed arrabbiata col sistema. No grazie, al momento io me ne sto qui a costruire la mia formazione ed il mio futuro... sono una combattente ma non mi piace farlo contro i mulini a vento.  Ammiro chi è rimasto ed ha comunque ottenuto risultati fantastici, perché per fortuna ci sono anche quelle persone ed alcune le conosco. Mi congratulo con loro ed auguro buona fortuna a tutti noi infermieri. Ne abbiamo tutti bisogno".

In bocca al lupo baby :D

 

PS = Ecco l'intervista del 2014 a Mikal Haile.

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